Flavio Ermini

Saggi brevi

Addentrandosi nella Lettura

Il saggio breve è un genere letterario che ha una storia di particolare rilievo nella letteratura, anche nella modernità. Si pensi alle opere di Leopardi e Baudelaire, ma anche, in tempi più recenti, a quelle di Valéry, Eliot, Benn, Brecht, Macchia, Magris, Bonnefoy, Zanzotto.

In connessione con i settori più avanzati del sapere contemporaneo, la rivista "Anterem" ha - sin dalla sua fondazione - privilegiato questa forma letteraria nell'accostarsi alle questioni cruciali del pensiero poetico. Ha contribuito così a dare visibilità all'esistenza autonoma e specifica di questo genere letterario, che fra tutti è quello in cui si esprime il massimo di autoriflessione, di consapevolezza, di volontà progettuale.

Adriano Spatola

“Anterem” è una rivista di ricerca letteraria. Le varie serie attraverso le quali negli anni la rivista ha svolto il suo lavoro segnalano le varie strategie per giungere a pronunciare la parola originaria.

La terza serie della rivista (1983-93), dedicata alle “Ragioni della poesia”, ha ospitato più volte Adriano Spatola (1941-1988), un autore che non ha esitato a “sprofondare lo sguardo nell’anima del vasto mondo” come indicava Novalis, in un confronto serrato con le parole e con la loro “malattia”, come imponeva Giacomo Bergamini (1945-2004) (cfr. La malattia delle parole, Anterem Edizioni, 1997).

I testi di Spatola che proponiamo sono tratti dai numeri 25, 31 e 38 di “Anterem”.
A questo autore la casa editore Diabasis ha dedicato un volume curato da  Eugenio Gazzola: Al miglior mugnaio (2008).
In seguito alla lettura di tale opera, Marco Furia e Mara Cini, poeti e redattori di “Anterem”, ma anche stretti collaboratori di Spatola negli anni Ottanta, dedicano le loro testimonianze, proponendo anche immagini inedite di rilievo.

Un’ulteriore testimonianza è quella di Luigi Fontanella. È di grande rilievo per gli emozionanti e inediti particolari biografici che porta alla luce.

Sempre di Marco Furia proponiamo un omaggio a Spatola.

Una galleria di immagini degli anni Settanta e Ottanta fornite da Luigi Fontanella e da Mara Cini danno un’idea dell’epoca in cui è maturata l’esperienza di  “Tamtam”. Epoca in cui “Anterem” ha mosso i primi passi.

"Il miglior mugnaio" di Marco Furia

Il miglior mugnaio

Una recensione di Al miglior mugnaio – Adriano Spatola e i poeti di Mulino di Bazzano, di Eugenio Gazzola, non può non tenere ampio conto, oltre che del testo in sé, della figura cui lo stesso è dedicato: un atteggiamento, mi pare, rispettoso delle intenzioni dell’autore, il quale mostra, nel corso della sua attenta ed elegante disamina, vero e proprio affetto nei confronti di ambienti e persone.

Quale immagine scaturisce dalla lettura?

"Al miglior mugnaio" di Mara Cini

“AL MIGLIOR MUGNAIO”

Adriano Spatola e i poeti del Mulino di Bazzano

Cerco in libreria il recente “Al miglior mugnaio” di Eugenio Gazzola, edizioni Diabasis, e la commessa mi chiede se si tratta di un libro di cucina.

Benedetti librai! dice Flavio. Maledetti! dico io.

Velimir Chlebnikov

Velimir Chlebnikov Velimir Chlebnikov (1885-1922), uno dei maggiori esponenti del Futurismo russo. La sua costante ricerca della libertà lo porta a creare il cosiddetto “linguaggio transmentale”, che rappresenta il vertice della sua ricerca espressiva. La sua opera è studiata da Ju. N .Tynjanov e tradotta in italiano da A. M. Ripellino.

Osip Mandel’stam (a settant’anni dalla morte)

Osip Mandel’stam

Settanta anni fa moriva . A testimonianza della sua attualità riportiamo un passo del saggio di Pascal Gabellone, tratto dal numero 77 di “Anterem” appena pubblicato:

La poesia di Mandel’stam ci riguarda a partire dalla violenza della sua scomparsa, del suo essere un disperso. E’ all’interno di questa modalità di rapporto, inscritto nell’elemento della distanza abissale (“l’essere disperso”) che la più grande prossimità è resa possibile, quella della traduzione, del poema che nomina e rende presente (“il nome di Osip ti viene incontro...”). Ciò che “s’avanza fuori dalla sua scomparsa” non cessa di appartenere a quella sparizione. E’ la fedeltà della parola, o in altri termini la sua capacità di dimorare nel tempo, nonostante tutto...

Ricordiamo il grande poeta riproponendo la sua voce e alcune vertiginose  poesie, tratte da precedenti numeri di “Anterem”, le Ottave e una scelta dai Quaderni di Voronez, tutte nella traduzione di Elena Corsino.

Osip Mandel’stam (1891-1938), nato a Varsavia da famiglia ebraica, studia a Pietroburgo, Parigi, Heidelberg. Muore in un campo di concentramento stalinista.  

n. 77, Forme di vita

E immaginare un linguaggio significa immaginare una forma di vita.
Wittgenstein

Nella poesia viene alla pronuncia la physis nel suo fiorire: quella “natura” che si nasconde fuori dalla storia, ma prima e a suo fondamento: nel tempo originario.
Questa dislocazione produce nella parola una rottura, un cambiare rotta, in un vero e proprio manifestarsi del luogo che ci è proprio e che ci rende propri.

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