Primavera poetica: Ida Travi

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La Primavera di Botticelli

Ida Travi, La corsa dei fuochi, Moretti & Vitali 2007. Il titolo di uno degli ultimi libri di Ida Travi, La corsa dei fuochi, rimanda all'apertura dell'Orestea di Eschilo, quando la sentinella che, stando sulla casa degli Atridi sdraiato sulle braccia alla maniera di un cane, in attesa del segnale di una fiaccola che porti la notizia della conquista di Troia, finalmente avvista nella notte il segnale di fuoco che annuncia l'evento, allo stesso tempo lieto (la città di Troia è stata presa!) per il ritorno di Agamennone, e inquietante, per il massacro che nella reggia si sta preparando all'arrivo del re. Con questo inizio l'autrice sembra voler ridestare in noi il senso del tragico, così come a lei si presentò, quando, ancora bambina, accucciata come la guardia di Eschilo in un angolo della propria casa, lesse l'Orestea, e si chiese (riprendendo le parole della sentinella accovacciata) a chi comunicare le sue senzazioni e a chi no. "… a chi sa io parlo volentieri, a chi non sa io taccio". E poiché, a seconda della nostra emotività  e della nostra cultura, il senso del tragico si presenta in modo diverso in ognuno di noi, ma, in ogni caso, è un senso che aspira a trascendere  l'individuo stesso, e a risalire alla tragedia greca quale fonte da interrogare e da ascoltare, anche per Ida Travi, nella sonnecchiante atmosfera poetica  del nostro tempo, tornare alle scaturigini del tragico, ha significato ritrovarlo coinvolto in un inestricabile legame, come per Nietzsche della Nascita della tragedia, con la musica. (Tiziano Salari)

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