Aprile 2018 anno XV numero 39

Ultima pagina: le immagini di Massimo Girelli per la mostra “Figure dell’immaginazione”, con la presentazione di Consuelo Tosi

Annarita Zacchi, una poesia inedita, “Cantionum inventor 2”, nota di Ranieri Teti

Annarita Zacchi ha scelto un titolo latino, e bellissimo, “Cantionum inventor” per un testo decisamente moderno nel suo svolgersi, fino alla sua spiazzante conclusione.

Solo in poesia può accadere che un gesto tanto quotidiano, quello raccontato in questi versi, abbia una trasfigurazione così ricercata?

Solo in poesia può succedere, all’improvviso, di “raccogliere pezzi di ciò che sembrava indivisibile”? O di vedere una collina ad esempio viola, e l’oro, scintillante in ogni immaginario, cupo?

Liliana Ugolini, da “Appunti sul taccuino del tempo. I dolmen”, Fermenti Editore, 2016, nota di Flavio Ermini

Liliana Ugolini è poeta e autrice di testi teatrali. Il suo lavoro può essere definito come “teatro da camera per opere in versi”.

Coerente con questo spirito è l’ultimo suo libro edito da Fermenti: Appunti sul taccuino del tempo. I dolmen.

L’essere umano – registra Liliana Ugolini – ha due nascite: una nascita avviene nel mondo, ed è improntata sulla carne; un’altra nascita avviene nella parola, ed è fondata sull’essenza.

Ambra Simeone, una prosa inedita, “bette devis insegna”, nota di Mara Cini

Una storia raccontata in non più di dieci minuti, dice Ambra Simeone della sua prosa “bette devis insegna”.

Giuseppe Schembari, una poesia inedita, “A conti fatti”, nota di Ranieri Teti

Giuseppe Schembari è stato uno degli ultimi esponenti dell’Antigruppo Siciliano, movimento letterario nato quasi parallelamente alla Beat Generation americana.

Da questo inizio, fino a oggi, il cammino per l’autore è stato lungo. Ha condotto alla fine il poeta in un luogo che somiglia a un’altura, da cui si può guardare indietro fino al tempo zero, ma dove è possibile contemporaneamente guardare avanti.

Marco Saya, una poesia inedita, “Stanza bianca”, nota di Ranieri Teti

Un’ambientazione filmica, costruita in piena luce, in un interno giorno che la regia dell’autore descrive come in un disadorno atelier e che trasforma in esterni mediante le onde di una radio, con il suo sonoro che passa, seguito dallo sguardo di una telecamera, da una parete a un marciapiede, con il semplice spostamento dell’operatore, fino a quando “cambia il set”. Fotogramma per fotogramma, inquadratura dopo inquadratura, decibel per decibel.

Gianni Ruscio, da “Interioranna”, Algra Editore, 2017, nota di Flavio Ermini

Gianni Ruscio è nato nel 1984 a Roma, dove vive. Pubblica il suo primo libro di poesie a 23 anni. Con Interioranna (edito da Algra nel 2017) è al suo quinto volume.

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