Marco Mioli, poesia inedita "MMXVIII", premessa di Ranieri Teti

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C’è una geografia che può essere descritta solo da un poeta.

Forse è proprio la nostra, questa geografia: un luogo perduto che ha riferimenti altri.

Marco Mioli racconta la parte attiva della nostra consapevolezza, ponendo a tema da più prospettive

svariate condizioni che fondono, nel ritmo dei versi, pensiero e osservazioni.

L’autore pone a tema cose colte nel momento della loro debolezza, quando hanno ceduto le loro intrinseche certezze e sfumano nell'indistinto.

Eppure nel testo ci sono l’inverno, le nevi, le colline, l’alba, i tramonti. Ma tutto questo concorre a un poetico senza infingimenti, sotto l’impulso di un “tempo riflessivo”.

Tutto si trasforma sempre in altro, si deforma nelle metamorfosi, come ad esempio un accogliente e rassicurante lido, che diventa “il posto più lontano in cui essere”.

 

 

- MMXVIII

 

era stato l'inverno più piovoso di tutti

che non sta per vendetta

anche se ne ha la forma

 

in tempo riflessivo

il muso duro

non si scrosta

 

neanche con i saluti

niente

neanche con le grandinate

e le nevi

 

muta

ma almeno è un colpo

soffio di compressore

 

trattenere il carattere

fino a tirare dentro

quelle poche cose uscite

 

grammatica dell'omologazione

conforto dell'infinito noi

 

spruzzi di dio

 

le apprensioni materne

per i figli senza posto

 

la persistenza è una forma sghemba

una deformazione temporale

un sasso bianco pietra bianca

ricavata dalle colline vicine

 

i fori i trafori i sottopassi

le gallerie le funivie

le ovovie

 

districano rette parallele

che nemmeno euclide

che nemmeno l'alba i tramonti

le stelle

 

niente

 

cielo distrutto

per mancanza d'arcangeli

 

è come il lido

il posto più lontano in cui essere

 

l'italiano spalmato nel suolo

disperso

il passato è morto per sempre

come l'inizio di questa poesia

 


Marco Mioli (Montecchio Maggiore 1982) si laurea in Architettura presso l'Università IUAV di Venezia e successivamente studia Scienze e Tecniche del Teatro approfondendo una ricerca sulla relazione tra suono, spazio e scenografia.

Come critico d'arte ha pubblicato testi per artisti e mostre tra cui un'esposizione di arte contemporanea al Museo Archeologico di Napoli.

Le sue poesie sono finaliste al Premio Lorenzo Montano e al concorso Opera Prima.

Vive e lavora a Trissino (Vi) e Pola (Hr).