Allì Caracciolo, prosa inedita "Barbablu", premessa di Mara Cini

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Per scrivere su Barbablu di Allì Caracciolo prendo dalla mia libreria "Morfologia della fiaba" e "Le radici storiche dei racconti di fate".

Poi cerco anche "Pietre che cantano".

Forse quest’ultimo libro non mi servirà ma le sgranate arenarie, gli scolpiti profili di capra, angelo, fanciulla e un’arcata… di ali o di corna

non richiamano forse i capitelli di chiostro di cui parla l’etnomusicologo Marius Schneider?

Nel testo di Caracciolo sono evidenti alcune figure e corrispondenze indicate dalle analisi di

Propp: la foresta, il ciclo dell’iniziazione, i divieti, la segregazione, la sorellina, la

rappresentazione della morte…Nel contempo i lamentevoli gemiti, le urla stridenti dei muri

rimandano proprio alle pietre che cantano, alle figure simboliche del grido e del

linguaggio, ai suoni rituali scolpiti nella pietra.

Proseguendo nella lettura di Barbablu, seguendo l’autrice nel corridoio impercorribile,

aprendo le pesanti pareti minerali, gli sbarramenti, i velari e tutto il mondo calcareo,

fossile, metallico, ferruginoso che, attraverso trasformazioni alchemiche, prefigura l’arrivo

e la rinascita, abbandono l’idea di analisi colte. Mi ritrovo esattamente, anch’io, nel

racconto di bimba (…racconti storie come la bimba, si dice in Barbablu). Ricordo: l’anello

cade nel lago, o nel ruscello, e inizia il sub-acqueo, ansioso, periglioso, viaggio per

recuperarlo, incontro dopo incontro, prova dopo prova, porta dopo porta…

Caracciolo - Barbablù

Caracciolo - Barbablù

Caracciolo - Barbablù