Sabato 13 ottobre 2007


Biennale Anterem di Poesia
“Percorsi del dire” 2
Premio Lorenzo Montano
Sabato 13 ottobre 2007
Verona, Palazzo della Gran Guardia, piazza Bra
Secondo appuntamento
Poesia e saperi. Cerimonia di premiazione
Mattina, dalle 9 alle 12.30
Ore 9.00
Registrazione dei partecipanti, apertura lavori, saluti delle Autorità
Ore 9.15
Introduzione musicale a cura di Francesco Bellomi
Durante tutta la mattina, in vari momenti
"Tendenze della poesia contemporanea": letture dei poeti selezionati della XXI edizione del Premio
Alessandro Assiri, Michele Fogliazza, Giovanni Infelìse, Sandro Montalto, Pietro Spataro, Stefania Roncari, Giacomo Rossi Precerutti, Luca Sala, Elio Talon, Giorgio Terrone, Iole Toini, Guido Turco, Giovanni Turra Zan
Ore 10.00
Premiazione di Adriano Marchetti, vincitore per “Opere scelte – Regione Veneto”
con il volume Scritture di passaggio. Preamboli, saggi, traduzioni di autori francesi del ‘900
Testi di Arthur Rimbaud, René Char, Max Loreau, Henry Bauchau interpretati da Alessandro Quasimodo
Musica originale composta ed eseguita da Francesco Bellomi
Ore 11.00
Estetiche di Anterem: Rassegna internazionale di videoart provenienti da Ungheria, Brasile, America, Austria, Congo, a cura di Sirio Tommasoli
Realizzata in collaborazione con il San Giò Festival
Ore 11.20
Poetiche di Anterem: Testi di Ranieri Teti e di Gabriella Drudi presentati da Flavio Ermini e interpretati da Alessandro Quasimodo
Musica originale composta ed eseguita da Francesco Bellomi
Ore 11.50
Presentazione e premiazione dei saggi critici prodotti dagli allievi dei Licei
Primo Pomeriggio, dalle 14.00 alle 17.30
Durante tutto il pomeriggio, in vari momenti
"Tendenze della poesia contemporanea": letture dei poeti selezionati della XXI edizione del Premio
Lucianna Argentino, Dino Azzalin, Luigi Cannillo, Allì Caracciolo, Viviane Ciampi, Silvia Comoglio, Erminia Daeder, Tino Di Cicco, Edgardo Donelli, Annamaria Ferramosca, Mauro Ferrari, Aldo Ferraris, Adelio Fusé, Mauro Germani, Alessandro Ghignoli, Ermanno Guantini, Stefano Guglielmin, Maria Lanciotti, Alfonso Malinconico, Francesco Marotta, Massimo Orgiazzi, Alexandra Petrova, Luisa Pianzola, Nicola Ponzio, Claudia Pozzana, Jacopo Ricciardi, Maurizio Solimine
Ore 14.30
Poetiche di Anterem: Testi di Vasyl’ Stus e di Osip Mandel’stam presentati da Flavio Ermini e interpretati da Alessandro Quasimodo
Musica russa del ‘900 eseguita da Francesco Bellomi
Ore 15.30
Presentazione dell'
Antologia della Biennale 2006, a cura di Agostino Contò
Ore 15.45
Estetiche di Anterem: Rassegna di videopoetry russi. A cura di Alessandro Zocca
Il ciclo di video-clip poetici
“Videopoetry”: lo sguardo di Mosca” e’ stato creato in occasione del I Festival Internazionale del Libro di Mosca” (2006). In seguito il programma e’ stato presentato al “Festival Letterario Internazionale” a L’vov (Ucraina, 2006) e alla “Fiera Internazionale del Libro di Pechino” (2006)
Ore 16
Premiazione di Marcello Angioni, vincitore per “Una poesia inedita – Prima Circoscrizione”
Letture dell’autore e di Alessandro Quasimodo
Musica originale composta ed eseguita da Francesco Bellomi
Ore 17
Estetiche di Anterem: Rassegna internazionale di videoart, provenienti da Romania, Inghilterra, Canada, a cura di Sirio Tommasoli
Realizzata in collaborazione con il San Giò Festival
Ore 17.15
Poetiche di Anterem: Testi di Martin Ziegler e di France Théoret presentati da Flavio Ermini e interpretati da Alessandro Quasimodo
Musica francese contemporanea eseguita da Francesco Bellomi
Tardo pomeriggio, dalle 17.30 alle 19.30
Ore 17.30
Premiazione di Cecilia Rofena, vincitrice per “Raccolta inedita – Biblioteca Civica di Verona”
Letture dell’autrice e di Alessandro Quasimodo
Musica originale composta ed eseguita da Francesco Bellomi
Ore 17.50
Lettura magistrale del filosofo Aldo Giorgio Gargani
Il linguaggio davanti alla poesia
Ore 18.15
Premiazione di Giorgio Celli, Gilberto Isella, Maria Luisa Vezzali,
vincitori per “Opera edita – Provincia di Verona”
Letture degli autori, musiche originali composte ed eseguite da Francesco Bellomi
Apertura urne e spoglio dei voti, proclamazione del supervincitore
[
immagini della manifestazione]
Sabato 13 ottobre 2007 - i poeti del 13 ottobre


