Marco Mazzi

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Ricapitolazione (1997 crash)

 

***

 

il volo fu relativamente breve. l’aereo era più piccolo del primo. due uomini si avviarono verso una limousine che li attendeva. la macchina, il nastro adesivo fissato al retro dei sedili pieghevoli. guardai la macchina.

 

sto guardando la macchina, sto guardando un piccolo spazio recintato. la forma dei segnali radio, ogni numero è una finzione. la pelle, sì. l’aria viziata di un angolo di un bar. decine di pagine. sto scrivendo ciò che progetterò e complotterò di nascosto. scatti di rabbia occasionali, raffiche di insulti. le caverne sono meccanismi. il ciglio di una pozza è un meccanismo. il rumore d’acqua, i sensi, un apparato sensoriale privo di connotati e forma. tutto è meccanismo. tutto è un meccanismo di prova, come nell’animale. le sollecitazioni ambientali, una presenza separata. la rapidità, la chiarezza del meccanismo. la consapevolezza è qualcosa di più grande di questa caverna vivente. le pistole, sulle schiena. il linguaggio, o la matematica. mi sento stanco. sparare, e poi affermare che le cose si verificano al contrario. sparare e poi rovesciare gli sviluppi storici del campo. sparare, alle figure, ai bambini.

sto spingendo lo sguardo oltre le palme, fino all’enorme imboccatura a cupola del tunnel. sono praticamente solo su una remota massa di lava rappresa. nulla si riferisce alla desolazione circostante. un ammasso compatto di fusti metallici. ho voglia di fare un giro. il cavo di un generatore, penso, potrebbe essere una costante fonte di irriducibile piacere. sì, ma come. qui dentro, voglio vedere cosa si combina. ogni cosa potrebbe essere il contrario. la sigaretta continua a spegnersi. il corso delle nostre vite, al contrario. […]

 


Marco Mazzi è nato a Firenze nel 1980. È artista e fotografo. Laureato in Letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Università di Firenze, ha studiato pittura (tecniche contemporanee) presso l’ADA (Accademia d’arte) di Firenze. Ha preso parte a numerose residenze e workshop (con Jorge Peris, Base, progetti per l’arte, Firenze, 2007, Department of Eagles, Tirana, Albania, 2013-2015, Debatik Center, Tirana, Albania, 2016-2019). Ha realizzato video installazioni per il 798 Art District di Beijing (2006, a cura di Sergio Risaliti), il Komaba Museum di Tokyo (2007, a cura di Hideyuki Doi), il Watari Museum di Tokyo (2008, a cura di Koichi Watari), il MLAC (Museo laboratorio arte contemporanea) di Roma (2009, a cura di Lorenzo Carlucci), il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato (2018, a cura di Carlo Sala). Ha preso parte a importanti rassegne e mostre collettive sulla video arte internazionale, come la mostra “Il medium disperso” (MLAC, 2010). Fra le mostre personali, ricordiamo “Alessandro Piangiamore - Marco Mazzi” (2007, a cura di Gaia Pasi, Galleria Daniele Ugolini, Firenze), “Sussuntivi” (2018, a cura di Erica Romano, Galleria Cartavetra, Firenze). Nel 2015 è stato fotografo di scena per il progetto “Albanian Trilogy” di Armando Lulaj (Biennale di Venezia, Padiglione Albania, a cura di Marco Scotini). Vive e lavora fra Firenze, Tokyo e Tirana.