Ilaria Biondi, audiolettura dalla raccolta inedita “Madri dolorose”, nota di Laura Caccia

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Offrire parole

Come può la parola dare voce ad atrocità e strazi al limite dell’indicibile? Facendosi gemito e balbettio oppure lingua razionale di analisi o ancora, piuttosto, sussurro intenerito che offra un diverso sguardo, un altro dire nel toccare il dolore?

In Madri dolorose Ilaria Biondi, nelle sue venti storie poetiche, lasciate nude, di madri abusanti e abusate, maltrattanti e maltrattate, riesce a portare la sofferenza ad altezza e leggerezza tali da consentire di trovare parole che possano musicarne il respiro.

La voce che racconta si fa spesso roca, spezzata, “le parole si seccano” così come “un verso scordato inciampa”, ma è soprattutto il linguaggio lirico a prendere il sopravvento. Quasi un controcanto in opposizione alle efferatezze che mette in luce, cullando la sofferenza “col passo lieve del pettirosso in volo”.

Come a sottrarre le storie tragiche di maternità dolenti da altri modi di narrarne e interpretarne il buio. Con un diverso modo, ci mostra Ilaria Biondi, di considerarne la sofferenza qualunque ne sia l’origine, senza retorica, senza esibizione, senza valutazione di giudizio. Curandone l’ombra, le pieghe nascoste. Cercando di toccarne il silenzio, di dargli voce: tutto quello che di autentico, di fronte al dolore, la poesia ha la grazia di offrire.

 

(audio)

 

VI

 

Mi è cresciuta fra le mani

questa conchiglia al sapore di vento

la accosto al petto

nella stagione chiara delle ciliegie

quando il mattino rincorre le spore

irrequiete dell’estate

io la sento, sfiorare sottile i miei capezzoli

orfani di figlia

nell’inganno di quiete

che fa vuota la pancia


 

VII.


 

Ti porterò nell’erba bianca di neve

col passo lieve del pettirosso in volo

sotto l’ombrello celeste di baci

e di canzoni al sole

la gonna corta e le scarpette a fiori

avremo frange di cielo e specchi di stelle

ventagli di gigli a chiamare l’estate

il profumo giallo delle ginestre

sulle tua fronte piccola senza più capelli

per cancellare nelle sere d’argento

l’odore di fenolo che piange la pelle


 

XI.


 

Ritrovata carrozzina abbandonata

nell’aria d’inverno il pianto bianco

di una neonata


 

Mi divori di latte e sangue

col tuo pigolio di bucaneve

mi sfondi le asole del cuore

e cancelli la grammatica spaurita

delle mie parole

non ha peso il mio pianto

né il silenzio delle mie carezze

sono una lucertola stanca

che raccoglie le ultime schegge

di un’estate bianca

mi nascondo fra le gambe dei salici

impazienti di chimere

mentre annego nella placenta abortita

delle mie ferite

ficcate – una a una – nella brocca del buio


 

XIV.


 

Non sono pronta a spostare le parole

sul palmo di una mano sconosciuta


 

– le parole si seccano

come panni stesi sugli spigoli del vento

si stacca, nel vuoto della testa,

la meridiana smarrita dei miei pensieri –


 

le gonne dei sogni di maggio

si scolorano nei cassetti spalancati

dei ricordi all’ombra

di una memoria fragile, di me

di chi ero e sono

di chi, forse, sarò ancora


 

appoggio il silenzio delle unghie

sul filo esiguo delle ultime sillabe

allo sbando

un verso scordato inciampa

nelle mie cellule dementi

– dimmi, figlia,

per quanto tempo sarò ancora

io?


Ilaria Biondi nasce a Parma nel 1974 e vive in un piccolo borgo dell’Appennino Parmense. È laureata in Lingue e Letterature Straniere e Dottorato di Ricerca in Letterature Comparate.

Attualmente si dedica all’insegnamento, benché a tempo parziale, con incarichi presso la scuola primaria e come titolare di corsi di lingua straniera e di letteratura per adulti. Ama lavorare con i bambini e organizza periodicamente, in forma gratuita e volontaria, letture animate, laboratori poetici e creativi.

Si occupa di poesia, traduzione letteraria e critica della traduzione, con particolare interesse per la letteratura al femminile, la letteratura fantastica e la letteratura per l’infanzia. Sue aree di studio principali sono la letteratura francese ultracontemporaine e quella belga francofona.

Sue traduzioni e suoi contributi sono apparsi su diverse riviste letterarie cartacee, tra cui “Quaderni di Synapsis”, “Comunicare Letteratura”, “Ottocento”, “Experience” e “Leggere Donna”.

Collabora con alcuni blog e siti letterari (“Cultura al Femminile”, “Gli Scrittori della Porta Accanto”, “La Bottega dei Traduttori”, “Sognaparole Magazine”, “La Stanza di Virginia”) con articoli, recensioni e traduzioni (dal francese all’italiano e nella combinazione inversa).

Nel 2011 pubblica il volumetto a carattere biografico-critico, Raymond Radiguet. Giovinezza perduta, eterna giovinezza (Delta Editrice). Nel marzo 2017 pubblica la sua prima silloge poetica, In canti di versi (Edizioni Il Papavero) e nel dicembre dello stesso anno una raccolta di haiku, L’età dell’erba (Fusibilia Libri). Nel settembre 2018 esce la sua terza silloge poetica, Corpo di vento (Controluna Edizioni), che le vale una Menzione d’Onore al Concorso nazionale di poesia e narrativa Va Pensiero.

Sue poesie sono presenti in diverse antologie: Antologia del Premio Letterario «Age Bassi 2003» (2004, Milano, Montedit); Tracce 04. Lo scarto, Antologia della Quarta Biennale di Giovani Artisti e del Primo Premio Letterario per Giovani Autori «Effetto Notte», (2004, Felina (RE), Nuova Tipolito); Veglia. 24 agosto 2016 (2016, Selfpublishing); Caro papà. Le parole non dette, in collaborazione con “Gli Scrittori della Porta Accanto” (2017, Selfpublishing); ChiaroScuro, in collaborazione con “Gli Scrittori della Porta Accanto” (2017, StreetLib); Perle d’amore – volume IV (2018, Apollo Edizioni).

La sua poesia Le sonagliere dell’alba è stata selezionata per l’agenda 2019 Il segreto delle fragole dell’editore Lietocolle. Un suo racconto figura nell’antologia Mille voci contro la violenza (La Strada per Babilonia, 2018), a cura di Emma Fenu. Di prossima pubblicazione il racconto “Il mio nome era Silvia” all’interno dell’antologia Caro maschio… che mi uccidi (in corso di stampa-FusibiliaLibri). Un suo racconto per bambini è inserito nell’antologia Favolando–I colori della diversità (Apollo Edizioni, 2017), di cui è anche co-curatrice. È di recente stato pubblicato il breve racconto per bambini Lettera alle Parole (FaLvision Editore), di cui è disponibile anche la trascrizione in lingua Braille.

In collaborazione con la Community “La Bottega dei Traduttori” ha pubblicato la sua traduzione dal francese del breve romanzo di George Sand, Cora (ottobre 2017) e il racconto di Paul Arène Il buon vischio, facente parte dell’antologia in due volumi Cosa c’è sotto l’albero? Fiabe, racconti e leggende dal mando da scartare insieme (2018, Youcanprint).