Laura Caccia su Inventario dei gesti di Enea Roversi

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Il senso dell’umano

Ci sono gesti che / possiedono la grazia”, scrive Enea Roversi in “Inventario dei gesti” dove si declinano, nella tripartizione della raccolta, azioni “Di disperazione e rabbia”, “D’amore” e “Di vita quotidiana”.

E la gratitudine e la riconoscenza pervadono i gesti, nella ricerca del senso dell’umano, tra differenti azioni e stati emotivi.

A partire da quelli connotati da angoscia e disperazione, solitudine e atti estremi, in una tensione, benché impossibile, a “dimenticare il male”.

Nei gesti d’affetto la grazia è connotata dall’assenza di parole, non come sofferta afasia, ma, come leggiamo, “eloquenza del non dire”, espressione silenziosa “di quelle incertezze / docili e sublimi” attraverso le quali percepire “il rumore / come di senso compiuto / estraniazione nuova”.

Nei gesti quotidiani, tra prepotenze e abusi, emerge, con i ricordi familiari, la gratitudine, come registra l’autore, del “condividere il sorriso / la stretta di mano”, “azioni che / partono da lontano”, che “hanno qualcosa in comune”.

Un catalogo del patrimonio umano che è mosso dalla ricerca di dare significato alle azioni e alle relazioni: “Dare un senso / alle cose che si fanno / a quelle che non / si fanno”, riflette Enea Roversi, così come “pensare: è troppo presto / riconoscere che ormai è tardi / per trovare il senso / eppure lo cercherai / domani, ancora”.