Flavio Ermini

All'incrocio tra poesia e filosofia

TRA FILOSOFIA E POESIA

Charme e kairòs è il titolo dell’intervento che Lorenzo Barani (filosofo, docente della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari) ha svolto nel corso degli eventi legati alla cerimonia conclusiva del Premio Lorenzo Montano, il 17 novembre 2012.

È un intervento affascinante; che tocca temi cari ad Anterem e ai nostri lettori; temi all’incrocio tra poesia e filosofia. Lo proponiamo sul nostro sito a tutti coloro che non hanno potuto ascoltarlo dalla viva voce di Barani.

Da sempre filosofia e poesia sono destinate all’incontro, a un dialogo tutt’altro che semplice perché passa attraverso l’intercettarsi di forme diverse di tempo, un intersecarsi di differenze temporali apparentemente irriducibili. Il taglio dell’attimo, che batte in sé e fuori di sé, è al contempo sia farsi presente di ciò che appare sia processo del suo disparimento. In esso la filosofia legge l’intervallo, il da…a, il farsi argomentativo del pensiero necessario. Dentro al medesimo taglio del tempo, la Poesia ascolta la gratuità felice della parola esatta. Due voci diverse dello svelamento del donarsi del tempo che proprio in quei differenti luoghi fa risuonare la sua formidabile bellezza che è prodigiosa potenza dell’ulteriorità dei divenire. Charme è, dunque, bellezza; ma è anche seduzione – bellezza seducente.

Presagire la trascendenza come scarto interno al divenire, questo è il dono del kairòs e, al contempo, è lo charme dell’esistenza.

 

Novità editoriali di Anterem

Copertina Bosco.e Copertina Silhouette

Il Premio Lorenzo Montano conosce un momento di grandezza con la premiazione dei poeti vincitori e con le giornate di lettura dedicate agli autori finalisti e segnalati. Ma non si esaurisce con questi eventi.

Con molti poeti il dialogo continua oltre la cerimonia conclusiva. E’ un confronto poetico che porta talvolta alla pubblicazione di opere di rilievo.

E’ accaduto quest’anno con Silvia Comoglio e Paolo Fichera, due poeti che si sono distinti nel corso della ventiseiesima edizione del Premio.

Di Silvia Comoglio abbiamo pubblicato la raccolta “Silhouette”, di cui anticipiamo ai nostri lettori alcune pagine e la postfazione di Giorgio Bonacini.

Di Paolo Fichera abbiamo pubblicato la raccolta “Bosco”, di cui anticipiamo l’incipit e una notizia.

I due volumi sono editi nella prestigiosa collezione di scritture “Limina”, inaugurata lo stesso anno in cui venne fondata la rivista “Anterem”: nel 1976.

n. 85, L’irriducibile al sé

Il dire non è soltanto un viaggio dentro noi stessi.
Ciò che a noi interessa lo custodisce l’irriducibile al sé.

Silvano Martini

Numero 85 (dicembre 2012)

È in distribuzione il numero 85 di “Anterem” (dicembre 2012). Ha per titolo “L’irriducibile al sé” ed è dedicato all’“atto del dire”, allorché siamo chiamati ad assumerci la responsabilità di mantenere la parola in cammino, così come viene sottolineato nell’editoriale di Flavio Ermini: “Mantenere la parola in cammino significa renderla irriducibile al sé, consentendo in tal modo la piena apertura dell’essere, così com’è: nella sua evidenza, senza alterazioni”.

Anterem 85

 

Convengono al dialogo su questo numero poeti e pensatori di rilievo internazionale, in un succedersi articolato di poesie e saggi, come già risulta evidente dal sommario.

Di particolare rilievo la poesia di `Abd al-Rahmân Jâmî, poeta persiano del Quattrocento tradotto da Iman Mansub Basiri e Carla De Bellis.

Vanno altresì segnalate due nuove varianti della “cacciata dal giardino”, narrazioni scritte espressamente per “Anterem” da Yves Bonnefoy, nella traduzione di Feliciano Paoli.

Per chi ancora non è abbonato alla rivista “Anterem”, riteniamo che questo sia il fascicolo ideale per iniziare a confrontarsi con il nostro cammino di ricerca letteraria iniziato nel 1976:
www.anteremedizioni.it/chisiamo_presentazione

L’abbonamento ad “Anterem” è biennale e consente un aggiornamento costante sulle più significative tendenze poetiche internazionali.

Abbonarsi è facile. Per informazioni: www.anteremedizioni.it/rivista_abbonamenti_e_richieste

Su "Anterem" 85 riflessioni e notizie di Danilo Di Matteo, Paolo Cremisini,

 

Carla Stroppa

Si è da poco conclusa da XXVI edizione del Premio di Poesia Lorenzo Montano.

