Una testimonianza epistolare di Gio Ferri

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Caro Flavio,

ho sentito di Franco (me ne aveva parlato anche Alfio). Da molti anni non avevo più avuto il piacere di vederlo ma nemmeno di sentirlo. Mi dicevano qui e là che si era un po' ritirato dal mondo. In realtà gli inviavamo sempre "Testuale", ma non so in quali mani finisse: lui non mi aveva mai dato risposte. Mi dispiace infinitamente: era intelligente, creativo e, è molto tempo ormai, mi era affezionato. L'ultima volta lo vidi una decina di anni fa: aveva esposto a Verona con Mutinelli e altri artisti alcuni quadri di grandissimo formato, materici, assai affascinanti. Aveva spalmato e lavorato i colori con le dita! In particolare un pannello mi aveva fortemente intrigato (dove sarà ora?) e lui mi aveva proposto di acquistarlo per un prezzo assai modesto rispetto al valore quantitativo e qualitativo dell'opera. In quel momento comunque non avevo disponibilità e rinunciai all'acquisto con gran dispiacere. Dopo un certo tempo mi disse che se volevo era sempre a mia disposizione... Ho fatto una fesseria: mi piacerebbe vedermelo ora in studio, enorme luminoso come un arazzo... E mi ricorderei di lui forse per una delle sue opere (fra poesia, poesia visiva, pittura) migliori. Sta scomparendo un mondo... Che non fu, forse, valutato per quel che era in fatto di energia intesa in tutti i sensi: intellettuali, creativi e, perché no, anche politici.

Un abbraccio

Gio