Mario Pezzella, "Le nubi di Bor", Editrice Zona 2016, nota di Flavio Ermini

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È martellante l’interrogare di Mario Pezzella sul secolo da poco trascorso.

È un lavoro di interpretazione e di confronto con le grandi ideologie e i drammi del Novecento.

È un collocarsi su una soglia che registra la dissoluzione di tante certezze.

C’è un’impressione di quiete in questi testi ed è resa spesso con l’impressione di un movimento, che orienta la parola poetica sul dettaglio.

Nel poema vi è l’impeto di una lingua liberatrice, trasparente, simbolo della verità, verso la quale il linguaggio del poeta naviga senza affanno;

seguendo il soffio vitale di ciò che era nascosto e ora – all’inizio di un nuovo secolo – si va facendo trasparente.

La poesia di Pezzella si situa in quel punto in cui si incrociano linee temporali di sensibilità entrate in risonanza l’una con l’altra.

 

 

Il Secolo è finito

 

Era buia

era vera

trasparenza di sangue

 

una sezione di menti

su vene scoperte

 

atridi funesti giullari sovrani

 

chi resisteva,

nel buio

nel vero.

 

 

Dalla sezione II. Padre

 

Moneta rovente –

scambio di viatico in bocca

di padre in morto

di figlio in madre

 

ciondolante capitale invariabile.

 

***

Di padre in figlio

il nome dell’assassino

si tramanda saldo

c’indebita l’Oscuro

 

tu stai;

nell’oscuro pulsare,

nell’alone di tempo.

 

 

Dalla sezione III. Frasario

 

***

Il tuo solofono8

suona – dicevi –

per tutta la notte

nella stanza in disparte,

non senti il murmure di voci

insorgere

in giardini lontani.

 

La tua voce

dialoga gli Oscuri

tra le nubi di Bor.

 

8 Le nubi di Bor è un quadro di Klee.

 


Mario Pezzella si laurea a Pisa nel 1973 con una tesi sul pensiero di Walter Benjamin. Presso la Scuola Normale Superiore diviene ricercatore di ruolo, e lo rimane fino al 2014, anno in cui la sua mediocre fortuna accademica lo induce a dimissioni anticipate. Nel 1979-1980 ha collaborato a un seminario di Jacques Derrida presso l’Ecole Normale di Parigi. Ha conseguito con la tutela di Louis Marin il Doctorat de Troisième Cycle en Philosophie nel 1984, preso l’EHESS di Parigi e il DEA in Réalisation cinématographique seguendo i corsi diretti dal documentarista Jean Rouch a Nanterre. Ha insegnato Estetica ed Estetica del cinema, con affidamenti annuali provvisori, in diverse università italiane. Ha tenuto, su invito, un seminario presso l’EHESS di Parigi, in collaborazione con il Prof. Eric Michaud. E’ attualmente redattore della rivista Il Ponte, di Altra parola e collabora col Centro per la riforma dello Stato nella sede di Firenze.

 

OPERE PRINCIPALI

  • L'immagine dialettica, ETS, Pisa 1983.
  • La concezione tragica di Hölderlin, Il Mulino, Bologna 1993.
  • Il narcisismo e la società dello spettacolo, manifestolibri, Roma 1996.
  • Il volto di Marilyn, manifestolibri, Roma 2000.
  • La memoria del possibile, Jaca Book, Milano 2009.
  • Estetica del cinema, nuova edizione accresciuta, Il Mulino, Bologna 2010.
  • Insorgenze, Jaca Book, Milano 2014.
  • -Le nubi di Bor (poesie), Zona, Arezzo 2016.
  • -La voce minima. Trauma e memoria storica, manifestolibri, Roma 2017.