Voci di confine. Il limite e la scrittura

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Lucio Saviani Voci di confine. Il limite e la scrittura

Lucio Saviani
Voci di confine. Il limite e la scrittura
Collana Narrazioni della conoscenza
Moretti&Vitali, Bergamo 2010

Dal saggio interpretativo di Flavio Ermini

A Delfi, quando Apollo si rivolge a colui che visita il suo tempio intimandogli: «Conosci te stesso!», ciò significa: considera che sei un uomo e non dimenticare i limiti imposti al genere umano. Ed è proprio a questi limiti – e alle loro figure e alle loro traduzioni – che Lucio Saviani dedica Voci di confine.

Le figure del limite (la soglia, il labirinto, lo specchio, lo sguardo, la trasparenza, l’altro, la definizione...) e le sue traduzioni (l’intervallo, l’intermittenza, la sospensione, la crisi, la frattura, il confine...) si richiamano vicendevolmente in questo libro attraverso le “voci” di una scrittura di confine che si muove tra diversi stili e generi, incrocia più discipline, si espone a gradi diversi di lettura. Tanto che l’opera di Saviani non si costituisce più come un discorso sul limite, ma come un discorso al limite: al limite del discorso: un discorso al proprio limite: è un viaggio verso la testimonianza oltre la parola, ma che la parola è comunque chiamata a testimoniare.

Pensare, scrivere, vivere al limite significa confrontarsi col senso dell’impossibile, rappresentare ciò che non può essere rappresentato: l’essere uomo dell’uomo.

Pensare, scrivere, vivere al limite. Siamo qui: proprio dove finisce l’apporto della coscienza. Siamo nell’inabitualità. Siamo qui: all’inizio di una distanza che non si dà e dovrebbe, per di più, essere calcolata da uno straniero, da uno che non ha terra e non conosce quella dove si trova. Qui, le frasi che lo straniero pronuncia rivolgendosi a noi non sono pronunciate per noi.

Dev’esserne profondamente consapevole Saviani se nell’incipit che pone alla fine dell’opera scrive: «Pronunciata, la frase non pronuncia che i suoi limiti, e in questo limite del suo dire non può essere detta. Io mi sono già tradito».