RicercaCarte nel VentoSostieni la poesia Indica il Il catalogo generale di Anterem edizioniTutti i tag di Anteremtags in Carte nel ventoFebbraio 2019, anno XVI, numero 42
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Convegno su MontanoSono stati pubblicati da QuiEdit gli Atti della giornata di studio dedicata dalla Biblioteca Civica di Verona e da Anterem a “Lorenzo Montano e il Novecento Europeo. Gli interventi qui riuniti sono di Giorgio Barberi Squarotti, Flavio Ermini, Gio Ferri, Claudio Gallo, Maria Pia Pagani, Tiziano Salari. Curatore degli Atti è Agostino Contò, a cui si deve l’introduzione al volume. Viaggio attraverso la gioventù di Lorenzo MontanoViaggio attraverso la gioventù di Lorenzo Montano viene edito per la prima volta da Mondadori (1923). Successivamente l’opera sarà pubblicata da Rizzoli nella collezione B.U.R. (1959), con un saggio di Aldo Camerino (1901-66). Tale saggio viene riproposto in questa terza edizione, che si presenta arricchita da una biografia e una bibliografia aggiornate, a cura di Claudio Gallo, oltre che da una riflessione interpretativa di Flavio Ermini. La poesia del pensieroIntervista con Flavio Ermini a cura di Antonio Ria Flavio Ermini è stato intervistato da Antonio Ria il 15 gennaio 2013 negli studi di Milano della RSI / Radiotelevisione svizzera – Rete 2. Nuclei centrali dell’intervista sono stati: il suo ultimo libro Il secondo bene (Moretti&Vitali, 2012) e la poetica della rivista “Anterem”. Contenuti più vistiChi è on-lineCi sono attualmente 0 utenti e 4 visitatori collegati.
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Rosa PiernoDa Anterem 73, “L’esperienza della percezione”Rosa Pierno da Trasversale … È diviso tra il desiderio di credere a quello che vede e il desiderio di ritrarsi … Immagina un altro essere che guarda l’orizzonte da un’altra terra … Ci si può approssimare a qualcosa senza sapere a che cosa ci si stia avvicinando … Orbite, sovrapposte a cerchi e a sfere, mostrano trasparenze inusuali la cui unica spiegazione risiede nella loro dislocazione all’interno di un disegno, non certo del sistema solare. Oltre ai nostri corpi e al vuoto non v’è più nulla. Solo noi nel mondo. Né inferi né superi. Se è vero che le cose universe non debbono ridursi di mano in mano al nulla, ma debbono permanere indistrutte, corpi non possono essere divisi in nessun modo. È questo l’assioma dell’amore. L’indivisibilità degli amanti. Molecole giocano a rimpiattino o si bendano per non cadere nella monotonia di legami simmetrici. Momenti di transizione elettrici e magnetici ravvivano la monogamia del singoletto e polarizzano l’attenzione verso altri stati. Sfruttando le diverse combinazioni si può rendere visibile ciò che era latente, un interesse per la trigonometria. Per le relazioni amorose geometriche a tre. Moti vibrazionali e vere e proprie scene di tripudio accompagnano ogni accoppiamento inusitato. Gli accoppiamento vibronici non avvengono utilizzando arti meccanici. Le novelle simmetrie rappresentano le infrazioni, gli stati molecolari proibiti dall’ortodossia. Rapporti integrali assumono di norma la posizione speculare o quella retrograda. La traslata si attua quando la molecola interagisce con altri gruppi di appartenenza. Ciò che è simmetrico è ben equilibrato. Dal proporzionale, in cui il rapporto delle lunghezze è razionale, si passa al giusto mezzo: stato d’animo che dista ugualmente dagli estremi del bene e del male, ma, qui, si trapassa dall’estetica alla morale con un salto ingiustificato. I moti relativi dei corpi in un dato spazio non sono identici, poichè il tempo rallenta e accelera. È relativo l’amore come pure il dissapore. È necessario prendere in considerazione le storie personali, le capacità innate e la preparazione culturale. Prima di uscire dalla stanza per entrare nello spazio