XXVI Edizione (2012) - Esiti per Opere scelte

ANTEREM
RIVISTA DI RICERCA LETTERARIA
 
Premio di poesia e prosa
Lorenzo Montano

 
V E N T I S E I E S I M A E D I Z I O N E ( 2 0 1 2 )

“Opere scelte”

 

 

Patrocinio Regione Veneto

Il riconoscimento è destinato dalla Giuria del Premio a Vincenzo Vitiello, per aver orientato il pensiero oltre i canoni acquisiti e i sistemi già dati, al fine di cogliere una parola rivelatrice – filosofica e insieme poetica – in grado di registrare i mutamenti che accadono nel sottosuolo della storia. Il premio viene a ttribuito a Vitiello proprio per aver esplorato la natura di tali sommovimenti, i quali, prima di apparire alla superficie della coscienza, si annunciano attraverso segni la cui interpretazione è sempre difficile e rischiosa, avendo essi a che fare con la verità dell’essere. Con tali motivazioni, grazie alla decisiva partecipazione della Regione Veneto, viene riconosciuta a Vitiello la pubblicazione di una raccolta di riflessioni selezionate tra quelle che più compiutamente danno conto del suo lavoro, ovvero della necessità di individuare nell’essere il luogo essenziale in cui il nostro destino si decide. L’opera ha per titolo Una filosofia errante e viene edita nella collana “Itinera” di Anterem Edizioni. È introdotta da un intervento di uno dei più significativi filosofi italiani, Carlo Sini, Accademico dei Lincei, il quale si rivolge, in forma di discorso, a noi lettori con questo esplicito invito: «Leggete bene, con grande attenzione e con l’aiuto indispensabile di letture ripetute e molteplici. Sentite per esempio cosa scrive Vitiello a un certo punto: “Essere nel mondo e nel tempo del mondo senza però essere del mondo e del tempo del mondo…”: ecco, cosa vi dicevo? La verace natura filosofica non si smentisce mai. Persegue la verità nelle sue vie, anche quando dice che non vi è modo di raggiungerla, che bisogna anzi sottrarvisi, che della famosa “cosa stessa” non bisogna darsi poi troppo pensiero, ma che è invece meglio affidarla e confidarla alla seconda persona, alla voce del tu che sempre di nuovo ci rimette in questione, che mette in scacco le pretese dell’io, con i suoi supposti sguardi panoramici».