Ivan Pozzoni

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Nel fantastico, ironico, enorme, visionario, dilagante mondo di Ivan Pozzoni c’è spazio per l’apparentemente minuscola attenzione a una lettera. Ce lo dice il titolo di questa poesia: “La malattia invettiva”. Un cambio, tra la “f” e la “v”, che connota la storia del testo.

Siamo di fronte a un uso potente della lingua, a un’invettiva che diventa infettiva per come, tra ritmo travolgente, rime inaudite e lessico adeguato, riesce a portare il lettore in un vortice.

Non è facile il verso lungo: richiede un superiore controllo della musicalità, e nel genere Pozzoni è maestro.

In questo vortice tutto si mescola e non casualmente si incontrano Zulu e afrikaner, Hitler e Leonida, addirittura Mazinga e una donna bionica.

Dopo una ridda di esattissimi termini medici, che suonano bene in questa poesia (che d’altronde, da una malattia trae spunto), sul finire della poesia l’autore ci intima di salire tutti a bordo del testo, persuasivo, convincente e intransigente. Partendo dalle nostre periferie, anche “in comitiva”.

Buon viaggio, sembra dirci, beffardamente suadente.

 

 

La malattia invettiva

Per scoprire le cause del mio vivere ogni evento come in dissenteria,

hanno versato inchiostro, enorme svista, nella cannula della gastroscopia

i medici anatomopatologi, e mi hanno diagnosticato la malattia invettiva,

associata a reflussi letterari, dilagati dall’esofago, a ossidarmi la gengiva.
 

Quando, cane cinico al collare, fiuto odor di malcostume o lezzo d’egopatia

non riesco a tollerare l’altro-nel-mondo, vittima d’abuso di xenofobia

dimentico ogni forma di fair-play, calo nella nebbia del Berserker,

incazzato nero come uno Zulu costretto a sopportare un afrikaner,

dico rom al sinti, sinti allo zingaro, zingaro al rumeno, rumeno al rom

non riuscirei nemmeno a trattenermi dall’urlare a Hitler aleikhem Shalom.
 

Se non vi digerisco sento dentro «uh, uh, uh» come Leonida alle Termopili,

identificando i vermi, che mi stanno intorno, coll’acuirsi del valore dei miei eosinofili

emetto, in eccesso, acido cloridrico e smetto di disinibire la pompa protonica

con la disperazione di un Mazinga mandato in bianco dalla donna bionica,

sputando, con l’accortezza del Naja nigricollis, ettolitri di cianuro

in faccia a chi, dandomi noia, sia condannato a sbatter la testa al muro.
 

Per comprendere l’ethos del mio vivere in assenza d’atarassia

barbaro che incontra un cittadino nella chora dell’anti-«poesia»,

sarete tutti, nessuno escluso, costretti a inoltrarvi in comitiva

nei meandri labirintitici della mia malattia invettiva.


Ivan Pozzoni è nato a Monza nel 1976. Ha diffuso molti articoli dedicati a filosofi italiani dell’Ottocento e del Novecento, e diversi contributi su etica e teoria del diritto del mondo antico; collabora con numerose riviste italiane e internazionali. Tra 2007 e 2016 sono uscite varie sue raccolte di versi: Underground e Riserva Indiana, con A&B Editrice, Versi Introversi, Androgini, Mostri, Galata morente, Carmina non dant damen, Scarti di magazzino, Qui gli austriaci sono più severi dei Borboni e Cherchez la troika con Limina Mentis, Lame da rasoi, con Joker, Il guastatore, con Cleup, Patroclo non deve morire, con deComporre Edizioni; tra 2009 e 2016 ha curato una trentina di antologie di versi. Tra 2008 e 2016 ha curato cinquanta volumi collettivi di materia storiografico filosofica e letteraria; tra il 2009 e il 2016 sono usciti i suoi: Il pragmatismo analitico italiano di Mario Calderoni (IF Press), L’ontologia civica di Eraclito d’Efeso (Limina Mentis), Grecità marginale e suggestioni etico/giuridiche: i Presocratici (IF Press), Libertà in frammenti. La svolta di Benedetto Croce in Etica e politica (deComporre) e Il pragmatismo analitico italiano di Giovanni Vailati (Limina Mentis). È con-direttore, insieme ad Ambra Simeone, de Il Guastatore – Quaderni «neon»-avanguardisti; è direttore de L’Arrivista; è direttore esecutivo della rivista internazionale Información Filosófica; è, o è stato, direttore delle collane Esprit (Limina Mentis), Nidaba (Gilgamesh Edizioni) e Fuzzy (deComporre Edizioni).