Come ogni anno, nell’ambito delle cerimonie di premiazione, la rivista “Anterem” ha promosso un importante Convegno di poesia. Tra gli interventi più preziosi ricordiamo quello di Carla Stroppa.

Convegno di Poesia

Premio di Poesia Lorenzo Montano. XXVII edizione

Locandina del Premio di Poesia Lorenzo Montano. XXVII edizione

"Anterem" è una tra le riviste di poesia più autorevoli in Europa. Promuove la conoscenza di forme stilistiche e di pensiero che trovano nella necessità e nella bellezza le loro ragioni. Pubblica poesie e saggi degli autori più significativi della contemporaneità ed è oggetto di studio nelle principali università e nei licei. Ha periodicità semestrale ed è distribuita in alta tiratura a livello internazionale.

Nel corso degli anni, intorno alla rivista hanno trovato spazio varie iniziative documentate sul nostro sito. Tra queste, la più importante è il Premio di Poesia Lorenzo Montano, giunto quest'anno alla XXVII edizione. Il Premio si articola in cinque sezioni: "Raccolta inedita", "Opera edita", "Una poesia inedita", "Una prosa inedita", "Opere scelte".

I poeti vincitori, finalisti e segnalati leggeranno i propri testi nel corso di un grande convegno multimediale che coinvolgerà musicisti, editori di poesia, critici letterari e filosofi, esponenti di siti web e riviste specializzate. Per questi autori la Giuria del Premio proporrà una serie di riflessioni critiche, nell'ambito di un approfondimento teorico sulla poesia contemporanea.

Scarica il bando del Premio.

Per ricordare Silvano Martini (1923-1992)

Silvano Martini

Ci sono scrittori che dedicano la propria vita interamente alla letteratura.

Sono scrittori che vivono esclusivamente “per scrivere”, tanto da vivere quasi “di nascosto”, nella discrezione e nella riservatezza, lontano dai riflettori mediatici, in nome di una grande libertà espressiva.

Silvano Martini, la cui opera è stata definita “innovativa, audace, coltissima” da Gilberto Finzi, fa parte di questa aristocratica schiera di letterati.

Con la sua ricerca letteraria – di grande fascinazione e forza linguistica – si è sempre tenuto lontano dall’audience e al di qua del mercantile consumo editoriale, anche se ha sempre potuto contare su un selezionato gruppo di affezionati lettori.

Ha raccolto la sua opera poetica e narrativa in sei volumi e ha fondato nel 1976 con Flavio Ermini la rivista “Anterem”.

Scrittore dell’immaginazione e della purezza linguistica, è stato un profondo e originale interprete del fervido clima di ricerca che ha caratterizzato gli anni Sessanta e Settanta del Novecento.

Nel ventennale della sua scomparsa e gli amici poeti di “Anterem” lo hanno ricordano in un convegno che si è tenuto il 17 novembre presso la Biblioteca Civica di Verona. Relatori sono stati: Agostino Contò, Paolo Donini, Stefano Guglielmin, Tiziano Salari. L’incontro è stato curato da Flavio Ermini e Ranieri Teti.

Leggi l’intervento di Paolo Donini
Leggi l’intervento di Stefano Guglielmin
Leggi l’intervento di Tiziano Salari

Una nuova esperienza del tempo in un saggio di Lucio Saviani

Finestra per Lucio Saviani.jpg

L’Eterno ritorno dell’Uguale e il “pensiero abissale” di Zarathustra non sono una riproposta del tempo ricurvo, circolare (Aiòn) di stampo greco e pagano in opposizione al tempo rettilineo cristiano-borghese (Chronos). Del resto, già nel pensiero dei greci Aiòn e Chronos erano complementari e non opposti. La redenzione a cui Zarathustra guarda si contrappone soprattutto al carattere di durata continua che soggiace a entrambe i modelli di temporalità in questione. L’annuncio di una nuova esperienza del tempo, intorno a cui gravitano tutti gli altri momenti della dottrina nietzscheana, non risiede nella ripresa del flusso ciclico del divenire. Zarathustra rivolge il suo sguardo “pieno di terrore” ai suoi discepoli quando incontra quell’autentico pensiero abissale che è l’Attimo (Kairòs). Il tempo “cairologico” di Nietzsche è il pensiero dell’Attimo, in cui si eccede il corso lineare del tempo, la durata. Il tempo come insieme di occasioni, ‘grappoli’ di eventi. Nell’eterno ritorno, la volontà è Amor fati, ma questa volta amore per il ritorno dell’eterno, il ritorno degli Attimi. Anche nelle opere Nietzsche Aiòn è il nome del fanciullo eracliteo che ripetutamente ricrea il divenire e rinnova i casi del mondo.

Leggi il saggio di Lucio Saviani

 
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