"Il poeta incendia la parola" scriveva Eugenio Miccini (1925-2007) in una sua famosa poesia visiva. E' quello che accade a Verona il 13 ottobre 2007 alla Gran Guardia con le letture dal vivo dei poeti del Premio Lorenzo Montano, nella cornice della Biennale Anterem di poesia, con la presenza di:
Marcello Angioni, Lucianna Argentino, Alessandro Assiri, Dino Azzalin,
Luigi Cannillo, Allì Caracciolo, Giorgio Celli, Viviane Ciampi, Silvia Comoglio,
Erminia Daeder, Tino Di Cicco, Edgardo Donelli, Anna Maria Ferramosca,
Mauro Ferrari, Aldo Ferraris, Michele Fogliazza, Adelio Fusé, Mauro Germani,
Alessandro Ghignoli, Ermanno Guantini, Stefano Guglielmin, Giovanni Infelìse,
Gilberto Isella, Maria Lanciotti, Alfonso Malinconico, Francesco Marotta,
Sandro Montalto, Massimo Orgiazzi, Alexandra Petrova, Luisa Pianzola,
Nicola Ponzio, Claudia Pozzana, Jacopo Ricciardi, Cecilia Rofena,
Stefania Roncari, Giacomo Rossi Precerutti, Luca Sala, Maurizio Solimine,
Elio Talon, Giorgio Terrone, Iole Toini, Guido Turco,
Giovanni Turra Zan, Maria Luisa Vezzali.
Sabato 13 ottobre 2007 ore 14:30 - Le poetiche di Anterem (Russia)

Biennale Anterem di Poesia
Ore 14:30
Poetiche di Anterem
Testi di Vasyl’ Stus e di Osip Mandel’stam presentati da Flavio Ermini e interpretati da Alessandro Quasimodo
Musica russa del Novecento eseguita da Francesco Bellomi
Due poeti russi: Mandel’stam (tradotto da Elena Corsino) e Stus (tradotto da Maria Pia Pagani).
Per loro scrivere è un atto di coraggio e di rischio.
E non rappresenta un abbandono della vita, ma un addentrarsi nel folto dell’esistenza.
Scrivere significa conoscere. E conoscere vuol dire, con Novalis, «sprofondare lo sguardo nell’anima del vasto mondo».
Qui è il senso della tradizione autentica: risalire all’infinito verso il luogo dell’origine, arrestandosi di tanto in tanto per ascoltare le voci che hanno parlato prima di noi. Compiere all’incontrario il cammino che l’uomo, spaesandosi, ha compiuto, in un aprirsi alla e della via.
Osip Mandel’stam (1891-1938), nato a Varsavia da famiglia ebraica, studia a Pietroburgo, Parigi, Heidelberg. Muore in un campo di concentramento stalinista. Vertiginose le poesie raccolte nei
Quaderni di Voronez e le
Ottave.
Vasil’ Stus (1938-1985), poeta dissidente ucraino, traduttore di Goethe, Rilke, García Lorca. Arrestato e imprigionato più volte, muore in un campo di lavoro negli Urali. I suoi scritti iniziano a circolare in Occidente solo nel 1970.
Sabato 13 ottobre 2007 ore 17:15 - Le poetiche di Anterem (Francia e Canada)

