Gabriela Fantato, Parking America – in tre passi, con una nota di Marco Furia

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Gabriela Fantato, "Parking America - in tre passi"

 

Con "Parking America - in tre passi", Gabriela Fantato presenta una successione di versi in cui il dato biografico, già richiamato nel titolo, evoca immagini e riflessioni d'indubbia intensità.

Non si tratta, qui, si badi, d'una sorta di punto di partenza esterno, capace di provocare il divenire poetico, bensì d'una felice fusione di elementi tra loro non estranei.

Ogni avvio, a ben vedere, fa parte della storia e, in questo caso, non ne costituisce soltanto l'inizio: non ci sono principio e fine in un complesso che raggiunge la propria spiccata qualità di linguaggio originale e consapevole, aperto nella direzione d'un pensiero che è anche affetto, passione.

Così a

"La sosta - al motel, questo va bene.
Nel nero di questo Midwest assetato"

segue

"un letto a tenere la paura dentro
le tue ciglia"

secondo la cadenza imposta da tratti visionari persistenti, diffusi, non effetto di, ma naturalmente uniti a, esperienze comuni, quotidiane.

Molto significativo il quartultimo verso della seconda sezione:

"Una vastità".

La vastità dell'esistenza, enigmatica, mai comprensibile fino in fondo, eppure così ricca, così grande da non lasciare "mai scampo".

Tenace nella fedeltà ad un verso che non abbandona il lettore nemmeno nei momenti di massima apertura, sapiente nell'offrire immagini ben definite senza mai cadere nella descrizione fine a sé medesima, quasi premurosa nel proporre pregnanti riflessioni in maniera del tutto priva d'enfasi, Gabriela ci accarezza con tocchi per nulla superficiali, ma leggeri.

Anche se "Qui è tutto enorme".

 

***

II.

La stanza è quadrata, così nuda da fare
freddo alle ossa, così uguale
                               da implorare una casa
- nel temporale che sa di ferro.
Di nero.
Viene verso di noi e si scivola
piano come i sogni tagliati.
Il bianco sul fondo ha allagato le ombre,
il bordo nel tetto dove c’è l’ultima porta
non aperta, come tutte le altre.
Il cielo oltre le spalle trema,
spacca le finestre.
                                       Una vastità.
Dove vanno queste luci così gialle,
più sole di come si possa mai
essere nati un giorno?

 

Gabriela Fantato è poetessa, critica, saggista. Raccolte poetiche: Fugando, Book 1996; Enigma, Dialogolibri 2000; Moltitudine, in Settimo Quaderno di Poesia Italiana, a cura di Franco Buffoni, Marcos y Marcos 2001; il tempo dovuto, poesie 1996-2005, editoria&spettacolo 2005; Codice terrestre, pref. di Milo De Angelis, La Vita Felice 2008. Dirige la rivista di poesia, arte e filosofia La mosca di Milano e la collana di poesia, saggi e traduzioni Sguardi per l’editrice La Vita Felice.