Sabato 27 ottobre 2007


Biennale Anterem di Poesia
“Percorsi del dire” 2
Premio Lorenzo Montano
sabato 27 ottobre 2007
Verona, Biblioteca Civica, via Cappello
Quinto appuntamento
Il Premio incontra le arti
Mattina, dalle 10 alle 12.30
Ore 9.45
Registrazione partecipanti, apertura lavori
Durante tutta la mattina, in vari momenti
“Tendenze della poesia contemporanea”, letture dei poeti selezionati della XXI edizione del Premio: Loredana Alberti, Armando Bertollo, Davide Antonino Burgio, Marinella Galletti, Angela Marchionni, Pietro Masia, Alessandro Narduzzo, Irene Pagano, Carla Paolini, Michele Ruele, Domenico Tarizzo, Marco Zulberti
Ore 10.10
Estetiche di Anterem: Sirio Tommasoli, artista, redattore della rivista “Anterem”, presenta videoart giapponesi
Ore 10.45
Silvia Ferrari, storica dell’arte e saggista, interviene sulle immagini virtuali
Ore 11.30
Vincenzo Della Mea, poeta, ideatore e curatore del sito “Poecast”, interviene sull’aggregazione poetica
Ore 12.00
Flavio Ermini, direttore di "Anterem", interviene su "Parola e suono"
Ore 12.10
Poesia e musica: concerto e recital di Marco Saya. Con Cristina Lauro voce recitante, Marco Saya chitarra elettrica
Primo pomeriggio, dalle 14.30 alle 17.00
Durante tutto il pomeriggio, in vari momenti
“Tendenze della poesia contemporanea”, letture dei poeti selezionati della XXI edizione del Premio: Marco Ariano, Simone Cangelosi, Pasquale Emanuele, Giancarlo Fascendini, Anna Maria Giancarli, Oronzo Liuzzi, Anna Laura Longo, Arcangelo Mazzoleni, Emidio Montini, Luisa Pianzola, Mario Raito, Ferdinando Tricarico, Giovanni Turra Zan, Liliana Ugolini
Ore 14.30
Poesia e musica: concerto e recital di Daniele Sulli, accompagnato da Ivano D'Alimonte (voce) e Lino Renzetti (tastiere), membri degli "Ecce Bombo"
Ore 15.00
Poesia multimediale: performance e recital di Maria Grazia Martina e di Alberto Mori
Ore 15.30
Stefano Baratta, psicanalista e curatore della rivista-libro “Convergenze”, interviene sulle convergenze tra le arti e il pensiero
A seguire concerto con Stefano Baratta (flauto), Stefano Benini (flauto), Andrea Tarozzi (piano)
Ore 15.50
Jazz & poetry: recital di Mauro Dal Fior accompagnato da Stefano Benini (flauto) e Andrea Tarozzi (piano)
Ore 16.00
Poesia e musica: “(L’autunno dopo) l’inverno dopo l’autunno”, concerto e recital di Fabio Ricci, con Filippo Mazzei al clarinetto
Ore 16.20
Estetiche di Anterem, retrospettiva: proiezione di “La ricotta” (1963) di Pier Paolo Pasolini, preceduta da “(Post) Modern times”, videoart di Brian Johnson. A cura di Sirio Tommasoli
Tardo pomeriggio, dalle 17.00 alle 19.30
Ore 17.00
Poetiche di Anterem: presentazione di
Viaggio attraverso la gioventù di Lorenzo Montano, edito nel 1923 e ora riproposto da Moretti & Vitali Editori. Interventi di Flavio Ermini e Claudio Gallo; lettura dell'incipit del romanzo a cura di Massimo Totola
Ore 18
Concerto: in prima esecuzione dal vivo, “Mantra 22.22” di Stefano Sciascia
Stefano Sciascia al contrabbasso, con lettura poetica di Laura Menegozzo
Ore 18.30
Francesco Bellomi, compositore e pianista, autore delle musiche ispirate dalle opere vincitrici del Premio Lorenzo Montano, interviene sul tema: poesia, musica e improvvisazione
Ore 18.40
Voci in movimento: Giovanni Fontana, “Frammenti d’ombre e penombre”
Ore 19
Poesia e musica: in prima esecuzione dal vivo “Blues talks”, concerto dell’ensemble Serpente nero, con Eugenio Lucrezi (basso, voce), Geremia Tierno (batteria), Alfredo Vitelli (chitarre, voce)
Su testi dei poeti Franco Cavallo, Eugenio Lucrezi, Marzio Pieri
Sabato 27 ottobre 2007 - i poeti, i musicisti, i teorici


