Silvia Comoglio

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Il lucore dovrebbe essere la condizione di possibilità di un vedere diverso. Che cosa è possibile osservare in tale rarefatta condizione di visibilità? Che cosa si possa intravedere in una flebile luce, quando sia questione tutta affidata alle parole, è impresa da far tremare i polsi: la traduzione di due incertezze o, meglio, il passaggio da un’incertezza a un’altra. Il sogno, l’eco non sono tanto la marca dell’irrealtà, quanto di una dimensione altra, in cui la percezione è fluttuante, non può fissare nulla in maniera definitiva, è mobile come uno stormo. e lo stormo a sua volta “divora l’occhio / col suo mondo”. Nel testo, Comoglio opera un capovolgimento che riguarda anche la struttura sintattica. La visione trasforma radicalmente le cose e le loro relazioni: una piuma la si può vedere come un contrafforte, l’impronta può mostrarsi più integra dell’essere che l’ha generata. Il linguaggio non corre dietro alle parole, ma lo presentifica, fondendosi con uno sguardo che sprofonda.

 

Lucore

preséntami il prodigio,

il lucore ferito al mondo

dell’ultimo cristallo

a zú-folo d’argento

 

*

lucore ―

in meta di fluttuante

eco a primo sogno
 

è l’imbocco, a umana casa,

dove, lo stormo, divora l’occhio

col suo mondo, veloce,

di leggenda : asterso contrappunto
 

in cordata a finta luna

dove, è piuma, schiusa a contrafforte

l’impronta voltata intatta, rá-

 

strellata a fiore


Silvia Comoglio (1969) è laureata in filosofia e ha pubblicato le raccolte di poesia Ervinca (LietoColle Editore, 2005), Canti onirici (L’arcolaio, 2009), Bubo bubo (L’arcolaio, 2010), Silhouette (Anterem Edizioni, 2013), Via Crucis (puntoacapo Editrice, 2014), Il vogatore (Anterem Edizioni, 2015 – Premio Lorenzo Montano – XXIX Edizione - Sezione raccolta inedita), scacciamosche (nugae) (puntoacapo Editrice, 2017).

Nel 2016 ha scritto per The small outside di Gian Paolo Guerini Piccole variazioni, concerto apparso a puntate sulla rivista on-line Tellusfolio e pubblicato nel 2017 su L’almanaccone impertinente (LABOS Editrice, 2017)

Per Il vogatore è stata composta nel 2015 una partitura dal compositore e pianista Francesco Bellomi e per Via Crucis nel 2016 sono stati realizzati quindici disegni dall’artista Gian Paolo Guerini.

Suoi testi sono apparsi nei blog “Blanc de ta nuque” di Stefano Guglielmin e “La dimora del tempo sospeso” di Francesco Marotta; nei siti www.nannicagnone.eu, www.gianpaologuerini.it e www.apuntozeta.name, sulle riviste “Arte Incontro”, “Il Monte Analogo”, “Le voci della luna”, “La Clessidra”, “Italian Poetry Review”, sulla rivista giapponese “δ” e nelle riviste on-line Carte nel vento, Tellusfolio e Fili d’aquilone.

E’ presente nei saggi di Stefano Guglielmin Senza riparo. Poesia e Finitezza (La Vita Felice, 2009) e Blanc de ta nuque, primo e secondo volume (Le Voci della Luna, 2011 e 2016), nell’antologia Poesia in Piemonte e Valle d’Aosta (puntoacapo Editrice, 2012) e nell’opera di Marco Ercolani Annotando (La Biblioteca di Rebstein, 2016)