Tiziana Gabrielli, Il respiro dell’Aperto, con una nota di Marco Furia

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Tiziana Gabrielli, "Il respiro dell'Aperto"

 

"Il respiro dell'Aperto" di Tiziana Gabrielli, affronta con elegante precisione formale un'ardua materia.

Nulla più dell'aperto è privo di vincoli, schemi, paradigmi, per cui, si può ritenere nessun linguaggio sia in grado di farsi carico di tale argomento.

Tuttavia, con piglio dichiarativo, che talvolta sfiora il sospetto del manifesto poetico, Tiziana offre un'articolata sequenza d'accurati versi, mostrando di aver superato ogni timidezza.

In effetti, si parla dell'aperto per mezzo di tratti idiomatici che l'apertura non temono, anzi promuovono, tratti che, pur non rifiutando a priori le regole della logica, sanno porre in essere lineamenti dal senso specifico, allusivo.

Così, la suddetta accuratezza nella costruzione del verso, ben lungi dal costituire un ostacolo come potrebbe a prima vista apparire, si rivela originale cifra d'una poetessa consapevole di poter avvicinare l'ineffabile per via delle metafore, delle vivide suggestioni dei propri versi.

Se "La poesia ri - vela / la splendente / oscurità" ma non la dice, se "il mistero / dell'essere" resta tale e "l'Assente" rimane "innominato fiore", se, insomma, nemmeno il poeta può superare certi confini, è tuttavia possibile una partecipe testimonianza di tale stato di cose.

Solo chi conosce bene i propri limiti è in condizione di parlarne: la nitida scansione in esame ne costituisce chiaro esempio.

 

***

I. Ouverture

 

La poesia sta
prima della cosa, ver(ti)gine
                                   irriflessa,
impresentato Prius,
                       fonte battesimale
della parola-lingua
immemoriale madre
                                     aurorale

 

 

II. Il thauma dell’Origine

 

La poesia ri-vela
la splendente
                                      oscurità
germoglio e grembo
stupore muto
dell’Origine
                            - una e duplice –

soglia e varco,
sussurro
                    e respiro dell’Aperto,
dove risuona
inespresso
                                      il mistero
dell’essere

 

 

III. L’ora senza nome

 

La poesia ri-crea
l’Assente,
                            innominato fiore
che dice la vita,
                                     l’indicibile
pronuncia dell’Altro
che non cessa di affiorare,
                                     annunciare
l’evento
della parola-mondo

Negli interstizi dell’ombra
“riluce il silenzio”,
                                         il Senso

 

Tiziana Gabrielli è laureata in filosofia. Attualmente è impegnata sia nell’ambito della filosofia classica tedesca, sul rapporto tra ontologia ed ermeneutica nel pensiero contemporaneo, che sul versante dell’etica applicata e delle nuove declinazioni dell’estetica tra filosofia, arte e letteratura.. Come poeta è presente in numerose antologie e ha vinto premi nazionali e internazionali.