Italo Testa, "Tutto accade ovunque", Nino Aragno editore 2016, nota di Rosa Pierno

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Sembrerebbe non esserci alcuna categoria utile a incasellare conoscenza: “spalanco le porte / e le immagini si annullano / fermo gli occhi / e le immagini si schiudono”, tant’è che si è costretti a verificare anche le più elementari percezioni, per fabbricarsi, caso per caso, l’ambito di riferimento. Difficile tenersi a qualcosa che sia saldo, anche ciò che si crede di conoscere è non fondato e forse, per Italo Testa, nemmeno nel gioco di famiglia wittgensteniano c’è qualcosa che possa fondare una credenza. Persino il sé è totalmente azionato dagli altri. Nessun limite da nessuna parte. Nessuna cosa uguale a un’altra. Eppure una costante inversione fra ciò che accade in un interno e ciò che accade in un esterno: “cammino nella casa / e raccolgo i rami caduti”, oppure tra immobilità e movimento, ci avvisa che è possibile ancorarsi a qualcosa, non fosse che per il principio di opposizione. Quel che si esperisce con il corpo non è stabile allo stesso modo poiché la mente è scettica rispetto al corpo o almeno sembra potersi astrarre anche da esso o volerlo disperatamente fare senza riuscirci. In ogni caso è un io bloccato, alienato che non ha un codice condiviso di comunicazione, vive nell’arbitrarietà più totale. O forse nell’adesione a sé più completa.

 

Dalla sezione La casa perfetta

 

TUTTO ACCADE SIMULTANEAMENTE

 

sono seduta

e mi muovo verso una porta

sono seduta

e scivolo nel corridoio

 

TUTTO ACCADE SIMULTANEAMENTE

 

la foglia dell’albero nel giardino

cade sul mio tappeto

la foglia dell’albero nel giardino

trema sulle mie mani

 

 

anche oggi ho visto qualcosa

che spero di comprendere tra due giorni

anche oggi ho visto qualcosa

che spero di arrivare a comprendere

 

 

TUTTO ACCADE SIMULTANEAMENTE

 

le pareti bianche

si curvano sulla stanza

le pareti bianche del cielo

si curvano dentro la mente

 

TUTTO ACCADE SIMULTANEAMENTE

 

spalanco le porte

e le immagini si annullano

fermo gli occhi

e le immagini si chiudono

 

 

Dalla sezione I camminatori

 

camminano

rasenti ai muri

sugli autobus

si siedono tra i primi

non parlano

tenendosi le mani

si voltano

di scatto a un tratto

ti guardano

gli occhi grigi

campeggiano

poi scartano di lato

si alzano

serrando i pugni

e scendono

 


Italo Testa (Castell’Arquato, 1972) vive a Milano. È cresciuto nella provincia emiliana, ha passato molti anni a Venezia e fatto studi nomadi tra Francoforte, Berlino, Parigi e Marsiglia. Tra i suoi libri di poesia: L’indifferenza naturale (Marcos y Marcos, 2018); Tutto accade ovunque (Aragno, 2016);  i camminatori (premio Ciampi – Valigie Rosse, 2013; La divisione della gioia (Transeuropa, 2010), Luce d’ailanto Poesia contemporanea. Decimo quaderno italiano, Marcos y Marcos, 2010), canti ostili (LietoColle, 2007), Biometrie (Manni, 2005); Gli aspri inganni (LietoColle, 2004). Dirige la rivista «L’Ulisse», è resident dj su «Le parole e le cose» e collabora con altri lit-blog. Pubblica la rivista/poster «2×2» in collaborazione con l’Otis College di Los Angeles e l’ArtCenter College of Design di Pasadena, e cura per l’Accademia di Brera la collana di multipli non_identità e il laboratorio da>verso: transizioni arte-poesia. Saggista e traduttore, insegna filosofia teoretica all’Università di Parma.