Biennale Anterem di Poesia
Ore 17:15
Poetiche di Anterem
Testi di France Théoret e di Martin Ziegler presentati da Flavio Ermini e interpretati da Alessandro Quasimodo
Musica francese contemporanea eseguita da Francesco Bellomi
France Théoret (1942), poetessa canadese, narratrice e saggista, è stata docente di letteratura per vent’anni. Suoi testi sono tradotti in inglese, spagnolo, italiano.
Martin Ziegler (1956), poeta francese notissimo nel suo paese. I suoi lavori sono usciti in Italia grazie ad “Anterem”.
Nelle versioni proposte, Ziegler è tradotto da Ivana Cenci, mentre Théoret è tradotta da Margherita Orsino
Due poeti diversissimi tra loro. Rarefatto, aristocratico, malinconicamente solare LUI. Ruvida, dura, dolorosamente metropolitana LEI.
Cosa li unisce? Osservare il paesaggio e interrogarlo. Ma – attenzione – volgendo lo sguardo ai luoghi non appariscenti.
Il minore è lo specchio del grande e in parole senza ornamenti – ci dicono i due poeti – sta l’essenza della complessità. La poesia applica questa sintesi al groviglio di sensazioni che il paesaggio – sia esso naturale come per Ziegler o urbano come per Théoret – fa nascere in noi.
Nel tema del paesaggio trovano sviluppo gli stati d’animo. La serenità conosce spesso le apparizioni del sentimento opposto. Questa alternanza rende presente l’indecifrabile.
Sabato 13 ottobre 2007 ore 11:00 - Estetiche di Anterem

Estetiche di Anterem: Rassegna internazionale di videoart provenienti da Ungheria, Brasile, America, Austria, Congo, a cura di Sirio Tommasoli
Realizzata in collaborazione con il San Giò Festival.
Realizzata in collaborazione con il San Giò Festival, la rassegna di quest’anno propone opere ispirate dal disagio del vivere che emerge nel mondo della globalizzazione. Naturalmente sono immagini e voci diverse come diverse sono l’arte, la cultura, la storia e la sensibilità di ogni autore. Ma il disagio del vivere è uno, in un passaggio epocale che coinvolge tutto il mondo con effetti di allarmante sincronismo.
In alcuni di questi video, la macchina da presa è come si ponesse con decisione fra l’autore e il mondo: una sorta di protesi infedele, capace di aggiungere o sottrarre elementi allo sguardo, filtrandolo e costringendolo nella scelta stretta dei piani di ripresa, nell’angolo parziale delle inquadrature, nell’assoluta soggettività dei tempi e dei ritmi imposti alle sequenze.
In altri, è come se la macchina volesse annullarsi per aderire il più possibile allo sguardo che si rivolge alla realtà “così com’è”: una verità “specchiata” negli occhi dell’autore, che discende forse dall’automatica semplicità con cui si guardano le cose, dall’esperienza unanimamente condivisa del vedere che induce a condividere lo sviluppo visivo del tema, a ritenere universalmente condivisibile anche il prodotto-oggetto della visione stessa, che però qui diventa narrazione o poesia delle cose.
Lo sguardo è un’azione soggettiva, temporale e temporanea, che nei frame di alcuni autori si fa protagonista della lettura stessa dell’opera, il filo rosso che disegna il diagramma emotivo del suo scorrere. In altri, è un elemento della scrittura filmica che tende allo zero, ma non per questo è assente: vibra con insistenza sulla superfice della “realtà specchiata”, porge le cose “così come sono”, crude, dolci o violente, forme sature o sfumate, mute o immerse nel loro brodo sonoro o, ancora, in sonorità altre.
(ore 11 – 11,20)
Nella prima opera che proiettiamo questa mattina, “Shaking life” di Péter Vadócz, la vita frenetica e ripetitiva riempie lo schermo di movimenti concitati al limite del paradosso, che sfilano e si rincorrono dall’alba alle luci della notte sul ritmo della musica di Zsolt Mátyus. In “Girl climbing trees”, La ragazza che si arrampica sugli alberi, di Jared Katsiane, è una voce “familiare” fuori campo che guida il ripetersi di questo infantile e comune gesto di libertà, del tutto negato a chi subisce una guerra. Mentre le più famose porte del cinema di Hollywood si aprono e chiudono in “Doors” di Karim Hammer e David Krems, sbattendo a volte rumorosamente per segnare la soglia che ci proietta verso o contro l’altro. I quadri successivi sono del video di Wilfrid Massamba, che muove il suo sguardo alle 7 di mattina per le strade di Amman e registra le diverse voci del mondo che raggiungono le case della città attraverso radio e TV. Molto diversi dai quadri di “A rosa” di Gordeeff: fiore che nasce in una favelas, quest’opera animata è dedicata al più grande sambista popolare, Agenor de Oliveira, detto Cartola per il cappello di carta da muratore che portava sempre sul capo.
Questa è la successione dei 5 videoart:
SHAKING LIFE di Péter Vadócz (Ungheria 2006), interpretato da Tamás Gyurka e Ildikó Vogl, con musica di Zsolt Mátyus.
Durata: 3’.
GIRL CLIMBING TREES di Jared Katsiane (USA 2006), interpretato da Danika Rumi.
Durata: 4’.
DOORS di Karim Hammer e David Krems (Austria 2006), con musica di Bernhard Hammer.
Durata: 3’.
A ROSA di Gordeeff (Brasile 2005), con musica di Leandro Lima & Marquinho “Eddie Murphy”.
Durata: 2’40”.
7.02 AM di Wilfrid Massamba (Congo - Giordania 2006).
Durata: 6’40”.

