Marzo 2013, anno X, numero 19

Daniela Attanasio, poesia inedita, con una nota di Marco Furia

Tre per cento

 

Conosciamo solo il tre per cento della materia

il resto si restringe e si espande in millesimi di pensiero.

Qual è la differenza fra la lanugine svolazzante

dietro la porta della cucina e la polvere

dell’universo? materia dispersa – roccia gas fuoco e terra

la maglietta bucata sotto l’ascella o lo scudo d’Achille

istoriato e battuto a caldo visto in trasparenza

Stefania Negro, poesia inedita, con una nota di Marco Furia


Ondoso fluttuare  di risacca

esala di marine il profumo salmastro

e aleggia nel vento l’anelito del

tempo, ore comprese nel sole, nel fuoco

stellare e nel dissipar della luce

del buio notturno vertiginoso varco

verso l’altrove, universo dilatato

nell’erranza della coscienza. Siamo

fotoni, buchi neri, acqua che scorre, ortica

pungente, mirto inebriante, alterazione,

mutazione perenne, scivolando di continuo

nel qui ed ora sofferto e gioioso, lucido e

Silvia Favaretto, prosa inedita, con premessa di Mara Cini


La lingua si forma nella gabbia del corpo. Un principio squisitamente fisiologico che di norma sembra sfuggire ai più. Ma quando e dove, precisamente, ha origine questa vocazione? Quando si nasce o non piuttosto quando si inizia a usare la lingua della madre e della propria comunità, quando ci si sporge sul mondo intenzionalmente con i propri pensieri?

Andrea Lorenzoni, poesia inedita, con una nota di Marco Furia

Il verso “conoscenza dell’irrazionale, proprio” chiude il battente ritmo del componimento di Andrea Lorenzoni con una sospensione (all’avverbio “proprio” non segue alcun punto) che, a mio avviso, partecipa dei caratteri dell’apertura.

Ciò che è  meramente sospeso rimane interrotto, incerto, chiuso in sé, mentre ciò che è aperto si offre al mondo o, anche, semplicemente a un evento contingente.

Rinaldo Caddeo, prosa inedita, con premessa di Mara Cini


La riflessione sulla creatività in poesia può portare verso direzioni impreviste. Laddove si ipotizza una volontà si incontra un enigma: la scrittura “dice” e insieme interroga. Laddove si prevede una collaudata struttura sintattica si presenta un effervescente processo alchemico: il mondo rinasce da un gesto. Il principio della casualità, sempre fecondo nell’arte, fa poi germinare altre significanze latenti.

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