Clio Nicastro

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Da “Sulle interruzioni”

 

***

Vorrei ammazzarti in mezzo ai fiori,

ma è solo un lapsus di lettura.

La bandiera svizzera sul balcone di fronte è invisibile al buio.

Ne distinguo i contorni,

progressivamente,

mentre il cielo si fa bianco,

così pallido che l’alba è un canto di uccello senza colore.

La facciata del palazzo sputa i suoi dettagli,

uno per uno.

Il cane sdraiato dietro l’inferriata è una panca di legno.

Un occhio scivola sul fremito veloce del basilico violaceo e non so più se ho sfiorato le tue labbra.

Ero già un passo avanti nella stanza di fianco.

 

Bisogna sapere di poter tornare

-tu dici-

ma io ho già dimenticato dove.

 

***

Malattia è la definizione corrente

per un pensiero che riposa con un braccio al muro

e una mano nella bocca per recuperare il tempo perduto.

 

Faccio lo stesso e voglio che sia diverso.

Spietato giudizio

senza scampo,

fermare le parole a cui dare ascolto anni prima.

 


Clio Nicastro (Palermo, 1984), nata e cresciuta in Sicilia, vive da quattro anni a Berlino dove lavora come ricercatrice in filosofia e teoria del cinema all’ICI Institute for Cultural Inquiry. Recentemente ha scritto su Aby Warburg, Harun Farocki, Adelina Pintilie, Philip Scheffner, Agnès Varda e, nell’ambito della sua riflessione sul concetto di empatia, sta sviluppando un progetto sulla rappresentazione cinematografica dei disordini alimentari.

Nel 2012, nell’ambito del programma delle residenze d’artista “Salotto contemporaneo” promosso dal Museo Lucio Piccolo (Capo D’Orlando, Messina), ha presentato la raccolta di poesie e illustrazioni (di Tothi Folisi) Il libro segreto dei cani morti.