Cecilia Rofena: Agogiche

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Nota critica di Giorgio Bonacini

 

L’arte della musica è una componente fondamentale di ogni forma di poesia: nel senso che anche la poesia è ritmo e suono, e tutto quanto da essi si sviluppi nella composizione ed esecuzione del testo, anche come sola voce mentale. La raccolta di Cecilia Rofena è, in tal senso, di una coerenza assoluta: sia in superficie (la titolazione, generale e specifica, si richiama ad aspetti musicali tecnici ed espressivi), sia nella sua struttura profonda, dove la gestualità sonora interagisce alle fondamenta dei significati che il verso genera.

Tutti i testi sono intessuti da un linguaggio ricchissimo di rime, allitterazioni, consonanze e dissonanze che ne fanno una vera e propria partitura. Tanti sarebbero gli esempi, ma questa poesia, intitolata In atto (ellittica) che cito per intero, nella sua brevità è esemplare: Attratto/ traguardo/il limite/astratto/azzardo/cui riesco,/pensiero/come/dardo. Ed è anche, e forse più, significativa per andare oltre la musica verso un pensiero poetico di esuberanza emotiva, mai ingenua, dove si coglie il senso del lavoro che l’autrice scava in sé: “Mi volto e cerco il volto/che sorprende e comprende/che il caso sospende/.../” Una versificazione, dunque, dove tutto concorre a fondere un’idea di poesia in un’idea di vita: “contro la solitudine/si spinge il verso/.../contro la sete/versa il verso/.../contro la morte/diverso verso/.../contro e accanto/.../sostare nel canto.”

Ecco la caratteristica portante di questa raccolta poetica: attraversare con la parola la sua stessa superficie sonora, dandole un rilievo che la porta a far emergere dal presente umano i temi di un soggetto profondamente addensato nella creazione in versi: “essere in versi/lentamente essere/limpidamente vivere.” Una dichiarazione, come si vede, di limpidezza assoluta e di forte naturalezza.

 

Testi poetici

 

Allemanda

Ogni errore conserva il sapore
amaro il danno, forte il rumore
delle parole avare, copre il suono
di verità afferrate, scoprendo
il passo di realtà poco mature
per scolpire un destino,
forse d’avvenire già sature.

Satire amare della corsa a vivere
furiosa aria alla finestra
si affaccia uno sguardo:
strada maestra, nuova via
dove non perdere, dove vedere
le sere promettere fedeli, e via
ritornare precoci e sapute

infinite nascite e morti,
infine morti e rinascite.

 

Mentalmente o par coeur

Avere a mente volti
veri scopi, corpi esatti
ansie leggere d’istanti
predetti i moti e voci
di un ritmo di attimo
in attimo più prossimo
a perfezioni
del minimo battito
tenere a mente
teneramente.

 

Cecilia Rofena (La Spezia, 1973) si è laureata in filosofia con Remo Bodei e Aldo Giorgio Gargani presso l’università di Pisa. E’ autrice di contributi su riviste filosofiche. Sue poesie sono comprese in antologie, tra cui Altramarea, poesia come cosa viva (Campanotto, 2006).