Autori del Premio Montano

Fabio Poggi


 

Da Convesse, concave
 

scrivere inverno binario 4

finché non transitano foglie

l’aria sta ritta

di vetro


 

sopra la stazione

una chiesa avevano tirato su e in pochi

nelle stagioni a indurire

rasoterra parlavano


 

c’è voluto un ago

per gli anni da intagliare

c’è voluta una freccia

per ricamare

Danilo Grossi


 

La pelle sbucciata  
 

La pelle sbucciata,

nudo sulla strada

del mondo,

dove s’incontra

nessuno.

La parola cede

in un attimo,

sillaba soltanto,

lo sguardo rabbercia

l’attorno.

Il vento arriva

dall’infinito,

arcuando i fiori

che sbocciano

ai bordi, ai confini

della nostra proiezione.

Le caditoie del nulla

presto inghiottiranno

Anna Maria Pes

In transito

 

Vagone passeggeri Convoglio nel tunnel del vivere

Assonanze/Dissonanze nelle scelte (de)finite dell’Esistere

Accelerazioni/Rallentamenti nell’antitesi del quotidiano

Fumo/Nebbia Scelte offuscate

e…e…e…/o…o…o…affanno semantico ricerca di parola

 

Pendenze ripide Desiderio di ripresa Scambi obbligati

La valle lontana La cima tortuosa La stazione deserta

Angelo Mocchetti


 

Certo qualcosa

 

Certo qualcosa. Il silenzio

in faccia al nulla.

Un mare di ghiaccio sotto il sole,

lo stesso cielo fragoroso e chiuso

a ritornare al giorno

un patto di piccole eternità.

L’orologio di casa, una nuvola,

l’orto, il soffio, la ferita

di una vigilia spezzata

da una sillaba nel petto

a sentire la solitudine

ascoltare l’anima se esiste.

Alda Cicognani

anima sottile
 

non sarà per un tempo infinito

dunque non economizzare

lascia che solo il limite

fra il giorno e la notte segni

la fioritura fra te e il mondo

tutti i sorrisi che vuoi donare

l’apertura delle tue mani

il dono illimitato di te

così sarai eterno

più che nelle pagine nei colori

nelle oreficerie delle note

sarai nei ricordi di quel sorriso

quel giorno quel momento

le parole come linimento

Adalgisa Zanotto

Da D’ora in poi

***

vorrei scrivere sui muri ancora caldi di estate

che la vita sparsa in ogni stagione

inventa una casa nella nostra            una pancia nella pancia

                          e noi dovremmo starle vicino

Nadia Agustoni

L’essere umano ha umiliato il suo simile, degradandolo a mera cosa da possedere, sacrificandolo al profitto.

La fabbrica, così come si è rivelata nel Novecento, con le sue rigide, militaresche gerarchie, è ancora una realtà. Così com’è ancora una realtà la divisione in classi che impone agli ultimi di essere marchiati a fuoco come animali e incatenati l’uno all’altro.

Eloisa Ticozzi

da “Figli segreti”

 

Le parole che io dicevo

come rifugi di preghiere e di credenze

clandestine

 

il desiderio di concentrare vita e morte

nella parola più segreta del corpo.

 

Quell’unico occhio dell’universo mi chiamava a sé

e io rimanevo animale

che si spogliava di carne e di pelliccia,

dalla lingua squarciata di parole

 

e i piedi nudi sulla terra

Giancarlo Stoccoro

Da “Tema con variazioni”
 

***

Visitavi il mio sguardo

con la complicità dell’aria

barattavi la distanza

istante per istante

con un muto respiro
 

***

I sogni migrano altrove

e tu cuci asole d’alba

trasformi la notte

in un laboratorio di luce 

 

***

Darai fiducia a questo sguardo

che interroga le voci nel sonno

e tiene a battesimo desideri
 

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