I nuovi libri della redazione / 1

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Copertina libro 'Dispositivi' di Stefano Guglielmin

 

Questo libro evidenzia la centralità dei dispositivi nella nostra esperienza quotidiana, scegliendone alcuni di esemplari rispetto al poetico e alla salute. Essi si rivelano decisivi nella determinazione del soggetto che scrive e che vive, al punto da condizionarne la stessa possibilità di esistenza. Il poeta, infatti, si definisce attraverso lo stile, che altro non è che la messa in atto di specifici dispositivi retorici. Lo stesso vale per gli apparati che ci determinano in quanto esseri umani in grado di sopportare la precarietà del vivere: filosofie, processi biochimici, procedure sanitarie e scelte di campo definiscono il nostro modo di essere-nel-mondo, in un’età in cui del soggetto non è rimasto quasi nulla, giacché volontà e libertà si irregimentano secondo modelli di cui egli non dispone, ma che lo dispongono, anzi lo indispongono in un aperto già tutto mediato dal potere. Guglielmin prosegue la sua ricerca sulla finitudine, mettendo in scena un io plurale, contraddittorio eppure ostinatamente alla ricerca di un senso, ma tutto ancora da costruire e decostruire, dove gli opposti – autenticità / inautenticità, natura / cultura, elitario / popolare, interiore / esteriore – non sono che imprescindibili dispositivi del presente, spesso figli dell’alienazione.

 

Ossitocina

Credi che l’amore sia l’angelo che ti offre o rapisce Beatrice

che sia il meglio dello spirito umano, e invece, non è che l’unione

dell’ossitocina col feromone, una questione d’olfatto, l’inibizione

del demone limbico, prefrontale: l’amore, come il senno di Orlando,

sale, è un liquore sottile e molle che esala, una cura spray che si inala.

 

L’ossitocina, fra l’altro, induce il travaglio, mette l’utero in subbuglio.

La si inietta con una pompa d’infusione, graduando la pressione.

Prima però serve una prostaglandina dentro la vagina, il misopròstolo

per esempio, e un catetere: si prepara la pista d’atterraggio all’apostolo

che plana senza ippogrifo. Così l’amore è tutto terrestre, pedestre.

 

Serotonina

Dici: sto bene, le cose mi vanno bene, non ho bisogno di niente,

sono in pace con me stesso. Credi che dipenda da come sei,

da come sono le cose, dal modo in cui tu e le cose state insieme.

Se sei felice invece, per dirla senza antifona, è grazie al triptòfano,

una linfa benedetta da cui sboccia un alcaloide detto del buongiorno.

 

Il paradiso è un’isola di cioccolato senza rischi iperglicemici

e Dio è femmina, col suo nome tonico, da bambina: Serotonina.

 

Le due poesie sono uscite ne “Le voci della luna”, n. 81, ottobre 2021.

 

Copertina libro 'Dispositivi' di Stefano Guglielmin