RicercaCarte nel VentoSostieni la poesia Indica il Il catalogo generale di Anterem edizioniTutti i tag di Anteremtags in Carte nel ventoDicembre 2006, anno III, numero 5
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Convegno su MontanoSono stati pubblicati da QuiEdit gli Atti della giornata di studio dedicata dalla Biblioteca Civica di Verona e da Anterem a “Lorenzo Montano e il Novecento Europeo. Gli interventi qui riuniti sono di Giorgio Barberi Squarotti, Flavio Ermini, Gio Ferri, Claudio Gallo, Maria Pia Pagani, Tiziano Salari. Curatore degli Atti è Agostino Contò, a cui si deve l’introduzione al volume. Viaggio attraverso la gioventù di Lorenzo MontanoViaggio attraverso la gioventù di Lorenzo Montano viene edito per la prima volta da Mondadori (1923). Successivamente l’opera sarà pubblicata da Rizzoli nella collezione B.U.R. (1959), con un saggio di Aldo Camerino (1901-66). Tale saggio viene riproposto in questa terza edizione, che si presenta arricchita da una biografia e una bibliografia aggiornate, a cura di Claudio Gallo, oltre che da una riflessione interpretativa di Flavio Ermini. La poesia del pensieroIntervista con Flavio Ermini a cura di Antonio Ria Flavio Ermini è stato intervistato da Antonio Ria il 15 gennaio 2013 negli studi di Milano della RSI / Radiotelevisione svizzera – Rete 2. Nuclei centrali dell’intervista sono stati: il suo ultimo libro Il secondo bene (Moretti&Vitali, 2012) e la poetica della rivista “Anterem”. Contenuti più vistiChi è on-lineCi sono attualmente 0 utenti e 0 visitatori collegati.
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Italo Testa, da “I camminatori”, Valigie rosse, 2013, nota critica di Rosa PiernoNe “I camminatori” di Italo Testa, in cui il protagonista segue dei prsonaggi che dichiara essere differenti dagli umani pur avendone la sembianza, con ciò indicando quanto in loro vi è di dissimile da un comportamento usuale, si percepisce nettamente l’altro come simbolo di incomunicabilità e di estraneità. Ma è lo stesso autore a metterci sull’avviso perché l’altro potrebbe essere anche un bluff “ se pensano / sempre a qualcosa / o fingono”. Infatti, potrebbero voler sfuggire a qualsiasi tentativo di definizione. Evitano gli ostacoli che l’autore sembra immettere sul loro cammino, ma d’altra parte costringono l’autore a un monologo, infatti, in tale traumatica situazione, l’autore pone a se stesso domande: sono fra loro solidali, presentano in qualche occasione un tallone d’Achille che manifesti il loro pensiero o la ragione del loro essere refrattari all’umanità? Gli altri sembrano causare alla voce narrante anche una sorta di invidia perché: “ non danno mai l’idea / di perdersi / padroni di se stessi / e vigili / in ogni situazione”. Egli li pedina e finisce con il fare la loro medesima vita, diventando, di fatto, come loro: “ho provato a seguirli / in incognito / a pedinarli / percorrere / i loro itinerari erratici / a stargli alle spalle / unisono / marciando al loro passo / a vivere / andando sulle strade”. E l’inevitabile – prevedibile – finale è: “ovunque tu cammini / camminano”. Nient’altro se ne può dire e, però, sembra già tutto detto. “I camminatori” sembrerebbe, pertanto, essere un testo che rifiuti il commento: non costringerebbe altrimenti il critico a seguirlo pedissequamente quanto inutilmente in una sorta di grado zero della scrittura (lì dove già la poesia risulta volutamente priva di qualsiasi accensione lirica). Ci ricorda un quadro nel quadro, un’azione che innesca negli altri una reiterazione, una scena filmica (pensiamo a quel Buster Keaton così amato da Beckett e ad alcuni recenti film di fantascienza). Si tratterebbe, dunque, di qualcosa che appartiene al nostro bagaglio d’immagini, ma che non richiede necessariamente un’interpretazione. Ecco, si direbbe che il bersaglio polemico sia proprio il senso, che l’autore vuole tenere fisso, puntare con gli spilli, quasi rendere asfittico, trattandosi qui di un testo surrettizio, in cui viene cioè taciuta intenzionalmente qualche circostanza fondamentale, in questo caso, la macchina testuale stessa: volontariamente azzerata, quanto più esposta allo sguardo, si direbbe. Se però il senso è sotto accusa, l’appunto iniziale sull’illeggibilità dell’altro fa da contraltare ricordandoci che la ricerca del senso è una necessità insopprimibile. (r. p.)
*** camminano rasenti ai muri sugli autobus si siedono tra i primi non parlano tenendosi le mani si voltano di scatto a un tratto ti guardano gli occhi grigi campeggiano poi scartano di lato si alzano serrando i pugni e scendono
*** non sembrano mai farti caso proseguono e niente li distoglie s’avviano semplicemente ognuno alla sua meta ma simili e sempre più numerosi s’avvistano lungo le strade si incrociano in ogni luogo ovunque tu cammini camminano
Italo Testa vive attualmente a Milano. Ha pubblicato La divisione della gioia (2010), canti ostili (2007), Biometrie (2005), Gli aspri inganni (2004). Suoi testi sono stati tradotti in inglese, francese, spagnolo e tedesco. Ha scritto diversi saggi sul pensiero contemporaneo e sulla teoria critica.
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