Anna Jablonskaja (1981-2011)

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Per Anna Jablonskaja
Un ricordo di Maria Pia Pagani

Mosca, aeroporto di Domodedovo, 24 gennaio 2011. Un terrorista si fa esplodere con sette chili di tritolo addosso. L’esplosione uccide sul colpo 35 persone e ne ferisce quasi 200. Tra le vittime c’è anche la ventinovenne Anna Jablonskaja (pseudonimo di Anna Grigor’evna Mašutina), una delle più apprezzate figure della drammaturgia russa contemporanea.

Nata a Odessa il 20 luglio 1981, figlia di un giornalista, Anna comincia a scrivere per il teatro a partire dal 2004, dopo aver conseguito la laurea in Legge. Le sue pièce – tra cui Videocamera, Scene di famiglia, Monodialoghi, Ferri da stiro – vengono subito rappresentate in molti teatri russi e ottengono un ottimo successo di pubblico.

Il 24 gennaio Anna è a Mosca per ricevere un premio dalla prestigiosa rivista “Iskusstvo Kino” per l’adattamento cinematografico del suo lavoro più recente, Gli idolatri, «un dramma crudele – scrive il critico Pavel Rudnev – sulla crisi di fede dell’uomo contemporaneo».

Gli amici ricordano Anna come una persona solare, piena di amore per la vita, assai riservata, modesta, quasi imbarazzata dal crescente successo legato alla sua attività teatrale. In scena ha raccontato con particolare forza e acume la vita di tutti i giorni nell’Ucraina contemporanea, la complessità dei rapporti familiari, i problemi delle donne. Ma non ha mai voluto “sconvolgere” il pubblico: cercava, piuttosto, di aiutarlo a trovare una nota positiva anche nelle situazioni più cupe e disperate. Come ad esempio ne Gli idolatri, in cui la speranza del miracolo si trasforma nell’unico spiraglio di luce in un regno interiore caotico fatto di silenzio, dubbio, ostinato mutismo.

Nell’estate 2010 aveva partecipato a un workshop al Royal Court Theatre di Londra, che le renderà omaggio con un reading de Gli idolatri (nella traduzione inglese di Rory Mullarkey) il prossimo 7 aprile.

Anna lascia il marito e una bimba di 3 anni. Lascia anche una carriera ben avviata e un pubblico che la stimava molto. E lascia un segno indelebile nella storia recente della Russia e del suo teatro.