Ranieri Teti su Appunti d’iperestetica di Anna Maria Dall’Olio

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Anna Maria Dall’Olio introduce il lettore alla sintesi di un metatesto, posto al confine, al quadrivio, tra esperienza estetica, etica, arte, forma poetica.

Quattro angoli che sommati generano una sorta di grado ultimo delle possibilità espressive.

In questo frangente di vita estetica l’arte penetra l’etere del mondo / il pianeta s’annuvola di bello.

Il mezzo testuale usato consente gli scarti semantici che caratterizzano la poesia, quando “libera” diventa al verso successivo “libra”, oppure dove una diagnosi è anestesia da estasi.

E’ presente nel testo una sorta di discontinua continuità tra quello che l’arte è e quello che l’esperienza artistica dovrebbe rappresentare; sono evidenti sia il contrasto alle riflessioni critiche autorefenziali, sia la proposta di un rapporto diretto con l’opera.

C’è infatti, espresso con la tensione generata con l’andare a capo della poesia, il grande tema della fruizione dell’arte che per l’autrice dovrebbe avere destinatari interagenti; questo stesso tema si propaga e si allarga anche a chi la produce, fino al monito “di fronte al frutto del lavoro estetico / l’arte non fugga non s’apparti”.