Giornata conclusiva della II Biennale Anterem di Poesia, “Percorsi del dire 2”
Possiamo dire con Eugenio Miccini (1925-2007) che quella che abbiamo voluto raccontare in queste 5 giornate è solo una lunga storia d’amore verso la parola, il suono, la riflessione, l’immagine. Nell’ultimo appuntamento tutte queste anime della “Biennale” saranno in primo piano
Letture poetiche
Marco Ariano, Armando Bertollo, Davide Antonino Burgio, Simone Cangelosi, Mauro Dal Fior, Pasquale Emanuele, Giancarlo Fascendini, Giovanni Fontana, Marinella Galletti, Anna Maria Giancarli, Oronzo Liuzzi, Anna Laura Longo, Eugenio Lucrezi, Maria Grazia Martina, Pietro Masia, Arcangelo Mazzoleni, Laura Menegozzo, Emidio Montini, Alberto Mori, Alessandro Narduzzo, Irene Pagano, Carla Paolini, Luisa Pianzola, Fabio Ricci, Michele Ruele, Marco Saya, Daniele Sulli, Domenico Tarizzo, Ferdinando Tricarico, Giovanni Turra Zan, Liliana Ugolini, Marco Zulberti
Riflessioni teoriche
Stefano Baratta, pscicanalista, curatore dei quaderni “Convergenze”
Francesco Bellomi, compositore e pianista
Vincenzo Della Mea, poeta, ideatore del sito aggregatore di notizie poetiche “Poecast”
Silvia Ferrari, saggista, storico dell’arte
Interventi musicali
Marco Saya (chitarra elettrica), con Cristina Lauro voce recitante
Ecce Bombo: Ivano D'Alimonte (voce) e Lino Renzetti (tastiere)
Stefano Baratta (flauto), con Stefano Benini (flauto) e Andrea Tarozzi (piano)
Fabio Ricci con Filippo Mazzei (clarinetto)
Stefano Sciascia (contrabbasso)
Serpente nero: Eugenio Lucrezi (basso, voce), Geremia Tierno (batteria), Alfredo Vitelli (chitarre, voce)
Sabato 27 ottobre 2007 ore 10,00 - 10,30 Rassegna di videoart giapponesi


