Osip Mandel’stam (a settant’anni dalla morte)

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Osip Mandel’stam

Settanta anni fa moriva . A testimonianza della sua attualità riportiamo un passo del saggio di Pascal Gabellone, tratto dal numero 77 di “Anterem” appena pubblicato:

La poesia di Mandel’stam ci riguarda a partire dalla violenza della sua scomparsa, del suo essere un disperso. E’ all’interno di questa modalità di rapporto, inscritto nell’elemento della distanza abissale (“l’essere disperso”) che la più grande prossimità è resa possibile, quella della traduzione, del poema che nomina e rende presente (“il nome di Osip ti viene incontro...”). Ciò che “s’avanza fuori dalla sua scomparsa” non cessa di appartenere a quella sparizione. E’ la fedeltà della parola, o in altri termini la sua capacità di dimorare nel tempo, nonostante tutto...

Ricordiamo il grande poeta riproponendo la sua voce e alcune vertiginose  poesie, tratte da precedenti numeri di “Anterem”, le Ottave e una scelta dai Quaderni di Voronez, tutte nella traduzione di Elena Corsino.

Osip Mandel’stam (1891-1938), nato a Varsavia da famiglia ebraica, studia a Pietroburgo, Parigi, Heidelberg. Muore in un campo di concentramento stalinista.