Ultima pagina, Francesca Marica: altri collages, una nota

La nuova serie "C'è questa donna che parla, parla tanto" nasce come evoluzione dei lavori risalenti al 2020 “D'ailleurs c'est la fête” e pone al centro della narrazione l’elemento femminile.

Vengono qui ospitati sei piccoli collage realizzati su carta bristol dove il bianco della pagina, il nero dell’acrilico e il rosso dello smalto creano una struttura che si fa elemento portante per volti e parole sempre al limite della reticenza.

Pur presentandosi le due serie in rapporto tra loro, al minimalismo e all’essenzialità dei lavori del 2020 - dove non c’era spazio per l’elemento figurativo e pochissimo spazio era riservato alla parola -; si contrappone la complessità dei nuovi che hanno deciso di aprirsi alla caoticità del mondo guardando le cose per come sono o per come accadono con il coraggio che è proprio della realtà delle cose. Alcuni dei versi usati in funzione didascalica (Ciò che non vedo/ vedo meglio; Lasciatemi l’estasi – vita – da vulcano; Portatemi via tutto) sono della poetessa Emily Dickinson nella traduzione italiana di Silvia Bre.


Francesca Marica, poeta e artista visiva, è nata a Torino e vive a Milano.

Tra gli ultimi suoi lavori in versi: Concordanze e approssimazioni (2019), Ti scrivo da dove sono (2022). È presente nell’antologia Babel, Stati di alterazione a cura di Enzo Campi (2022) e nell’opera collettiva Passaggi, a cura di David Watkins e Luca Chiurchiù (in corso di pubblicazione).