Ida Travi, Teoria poetica del basso continuo

Teoria poetica del basso continuo

 

Il n. 76 della rivista "Anterem" (giugno 2008, anno XXIII) ha suscitato un grande interesse tra i nostri lettori. Tanto che dopo la tiratura iniziale di 3700 esemplari, abbiamo avviato una ristampa, anch'essa esaurita nell'arco di due mesi.

Tra gli interventi più significativi del fascicolo - che, ricordiamo, è dedicato a "Dire la vita" - figura il testo di Ida Travi: Teoria poetica del basso continuo.

Siamo certi di fare cosa gradita ai nostri lettori riproponendolo sul nostro sito.

Marzo 2009, anno VI, numero 10

Carte nel Vento

 

periodico on-line 
del Premio Lorenzo Montano

 

a cura di Ranieri Teti


I testi poetici, le note critiche

In questo numero diamo visibilità a una parte del lavoro teorico che costituisce le fondamenta di un Premio come il “Lorenzo Montano”, occupandoci dell’ultima edizione che si è conclusa durante le giornate della III Biennale Anterem di poesia.

I testi poetici delle autrici e degli autori finalisti e vincitori, vera sostanza del premio, sono commentati dai redattori della rivista “Anterem”, esattamente come si è svolto dal vivo durante la “Biennale”.

L’intreccio di poesia di qualità e il suo approfondimento critico rappresenta un avvenimento di rarità nel panorama letterario contemporaneo. Su questa strada intendiamo proseguire, già con la nuova edizione del Premio che scade fine marzo.

Ranieri Teti cartenelvento@anteremedizioni.it

Iain Chambers: NYC. The Murder Mystery (Lou Reed)

The Velvet Underground

The Velvet Underground, 1968

NYC: il simbolo della città come luogo della crisi della modernità - dove i linguaggi e le tradizioni sono in transito, in traduzione, e vanno alla deriva; dove il montaggio sempre più accelerato annuncia una poetica non tanto dello svelare, quanto dell'approfondire, il mistero, l'enigma della vita moderna. La storia dei suoni si trasforma inaspettatamente nei suoni della storia con cui sondare il mondo.

Invece di cercare di rivelare tutto, di rendere il mondo trasparente alla propria volontà, restiamo in superficie, cercando un senso, un percorso, un sens, lì. Come nella Pop Art di Andy Warhol, amico intimo di Lou Reed, cerchiamo di prendere sul serio i detriti della città, le briciole della metropoli, i frammenti del transito, e di insistere sulla loro valenza estetica.

Non una costellazione sociologica - la metropoli, la Pop Art, Andy Warhol, i Velvet Underground, le musiche e le culture giovanili - ma anche, e soprattutto, un evento poetico; un evento poetico distillato dal corpo dei suoni, tracciato dalla mano, rilasciato dall'occhio. Al centro dello spazio sociale si trova il corpo. Su di esso è iscritta la storia, e in esso si articola la poetica.

 

Saggi

Nietzsche

 

L'inaugurazione della nuova categoria "Saggi brevi" sul nostro sito ha avuto notevoli riscontri.

Ci sono pervenuti diversi saggi che dibattono le questioni agitate da "Anterem".

Pubblicheremo i più rappresentativi, condividendo così il piacere della lettura con gli studiosi e gli appassionati di poesia che ci seguono da tanti anni.

Questa volta il saggio breve è di Roberto Borghesi. Si tratta dell'incipit del volume che sarà pubblicato entro la prossima primavera con le Edizioni Damiano: Nietzsche. Per una filosofia della grandezza.

 


Saggi brevi

Addentrandosi nella Lettura

Il saggio breve è un genere letterario che ha una storia di particolare rilievo nella letteratura, anche nella modernità. Si pensi alle opere di Leopardi e Baudelaire, ma anche, in tempi più recenti, a quelle di Valéry, Eliot, Benn, Brecht, Macchia, Magris, Bonnefoy, Zanzotto.

In connessione con i settori più avanzati del sapere contemporaneo, la rivista "Anterem" ha - sin dalla sua fondazione - privilegiato questa forma letteraria nell'accostarsi alle questioni cruciali del pensiero poetico. Ha contribuito così a dare visibilità all'esistenza autonoma e specifica di questo genere letterario, che fra tutti è quello in cui si esprime il massimo di autoriflessione, di consapevolezza, di volontà progettuale.

