Luigi Ballerini, Albino Crovetto, Franco Falasca

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Sezione “Opera Edita”
Patrocinio: Provincia di Verona

Testi tratti dai tre volumi vincitori

Luigi Ballerini
Cefalonia, Mondadori 2005

Dalla “Notizia dell’Autore”:
“Cefalonia è un poemetto dialogato, in realtà un momologo a due voci, in cui la funzione contestuale è affidata al racconto, per brevi e saltuari cenni, dello sterminio dei soldati italiani della Divisione Acqui compiuto dai tedeschi nei giorni successivi all’armistizio divulgato l’8 settembre 1943.
Parlano Ettore B, soldato italiano caduto in combattimento (ma forse fucilato), e Hans D, uomo d’affari tedesco nato con la camicia, ovvero capace di cadere in piedi, sia prima, sia durante, e sia, soprattutto dopo i combattimenti.” (…)

Ettore B

le tinga dunque un altro le camicie aborrite dal regime, le rifaccia drip
and dry, le affidi a un mercato eccitato, splendidamente rinnovato,
assiepato, più dinoccolato di Gary Cooper, più allampanato di Buster
Keaton, vittima d’insidia, non di eroico furore. Ma io vago insepolto,
elargito a sroposito, e mi è chiara la violenza di un pensiero in linea
retta, che si posa sui clivi e sui colli, con arpe d’oro, e riposa su torri
atterrate, un pensiero che non sa dirsi: “torna indietro”, come carta
giocata incautamente, come parola accolta ma non da noi generata (…)

Hans D

fortunato al gioco, in amore, coi libri che ho letto e non ho letto,
non sto qui a sifolare l’Aida giorno e notte. Il problema è che una
Deutschland uber alles sorride, implacata e vile, nel volto idiota
del presidente texano , con abito medio, macchina e moglie medie.
Nessuno è più libero di non strafare, nessuno che abbia diritto
di sapere come andrebbe a finire se amore fosse amare per forza
chi ci ama o ci guarda da sotto in su per ricordarci chi è che comanda.
Non è peccato, no, per carità, non è peccato, ma giocare per vincere,
sapendo di avere già perduto, questo, mi dispiace, non era nei patti

Albino Crovetto
Una zona fredda, Niebo-La Vita Felice 2004

Dalla “Presentazione di Milo De Angelis”:
La poesia di Albino Crovetto, aguzza e scheggiata, parla di una dimora che viene meno, di un uomo che non abita più dove respira, di un esilio nel cuore del luogo amato. Poesia che un furioso assedio disincarna fino alla linea. Poesia attraversata da fenditure, solchi, materia screpolata. Figure di buio, freddo, sparizione, ferite senza sangue. (…)

Da Scaglie

quietamente gli occhi
bucati dalla veglia
aprono fiumi
macerie in movimento
per difendere memorie
ora un furioso assedio

*

ma passano il fiume
con clamore e lutto
spenti
dentro il mese più caldo
crollano
dentro un quadrato vuoto
dentro un gelido rogo

Da Una zona fredda

Sono due luci lontane
esistono solo nella notte
dei suoi occhi
negli atomi perfetti
segnati con violenza
ogni volta che crollano
di colpo nella neve
se gridano
se diventano linee
o due fessure di vita.

Franco Falasca
Nature improprie, D’Ambrosio 2004

Dalla “Postfazione di Francesco Muzzioli”:
(…) Una poesia della complessità, dunque, che punta sulla mescolanza, l’incrocio, il montaggio, componendosi in una sorta di geroglifico verbale. Il punto di partenza di Falasca può essere trovato nel modo che la sensazione assume nell’epoca della modernità avanzata, in presenza di una focalizzazione percettiva che dilata i particolari e inventaria il loro evento rispettando l’occorrenza caotica della vita. (…)

Appunti descrittivi

Ruote
Schiacciate sopra i sassi del viale
E tra gli sterpi zingari
Dai volti scuri coperti d’ombre
E di riflessi
-le tende
a formare un vano triangolare-

l’asfalto
d’estate caldo e dall’odore di bitume
l’asfalto viscido scuro e bituminoso

tra gli steli spinosi e le foglie verde-chiaro
e larghe delle leguminose

ed intorno sulle rocce, qualche portone
con il vestito bianco

le tende grigie e bagnate dei venditori

dal contorno ovale
con i capelli scomposti sollevati
in due ciocche

gli edifici giallastri
sui prati dalle superfici ineguali

sotto l’insegna di lamiera arrugginita
i cerchioni adagiati in buche del terreno

il volto ombreggiato
le mani sotto il mento
i capelli sulla fronte
la guancia inclinata da un lato