Estetiche di “Anterem”
Rassegna di videoart giapponesi
a cura di Sirio Tommasoli
Realizzata in collaborazione con il San Giò Festival, anche la rassegna di questa mattina, come quella del 13, propone opere ispirate dal disagio del vivere che emerge nel mondo della globalizzazione. Si tratta di otto videoart di artisti giapponesi, giovani e tutti realizzati nell'ambito dell'animazione dell'immagine. Animazione ottenuta utilizzando il computer ed elaborando l'immagine a partire dal segno grafico.
Frame tratti da The naked ape di Daihichi Hashimoto (2006).
La produzione commerciale giapponese di questi ultimi anni ha invaso il mercato con la distribuzione nelle reti televisive di serial animati, divenuti un riferimento nella cultura delle ultime generazioni. Sono prodotti rivolti soprattutto al pubblico giovane con una politica di marketing molto aggressiva, che ha coniugato i protagonisti delle storie rappresentate con il lancio e l'offerta mondiale di giochi tradizionali ed elettronici, oltre che di sofisticati apparecchi di visione interattiva destinati all'utilizzo dei videogiochi, individuando e diffondendo in tal modo elementi forti della comunicazione e della cultura visiva coordinati con prodotti industriali spinti nella direzione del mercato globale.
Sono messaggi che generalmente poggiano sugli archetipi della crescita e dell'evoluzione della personalità, soprattutto sulla necessità di affermarsi e sul desiderio di potenza che si realizza delegando al pupazzo-alterego il ruolo dell'azione, con il recupero e l'uso di figure di una semplificata mitologia giapponese: un mondo di eroi che trionfano sul male, trovando, nel fine, la giustificazione alla violenza adottata sia nei modelli di comportamento propri del rituale e dei ruoli che nell'intreccio e nello sviluppo delle storie.
Nel videogioco la delega si articola in un ulteriore processo che, consentendo un parziale controllo soggettivo dell'azione, enfatizza il ruolo virtuale del gioco fino a sovrapporlo all'azione medesima, provocando nuove definizioni di spazio e di tempo che confondono la percezione della realtà delle cose e presentano aspetti psicologici e sociologici ampiamente studiati e dibattuti.
Le opere di questi artisti, invece, sembrano voler tornare all'origine del disegno animato, alla forza evocativa che possiedono le figure della fantasia, della memoria, dell'inconscio, del sogno, nei processi analogici con cui prendono vita, muovendosi e quindi separandosi dalla mano dell'autore per invadere lo spazio creato dal loro stesso divenire, dal mutare delle forme più che dal fluire della storia.
Sono immagini virtuali, per definizione, perché generate per mezzo di computer, ma reali, perché appartengono alla realtà dell'arte. Non rappresentano la realtà, ma la creano rappresentando se stesse, nel continuo rinnovarsi del complesso itinerario della rappresentazione artistica delle idee.
Questa è la successione degli 8 videoart:
BoNES (Ossi No B.S.E. No alla sindrome di "mucca pazza") di Shinsaku Hidaka (2006).
Durata: 2'45".
THE NAKED APE (La scimmia nuda) di Daihichi Hashimoto.
Durata: 1'50".
DEER MODE (Come un cervo) di Junpei Mizokava, autore anche della musica.
Durata: 1'40"
POST MAN (Il postino) di Keiko Moritsugu con musica di Yoshiko Mori.
Durata: 7'
BAD MORNING MAMA (Cattiva giornata mamma) di Daisuke Imai con musica di Kazuki Inoue.
Durata: 4'25"
THE LINE MAGIC BY RED AND BLUE (Il filo magico del rosso e del blu) di U. G. Sato.
Durata: 3'30"
SCRAPLAND (La terra dei rottami) di Hiroshi Sato con musica di Makoto Miyata.
Durata: 4'45"
PIECE ( Frammento) di Yusuke Kovanagi con musica di Taro Ishida.
Durata: 2'50"
Sabato 27 ottobre 2007 ore 16,20 - 17,05 Rassegna di videoart e Retrospettiva


Estetiche di “Anterem”
Rassegna di videoart: “(Post) Modern Times” di Brian Johnson, 2006
Retrospettiva: proiezione de “La Ricotta”, film del 1963 di Pier Paolo Pasolini
a cura di Sirio Tommasoli
Questo pomeriggio, presentiamo due proiezioni dalle quali il pensiero degli autori si alza con forza, si manifesta nelle straordinarie forme delle loro opere e provoca a sentire diversamente, a ripercorrere i luoghi del sapere e dell’arte, a rivedere i luoghi della certezza e della fede, ad adottare prospettive altre.