Sabato 13 ottobre 2007 ore 11:20 - Le poetiche di Anterem (Italia)


Ore 11:20
Poetiche di Anterem
Testi di Ranieri Teti e di Gabriella Drudi presentati da Flavio Ermini e interpretati da Alessandro Quasimodo
Musica originale composta ed eseguita da Francesco Bellomi

L’editoriale dell’ultimo numero di “Anterem”, a firma di Flavio Ermini, inizia così: «La parola poetica trattiene due movimenti. Uno è discendente, e propone il passaggio dalla presenza all’allontanamento. L’altro è ascendente, e impone l’apparizione».
Apparentemente misteriosa, questa frase in realtà esprime un concetto molto semplice. Ci indica che l’onda creativa ci porta all’essere, alla pienezza della parola e del senso solo dopo una cancellazione, dopo un moto discendente che torna a narrare la vicenda della nascita. Da lì, da quel seme iniziale si può parlare. Lì c’è il preludio che porterà alla parola poetica, al verso.
Come può avvenire?
Lo indicano due autori italiani: Ranieri Teti e Gabriella Drudi.
Con Ranieri Teti s’impone il passaggio dalla presenza all’allontanamento. Mentre nella prosa narrativa di Gabriella Drudi emerge con forza l’apparizione.
Ranieri Teti (1958), poeta, ha pubblicato tre libri:
La dimensione del freddo (1987),
Figurazione d’erranza (1993),
Il senso scritto (2001). Fondatore e responsabile del Premio di poesia “Lorenzo Montano”. Curatore del periodico on-line “Carte nel Vento”.
Gabriella Drudi, narratrice e storico dell’arte, ha pubblicato prose e saggi critici su artisti contemporanei in riviste e cataloghi. Monografie su De Kooning (1972), Melotti (1979), Afro (1986). Fondamentale il suo “poema meditativo”
Beatrice C. (1979). Veneziana di nascita è morta a Roma nel 1998.
da Biografia di Gabriella Druidi

Da “Biografia”
[...]
Ora io fino alle pietre la seggiola buia senza tornare indietro a quell’ora del giorno o notturna non sentirò più niente non vedrò più niente finito con le mani i barattoli lo stecco di legno portati via da tutti i venti nel soffio di un’epoca arcaica meglio un poco più recente quando gridi e risa quando chiuso nel capannone avendo seguito il percorso al suo solito con la chiave evitando i cespugli di guardia al gregge ad arrivare fin là con il suo passo lungo non gli ci vogliono più di trecentocinquanta secondi. Molti di meno a me che non mi sono mossa e calcolando un secondo per passo con una svista di pochi istanti costretta a trascurare la zona esclusa e non solo a quell’ora senza uscita ma seguente nel vortice di foglie sui vetri infranti e il volo sui tronchi di certo ripetuto a seconda dello stato d’animo o memoria degli alberi sfreccianti e di questa sosta che non finisce. Ma devo raccontare più in fretta altrimenti la storia diventa evidente e contestabile. Nessun finale. Si vede dai giri e rigiri sulla pista. Non per ancora ma per necessità io ignoro non soltanto la seggiola bianca ma il silenzio e l’immensità che parevano diventati il pretesto nascosto.
[...]
Passaggi. Notturni di Ranieri Teti

