Iria Gorran, videolettura; poesia inedita "Verona rupes", nota di Ranieri Teti e presentazione dell’Autrice

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Verona rupes

è questa la notte?
la notte in piedi che decide
la notte bianca dei conigli
ultravioletto violento tra
magnetismo gravità
bande spettrali sequenze intermittenti
frequenze asperse
elongazioni
orientali benedizioni
fotometrie di qui a la stella quella alta a l’apparenza spinta radiante
sorgente arrossa
cala energia
nell’ultimo segnale musicale onda al perielio
una boccata presa a caso sopra il lungomare
stacco strappi sottili ceneri arguzie senza testo a fronte
seguo l’osservazione misurabile l’inclinazione
tra incudine tempi scomposti
arrischio strettoie angolari
a favore di buio
corro di là
di là vantano effetti possibili


***

Quando il primo verso è una domanda, una domanda che potrebbe essere tratta dal dialogo interrotto di un film d’autore o dal monologo interiore di un viaggiatore notturno, cosa succede dopo, nel testo?

Qui succede qualcosa di caosmico, tra gravità, frequenze, fotometria, stelle.

Il pretesto, come ci dice il titolo “Verona rupes”, è spaziale, e riguarda la scarpata più alta del sistema solare. Ma essendo un pretesto, consente a Iria Gorran di dispiegare una ridda di effetti interstellari, accompagnandoci in un mondo di elementi rarefatti, rappresentato nel momento di fluttuazioni inimmaginabili che la poetessa traduce in versi calibrati sulla dimensione umana. Proprio qui risiede la bellezza particolarissima di questa poesia: nella trasposizione terrena di un tema celeste, nel passaggio tra il perielio e, quaggiù, una strettoia.

Così, tra il lontanissimo e il possibile, da ultravioletti e magnetismi a “una boccata presa a caso sopra il lungomare”, Gorran ci rende partecipi di multipli viaggi che, probabilmente inconsapevoli, continuiamo a compiere; ci porta in un punto della notte che è rischio senza paura, in un punto dove si accendono i sensi.

L’ideale accompagnamento musicale, il sonoro per questa poesia potrebbe essere il brano “Interstellar overdrive” dei Pink Floyd.



(presentazione dell’autrice)


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Iria Gorran (1957) ha origini croate e formazione classica. Fa esperienze teatrali in Sicilia; segue studi di Architettura a Roma. A Firenze frequenta l’Università Internazionale d’Arte e l’Atelier di Paola Bracco. A Genova lavora al restauro degli affreschi della chiesa della Santissima Annunziata, con interventi di ancoraggio e consolidamento. A Milano frequenta la scuola di Pinin Brambilla Barcilon e si occupa del Cenacolo di Leonardo. A Montalto Pavese lavora al restauro di tele del Seicento nella pieve di Sant’Antonino Martire. Testi di riferimento: Il corvo e i racconti del mistero di Poe, la Commedia di Dante. Ancoraggi filosofici: la scuola ionica di Mileto e Parmenide. Risiede per lunghi periodi a Vienna e a Londra. Vince “Opera Prima” 2018 di Anterem Edizioni con la raccolta “Corpo di Guerra”.