Eugenio Montale e Lorenzo Montano / 2

Eugenio Montale

A conclusione delle iniziative per il cinquantenario della morte di Lorenzo Montano (1895-1958), proponiamo in formato originale un articolo di Eugenio Montale, tratto dal quotidiano “L’Arena” del 18 dicembre 1966, in cui il poeta futuro premio Nobel scrive dei suoi rapporti artistici e letterari con Verona.

Particolarmente significativo è il suo ricordo di Lorenzo Montano, “prosatore perfetto e gentleman di vecchio stampo”, soprattutto quando si sofferma sulla quasi omonimia dei cognomi:  “Data la somiglianza dei nostri nomi, fummo tutti e due vittime di equivoci, del resto molto onorevoli. Più d’uno si congratulò con lui per gli Ossi di seppia e alcune persone mi dissero che Viaggio attraverso la gioventù era il mio libro migliore”... 

Scarica il documento integrale


Zio Vanja di Cechov tra Lorenzo Montano e Raissa Olkienizkaia Naldi

di Maria Pia Pagani
Zio Vanja

Con la sua signorile classe, Lorenzo Montano diede anche un silenzioso ma importante contributo nella conoscenza del teatro russo in Italia negli Anni Venti. La sua esperienza e la sua conoscenza del panorama editoriale italiano furono infatti preziose per Raissa Olkienizkaia (1886-1978) – colta e sensibile ebrea pietroburghese sposata al giornalista Filippo Naldi (1886-1972). Il loro dialogo culturale coinvolse la redazione de «La Ronda» e conoscenze comuni quali Giovanni Papini, Emilio Cecchi, Sibilla Aleramo, Olga Resnevic Signorelli.

Adriano Spatola

“Anterem” è una rivista di ricerca letteraria. Le varie serie attraverso le quali negli anni la rivista ha svolto il suo lavoro segnalano le varie strategie per giungere a pronunciare la parola originaria.

La terza serie della rivista (1983-93), dedicata alle “Ragioni della poesia”, ha ospitato più volte Adriano Spatola (1941-1988), un autore che non ha esitato a “sprofondare lo sguardo nell’anima del vasto mondo” come indicava Novalis, in un confronto serrato con le parole e con la loro “malattia”, come imponeva Giacomo Bergamini (1945-2004) (cfr. La malattia delle parole, Anterem Edizioni, 1997).

I testi di Spatola che proponiamo sono tratti dai numeri 25, 31 e 38 di “Anterem”.
A questo autore la casa editore Diabasis ha dedicato un volume curato da  Eugenio Gazzola: Al miglior mugnaio (2008).
In seguito alla lettura di tale opera, Marco Furia e Mara Cini, poeti e redattori di “Anterem”, ma anche stretti collaboratori di Spatola negli anni Ottanta, dedicano le loro testimonianze, proponendo anche immagini inedite di rilievo.

Un’ulteriore testimonianza è quella di Luigi Fontanella. È di grande rilievo per gli emozionanti e inediti particolari biografici che porta alla luce.

Sempre di Marco Furia proponiamo un omaggio a Spatola.

Una galleria di immagini degli anni Settanta e Ottanta fornite da Luigi Fontanella e da Mara Cini danno un’idea dell’epoca in cui è maturata l’esperienza di  “Tamtam”. Epoca in cui “Anterem” ha mosso i primi passi.

Osip Mandel’stam (a settant’anni dalla morte)

Osip Mandel’stam

Settanta anni fa moriva . A testimonianza della sua attualità riportiamo un passo del saggio di Pascal Gabellone, tratto dal numero 77 di “Anterem” appena pubblicato:

La poesia di Mandel’stam ci riguarda a partire dalla violenza della sua scomparsa, del suo essere un disperso. E’ all’interno di questa modalità di rapporto, inscritto nell’elemento della distanza abissale (“l’essere disperso”) che la più grande prossimità è resa possibile, quella della traduzione, del poema che nomina e rende presente (“il nome di Osip ti viene incontro...”). Ciò che “s’avanza fuori dalla sua scomparsa” non cessa di appartenere a quella sparizione. E’ la fedeltà della parola, o in altri termini la sua capacità di dimorare nel tempo, nonostante tutto...

Ricordiamo il grande poeta riproponendo la sua voce e alcune vertiginose  poesie, tratte da precedenti numeri di “Anterem”, le Ottave e una scelta dai Quaderni di Voronez, tutte nella traduzione di Elena Corsino.

Osip Mandel’stam (1891-1938), nato a Varsavia da famiglia ebraica, studia a Pietroburgo, Parigi, Heidelberg. Muore in un campo di concentramento stalinista.  

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