Orson Welles e Pier Paolo Pasolini
durante la lavorazione del film La ricotta

Un'altra fotografia scattata
durante la lavorazione del film

Fotografia di scena del film La ricotta: allestimento sulla base delle pale d'altare della
Deposizione di Rosso Fiorentino e del Pontormo.
alcuni frame del videoart “(Post) Modern Times” di Brian Johnson
“La Ricotta” di Pier Paolo Pasolini è un film nel film. Il protagonista, Stracci, porta nel nome il senso e il valore, la necessità, del suo ruolo nell’opera: è una comparsa che attraversa più volte il set di un film sulla Passione di Cristo. Compare velocemente e improvvisamente scompare secondo i tempi dettati dall’andamento delle riprese che si intrecciano con i suoi ripetuti tentativi di soddisfare con il magro “cestino” della Produzione la fame atavica che condivide con moglie e figli.
Una storia che si ripete, si ricicla come gli “stracci” del consumismo cieco e dello sfarzoso spreco che caratterizzano la nostra ricca società. Perfino il cane della “miliardaria” riceve più attenzioni di lui e gli sottrae il misero pranzo. Come avveniva negli antichi palazzi, dove i cani ricevevano gli avanzi migliori dalle tavole degli aristocratici.
Nei capricciosi ritardi della produzione, Stracci, legato alla croce, a terra, subisce lo strip-tease improvvisato di una formosa attrice vestita da “Maddalena” e, poi, le attenzioni sguaiate di tecnici e altre comparse che lo spingono ad abbuffarsi dei resti della scena dell’”Ultima cena”.
Nella sua ultima apparizione, nei panni del “ladrone buono”, il sottoproletario Stracci, al grido di “azione” del regista, muore di indigestione, dopo aver provato la sua unica battuta “Quando sarai nel regno dei cieli, ricordati di me” e prende le sembianze di un Cristo purificato dalla passione e purificatore.
Nell’epilogo di questa vita irrisa, santificata dalla sua “inutilità”, Pasolini si ferma definitivamente sulla figura di Stracci, chiude il cerchio disegnato dai due film che s’inseguono concentrici e sospende ogni provocazione sociale e politica: “Crepare …non aveva altro modo di ricordarci che anche lui era vivo”, dice un Orson Welles che recita magistralmente il ruolo del regista, rigido intellettuale marxista.
Il film è ricco di citazioni: da Chaplin, l’accelerazione dei tempi, forzati nella ripresa in bianco e nero, in alcune cuciture significative della storia; dalle pale d’altare di Rosso Fiorentino e del Pontormo sulla “deposizione”, i densi colori pastello e la staticità delle pose sul set dove si gira la “crocefissione”. Anche la musica dalla “Traviata” di Verdi, il “Sempre libera degg’io”, subisce un’accelerazione fino a sembrare che si avviti su se stessa seguendo il ritmo degli ordini urlati sul set.
Questa è la successione delle due proiezioni:
(POST) MODERN TIMES di Brian Johnson (Canada 2006), interpretato da Tigh Runyan e Katie Harris-Mc Leod, con musica di John Korsrud.
Durata: 5’.
LA RICOTTA di Pier Paolo Pasolini è il quarto episodio di un film del 1963, RoGoPaG, prodotto da Alfredo Bini per la Arco Film e la Cineriz di Roma e per la Lyre Film di Parigi. Gli altri episodi sono: “Illibatezza” di Rossellini, “Il nuovo mondo” di Godard, “Il pollo ruspante” di Gregoretti.
Interpreti principali: Orson Welles, Mario Cipriani, Laura Betti
Coordinamento musicale di Carlo Rustichelli
Distribuzione: Cineriz
Durata: 35’
Sabato 27 ottobre 2007 - ore 18:00 - “Mantra 22.22” di Stefano Sciascia

