Flavio Ermini

Zakhor-Ricorda. Alle scaturigini della scrittura (poetica)

Clemente Condello

y podrás conocerte recordando
del pasado soñar los turbios lienzos
Antonio Machado

Zakhor-Ricorda. Alle scaturigini della scrittura (poetica)

Postille a "Ante Rem"

 Anassimandro
Anassimandro

Gerald Edelman docet, la memoria è immemoriale. “Zakhor” ci mostra un cammino (estetico-filosofico, letterario e filologico) nel quale si incrociano sostanze aromatiche (uniscono l’anima vegetativa a quella animale) e suoni (uniscono quella animale a quella razionale). Seguendo il cammino s’arriva al roveto ardente e all’estasi di Mosè. Continuando, ci si ritrova all’infinito. A quello letterario di Leopardi, certo, ma anche a quello filosofico dell’Apeiron di Anassimandro, entrambi alle origini della vita, alle scaturigini della scrittura (poetica). Questo saggio di Clemente Condello porta a riflettere ulteriormente sulla temativa affrontata con il n. 53 di “Anterem”: “Ante Rem” (dicembre 1996)

Amici della Scala

AMICI DELLA SCALA

c.so Venezia 16, Milano

Palazzo Serbelloni 

mercoledì 6 ottobre 2010, ore 18

Incontro con Carlo Sini e Vincenzo Vitiello

in occasione dell'uscita del volume di poesia di Flavio Ermini

Il compito terreno dei mortali (Mimesis, 2010)

L'albero della Poesia

Nell’ambito dell’iniziativa “L’albero della poesia”, prima edizione, a cura di Luigi Cannillo e Gabriela Fantato, si svolgerà domenica 26 settembre alle ore 17 a Villa Sioli, Senago (MI) l’incontro: “Destino: la parola e il tempo” con Milo De Angelis, Giancarlo Pontiggia, Ida Travi. Interventi musicali: Adalberto Borioli.

La rassegna si svolgerà dal 26 settembre al 3 ottobre 2010.

Il programma pone in esergo una citazione di Giovanni Pascoli: “Il poeta è colui che esprime la parola che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detto”.

Per ulteriori informazioni
www.insiemegroane.it/root/Eventi/schedaevento.asp?idEvento=9089

Aporie del politico. Note sul conflitto

Aristotele  Giambattista Vico 
Aristotele                                   Giambattista Vico

Karl Marx                 Thomas Hobbes
Karl Marx                                            Thomas Hobbes

Nel saggio [pdf 145KB] che Andrea Bellantone propone ai visitatori del nostro sito, viene svolta una riflessione approfondita e aperta sul conflitto come concetto fondamentale del politico, alla luce del quale si analizzano alcuni temi derivati (la differenza, il sacro, la rappresentanza, l'ansia, il corpo, la passione, la storicità, etc.) attualmente al centro del dibattito filosofico. Il testo, già apparso in lingua russa presso gli “Annali per il dialogo tra le culture” (Mosca, 2009) costituisce il nucleo centrale di un articolo che apparirà in lingua italiana sulla rivista “Iside”. La tematica alla quale questo saggio porta un importante contributo è “Eterotopie”, affrontata sul n. 58 di “Anterem” (giugno 1999),

Alessandro De Francesco. Vers un paradigme poétique

Per accostarsi compiutamente alla poesia che “Anterem” da trentacinque anni propone, è necessario essersi misurati con i poeti della grande tradizione europea e con il pensiero che riconosce le proprie radici nella scuola ionica fondata da Talete.

Tra i pensatori del Novecento i riferimenti obbligati sono Heidegger e Wittgenstein.

Heidegger e Wittgenstein
Heidegger
Wittgenstein

A questi autori Alessandro De Francesco (1) ha dedicato una relazione all’École normale supérieure lettres et sciences humaines, a Lione, nel corso del seminario “Méthodes poétiques” diretto da Éric Dayre. La relazione ha per titolo: Vers un paradigme poétique: de Heidegger à Wittgenstein. La tematica alla quale questo saggio porta un importante contributo è “Anacrusi”, affrontata sul n. 74 di “Anterem” (giugno 2007), numero introdotto da una riflessione di Blanchot: «L’anacrusi, presso i greci, è senz’altro un semplice preludio, per esempio quello della lira. Ma in alcuni esempi del diciannovesimo secolo si complica... L’anacrusi. Non una parola, appena un mormorio, appena un fremito, meno del silenzio, meno dell’abisso del vuoto; la pienezza del vuoto, qualcosa che non si può far tacere, che occupa la totalità dello spazio, l’ininterrotto, l’incessante, un fremito e già un mormorio, non un mormorio ma una parola, e non una parola qualsiasi, ma una parola chiara, giusta, alla mia portata».
 

(1)
Alessandro De Francesco (1981), poeta e performer, ha tenuto letture e conferenze in Europa e Stati Uniti. Ha tradotto Deguy, Roubaud, Ducros, Celan, Gräf. In Opera Prima (2008) ha pubblicato Lo spostamento degli oggetti. Suoi lavori in “Anterem” 75, 76, 77, 78, 79, 80.

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