Passaggi. Notturni
*
nella parte bianca la parte
ferita di derive va al nero
metà colore metà abbandono
in parte annottarsi o cadendo
disgregarsi dove si alza lo sguardo
*
tra i luoghi preferiti dell’insonnia
passa la notte nella sua opera
trasportare la superficie
in cerca di profondità
tra gli smottamenti delle cose
nel silenzio delle due rive
nell’acqua trattenuta dalla sponda
*
ogni parola una stretta
lingua di terra
e poche cose
tra inchiostro e fango
nei luoghi recitati a confine
da voci che guardano
*
nella breve intensità del sonno
in questa brevità sospesa
tra non ricordare non dimenticare
nel passaggio da una mano
che stringe a una che saluta
Sabato 13 ottobre 2007 ore 15:45 - Estetiche di Anterem

a cura di Alessandro Zocca
Il ciclo “Videopoetry”: lo sguardo di Mosca” è stato creato nel 2006, in occasione del Primo Festival Internazionale del Libro di Mosca.
Nello stesso anno, il programma è stato presentato al Festival Letterario Internazionale di L’vov in Ucraina e alla Fiera Internazionale del Libro di Pechino, mentre il video di Fedor Kudryashov sulla poesia di Maksim Amelin è stato anche presentato allo Zebra Poetryfilm Awards di Berlino.
ore 15,45 – 16
Vengono proiettati 9 video di artisti russi ispirati da altrettanti testi di poeti russi.
Il video n° 1
è di Natalya Babintseva con testo poetico di Dmitriy Tonkonogov
Dmitriy Tonkonogov
Natalya Babintseva
ha studiato alla facolta’ di storia del MGU di Mosca e alla facolta’ di regia dell’Istituto di Cinematografia (VGIK). Autore dei documentarii “DETSKIJ MIR” (2000), “NATURSHITSA” (2001), “MASTER DI” (2003), “NEDOROSL’” (2005). Vincitrice del concorso internazionale di cortometraggi di Mosca, premiata al festival internazionale delle scuole di cinema “ZOLOTOJ FENIKS”. Lavora alla COMPAGNIA RADIOTELEVISIVA STATALE (VGTRK – Mosca).
Dmitriy Tonkonogov
poeta e giornalista è nato a Mosca nel 1973. Ha studiato presso la facolta' di geologia del MGU e successivamente all’istituto di letteratura “Gor’kij”. I suoi versi sono apparsi sulle riviste “ARION”, “DRUZHBA NARODOV”, “NOVAJA JUNOST”, “ZNAMJA” e “OKTJABR’”. E’ autore del libro di versi “TEMNAJA AZBUKA” del 2004 e lavora come redattore presso la rivista di poesia “ARION”..
Il video n° 2
è di Ksenya Peretrukhina con testo poetico di Dina Gatina.