In prima esecuzione dal vivo “Mantra 22.22” di Stefano Sciascia
Con Stefano Sciascia al contrabbasso.
L’esecuzione sarà preceduta dalla lettura di “Silenzio” a cura dell’autrice, Laura Menegozzo
Il contrabbasso, sotto le sapienti mani del Maestro, assume colori, sfaccettature e risvolti estremamente variegati. Questa caratteristica concettuale, assolutamente fuori dai luoghi comuni dell'interpretazione di stampo tradizionale, o in qualche modo legata e confinata nella “memoria storica”, dimostra la straordinarietà di Mantra 22:22. Come dire, l'essere riusciti a concepire il tempo, la meditazione, la liberazione mentale dagli affanni e dalle quotidiane angosce in un unico e coerente discorso musicale. E’ la musica che si fa pensiero, o il pensiero che si tramuta in musica. Da una nota di Vito D. Liuzzi
Sabato 27 ottobre 2007 - ore 18:40 - Giovanni Fontana, Voci in movimento: “Frammenti d’ombre e penombre”


[…] Che cosa rappresenta l’ombra? Intanto, direi che l’ombra nel suo continuo cambiamento tiene fede alla sua caratteristica polimorfa. Inoltre, il ruolo ambivalente dell’ombra si può ricondurre, penso, all’ambivalenza stessa del suono: il suono-segno è l’ombra della cosa, la sua parte apparentemente secondaria e tuttavia non meno reale. In esso si apre lo spazio di libertà di un uso autonomo e svincolato, ma anche la pesante coltre di un tessuto che invade la vita con le dimensioni dominati della sfera comunicativa. E questa contraddizione mi sembra indicata dallo statuto intermedio e doppiamente incerto delle “penombre”. Proprio qui si situa la novità e l’importanza del lavoro recente di Fontana. Dopo aver ricapitolato nell’ampio volume su
La voce in movimento (edito nel 2003 da Harta Performing & Momo) tutte le principali direzioni “storiche” delle operazioni verbovisive, ora proprio la vocazione al “movimento” conduce l’autore oltre gli steccati di genere ad un allargamento che contempli il confronto con i feticci e i poteri della semiosfera (e quindi con le concrezioni dei significati) abbandonando ogni illusione di innocenza ludico-infantile e ogni delibazione puramente estetica della sonorità. Ora, magari in connessione con la musica e sulla scena del teatro, la poesia sinestetica vuole giocare “a tutto campo” la sua partita con il mondo dei segni e dei valori.
Francesco Muzzioli, da “il verri” n° 34, maggio 2007
Le dinamiche trasversali e interattive della
voce in movimento, che esplora il tempo e costruisce lo spazio di nuove scritture antagoniste, procedono in senso rigorosamente intermediale. Lo sguardo nomade riunifica l’ascolto contaminando i territori delle arti. Tra senso e insensatezza lo sconvolgimento dei diagrammi acustici si fa corpo di scrittura. Ma il flatus non alimenta più la facile onomatopea marinettiana, né passa per mere musiche fonetiche; qui una
hypervox teatrica riapre gli orizzonti del senso.
GIOVANNI FONTANA (1946)
Architetto, poeta, scrittore di teatro e autore di romanzi sonori, è un poliartista. Si occupa di intermedialità e di sinestesie. È il teorico della “poesia pre-testuale”, scrittura in forma di “progetto poetico” da ri-testualizzare in performance come
ultratesto trasversale, tessuto sinergico alimentato da
polifonie intermediali. È invitato ai più importanti festival internazionali di poesia e di arti elettroniche in Europa, in America, in Oriente. È autore di scritture visuali e di incisioni fonografiche. Sulla poesia sonora ha pubblicato diversi saggi in Italia e all’Estero; tra questi si colloca il volume La voce in movimento (con allegato CD, Ed. Harta performing & Momo, 2003). Ha curato per la rivista “Il Verri” il CD
Verbivocovisual. Antologia di poesia sonora 1964-2004. Ha fondato la rivista di poetiche intermediali “La Taverna di Auerbach” e l’audiorivista “Momo”. Ha fatto parte della redazione di
Tam Tam e del gruppo
Baobab. Attualmente è redattore delle riviste internazionali
Doc(k)s e Inter. È direttore di “Territori”, trimestrale di architettura e altri linguaggi. I suoi ultimi “pre-testi” sono raccolti in
Frammenti d’ombre e penombre (Fermenti, 2005).