Per Giorgio Taborelli

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Giorgio Taborelli

Giorgio Taborelli (1938-2011) da un anno ci ha lasciati. Noi di “Anterem” lo ricordiamo con rimpianto. Con lui è scomparsa una figura di intellettuale ormai rara nei nostri tempi: una personalità attenta all’esistenza tutta e permeata da un grande desiderio di libertà e di conoscenza.

Scrittore e storico della cultura, organizzatore culturale, si è mosso costantemente nel suo tempo in modo interdisciplinare: tra letteratura, arte e scienza. Questa peculiarità da antico sapiente gli ha permesso di produrre testi saggistici e narrativi, sempre agitati da un’originaria meraviglia per le cose del mondo.

Nucleo concettuale della sua opera è un’instancabile indagine sulla realtà; indagine da cui ha sempre tenuto lontano ogni strumento classificatorio, contrapponendo all’apatia calcolatoria del pensiero l’ebbrezza del sentire, la vis imaginativa.

Nei suoi testi – così come in tutto il suo lavoro di cura editoriale – Taborelli ha svolto un’operazione di travolgente intelligenza, con la quale ci ha consegnato inviti, segnali, dubbi, deroghe al principio di non contraddizione, convalidando in tal modo l’equazione eroica della mentalità ellenica, preplatonica e prearistotelica.

La sua è un’opera organica, i cui protagonisti sono figure che non si stancano di viaggiare, di conoscere, e che ci rivelano il loro autore nella sua splendida indole di uomo inquieto, laico e libero.

Ricordiamo Taborelli proponendo ai nostri lettori di rileggere due pagine che ci aveva donato per “Anterem” 61 (dicembre 2000).

Flavio Ermini