siderale, deponi un bacio sulla mano, non darmi un addio di circostanza. Ipotizzando spostamenti, sempre limitati, anche in altre direzioni, non si può escludere che non finisca con l’incrociare un corpo di forma sinusoide, biondo. La relatività non si può applicare al caso fortunato. L‘incontro può rapidamente stabilizzarsi e diventare un fenomeno solido nel tempo. Sperimentalmente si può calcolare ciò che non è relativo: la grandezza dell’amore, la durata siderale di un istante emozionale. Il passaggio dalla percezione alla descrizione si potrebbe esemplificare con il passaggio dal moto esperito al moto astratto. Per esperienza lo spazio non è isotropo, ma lo diventa con accorte selezioni, con locali astrazioni, con dirozzamenti puntuali. Dalle cose naturali alle cose ideali. Da cui discende l’invarianza delle leggi del movimento sotto condizioni precise. Leggi matematiche devono essere valide anche in mondo sublunare. Sensate esperienze e certe dimostrazioni è il metodo di sempre. Manifeste esperienze, accuratissime osservazioni s’intrecciano a disegni geometrici e ad assunzioni. E con l’ausilio di opportuni dispositivi si può vedere anche dove l’occhio non arriva. Che importa discettare sull’essenza d’un astro, se sia di polenta o sia diamante, se se ne può osservare il comportamento e considerare che i nostri sensi potrebbero ingannarci. Attenersi ai fatti può impedirci di scrivere libri di poesia in cui il vero scientifico non è considerato e in cui gli astri sono presi in considerazione solo per la loro indifferenza e crudeltà o per il loro mirabile scintillare che rapisce gli ingegni e annebbia la vista con vapori e fuochi. Nell’infinito è possibile tutto ciò che al nostro intelletto appare impossibile e contraddittorio. Ci si può amare solo nell’infinita proiezione, nell’impossibile fondazione. Complicazioni, contrazioni non ci avvicinano a un punto medio, a una convergenza, nemmeno su una linea che ha svolgimento infinito. È del tutto puntuale un nostro allineamento, un gemere all’unisono, un godere simultaneo. L’universo sebbene non coincida né col sole né con la luna è tuttavia sole nel sole e luna nella luna. Molteplicità degli enti contratta in unità dell’universo. Universo non è nulla senza te che lo abiti. Senza di me che ti osservo. Due elementi non possono unirsi bene da soli senza l’intervento d’un terzo: occorre infatti che fra loro due intercorra un legame per tenerli uniti, che non sia necessariamente quello della gelosia. Quando, infatti, di tre corpi c’è un termine medio che sia in relazione a entrambi, che sia cioè in relazione all’ultimo ciò che il primo è in relazione a lui e viceversa il medio sia in relazione al primo ciò che l’ultimo è in relazione al medio, allora, diventando il medio primo e ultimo e l’ultimo e il primo entrambi medi, tutti diverranno necessariamente un solo corpo dalle proporzioni ideali. Statua di marmo scolpita per sempre nella retina. Elementi errano nell’aere, non discernibili senza la mediazione della massa. Se nessun vento smuove il sistema, l’unico moto naturale è quello mentale. Parti mobili possono essere azionate anche meccanicamente. Alleggerendo i pesi, forando le forme non addiviene a un equilibrio diverso. Nel suo mondo non domina la simmetria. Impalcature di filo di ferro e torri sostengono un movimento costruttivo sensibile al vento della storia. Nessuna tra le forme è più perfetta di un’altra e nessuna meno adatta a vivere. E le più semplici non è detto che siano le più antiche. Vantaggi non si rinvengono necessariamente nelle forme evolute. Che le cose modificandosi migliorino è professione di fede. Queste pagine sono tratte da: Rosa Pierno, Trasversale, Verona, Anterem Edizioni, 2006 – libro vincitore della XV edizione del Premio Feronia, Città di Fiano.
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