Dina Gatina.
Ksenya Peretrukhina
Artista, regista e scenografa, è stata nominata al premio d’arte contemporanea “CHERNYJ KVADRAT”, fa parte dell’associazione dei registi cinematografici russi ed è art-director del festival di strada video-art “PUSTO”.
Vive e lavora a Mosca e ha studiato all’istituto di cinematografia (VGIK) e alla scuola d’arte contemporanea del “Fondo Soros”. È regista del film “KOLYBEL”NAJA” e scenografa del documentario “DA ZDRAVSTVUET ISKUSSTVO TATLINA”, oltre che autore dei progetti “PARAD”, “ESLI JA USPEJU”, “GAMBURGER”, “4 MONOLOGA SATINA” e altri.
Dina Gatina
è poeta, scrittirce e pittrice. Nata nel 1981, vive a Engels nella regione di Saratov. Dal 2001 è membro attivo della vita culturale moscovita partecipando al Secondo Festival Internazionale di Poesia di Mosca, al Festival della Poesia Giovanile e a numerose serate al club “AVTORNIK”. Vincitrice del premio nazionale di letteratura giovanile “DEBUT” nella sezione “prosa breve” nel 2002 e short-list per la sezione “poesia” nel 2001. E’ stata pubblicata in varie riviste e almanacchi, tra quali ricordiamo “VAVILON”, “AVTORNIK”, CHERNOVIK”, “ANATOMIA ANGELA”, “CHERNYM PO BELOMU”.
Il video n° 3
è di Fedor Kudryashov con testo poetico di Maksim Amelin.
Fedor Kudryashov
regista e tecnico di effetti speciali, ha studiato alla facolta’ di regia dell’Istituto di Cinematografia (VGIK). E’ regista dei documentarii “NULEVOJ KILOMETR” nel 2000, “MANYA-VANYA” nel 2004 e “SVAD’BA” nel 2005.
Autore delle istallazioni video per gli spettacoli “DEMON” e “DONKIJ KHOT SERA VANTESA” del teatro “SHKOLA DRAMATICHESKOGO ISKUSSTVA” è il vincitore del Festival Internazionale del Cinema Studentesco a Mosca e a Kiev. Vive e lavora a Mosca.
Maksim Amelin
è un poeta nato a Kursk nel 1970. Tra il 1991 e il 1994 ha studiato all’istituto “Gorkij”.
I suoi versi sono apprasi sulle riviste “ZNAMJA”, “NOVYJ MIR”, OKTJABR’”, “ARION” e altre. È autore del libro di versi “KHOLODNYE ODY” del 1996, “DUBIA” del 1999, “KON’ GORGONY” del 2003 e di una importante antologia di traduzioni di Catullo. E’ co-autore di una antologia di nuovissima poesia russa dal titolo “DEVJAT IZMERENIJ” del 2004.
Vincitore nel 1988 del premio della rivista “NOVYJ MIR” e del premio “ANTI-BUKER” e nel 2004 del premio “MOSKOVSKIJ SCHET”.
Il video n° 4
è di Fedor Kudryashov con testo poetico di Andrey Rodionov.
Di Fedor Kudryashov abbiamo già detto
Andrey Rodionov è un poeta nato a Mosca nel 1971 ed è stato il leader del gruppo punk “BRAT”JA KROLIKI”. I suoi versi sono apparsi sulle riviste “VAVILON” e “AVTORNIK”. E’ autore del libro di versi “DOBRO POZHALOVAT del 2003 e vincitore del concorso “RUSSKIJ SLAM” nel 2002.
Il video n° 5
è di Denis Branitskij con testo poetico di Gleb Shul’pyakovz.
Denis Branitskij
Ha studiato alla facolta’ di regia dell’Istituto di Cinematografia (VGIK) ed è autore dei documentarii “EVROPA-AZIYA” nel 2001, “FANAT I K” e “TRAKT” nel 2005. Scenografo e regista di vari progetti televisivi del canale “KUL”TURA” e “NTV”, vive e lavora a Mosca.
Gleb Shul’pyakovz
poeta, scrittore e traduttore, è nato a Mosca nel 1971. Nel 1993 si è laureato alla facolta di giornalismo del MGU di Mosca, è caporedattore della rivista letteraria “NOVAJA JUNOST’” e autore dei libri di versi “SHELCHOK”, vincitore nel 2001 del premio “TRIUMF” e “ZHELUD’” del 2007. Scrive inoltre resoconti di viaggi e testi teatrali. Nel 2005, il suo “PUSHKIN V AMERIKE” ha vinto l’importante concorso per drammaturghi “DESTVUJUSHIE LITSA”.
I video dal n° 6 al n° 9
sono di di Yakov Kazhdan con testi poetici di Tat’yana Moseeva.
Yakov Kazhdan
È un artista nato a Mosca dove vive e lavora.
Nel 2007 è stato nominato al premio russo d’arte contemporanea “INNOVATSIYA” e
premiato al festival “IZOLENTA” nella sezione di animazione.
Ha studiato al corso di “Nuove strategie artistiche” presso l’Istituto dei Problemi d’ Arte Contemporanea nel 2000 e alla Scuola d’ Arte Contemporanea (RGGU) dal 1998 al 1999.
Ha partecipato a numerosi festival e mostre d’arte internazionali ed è autore, fra l’altro, dei progetti “ZOOPARK”, un’installazione al Museo d’Arte Contemporanea di Mosca, “INOGDA V ROSSII ZEMLJA I NEBO MENJAJUTSA MESTAMI” nella mostra “BRUSSIA” nell’ambito del progetto EVROPALIYA a Bruxelles, e “REKLAMNAJA KOLYBEL NAJA” per la galleria “ART STREL KA” nell’ambito della Seconda Biennale d’Arte Contemporanea di Mosca.
Tat’yana Moseeva
Tat’yana Moseeva: poetessa nata a Mosca nel 1983. Nel 2005 si è laureate all’Universita della stampa di Mosca ed è stata pubblicata sulle riviste “VAVILON”, nelle antologie “MUZYKA I KARUSEL’” e “BRATSKAJA KOLYBEL’” del 2004, “PO NEPROCHNOMU VOZDUKHU e PO SLEDAM XI MOSKOVSKOGO FESTIVALJA VERLIBRA” del 2005. E’ autore del libro di versi “SNEZHNYE LJUDI” pubblicato nel 2005.
Sabato 13 ottobre 2007 ore 17:00 - Estetiche di Anterem

Estetiche di Anterem: Rassegna internazionale di videoart, provenienti da Romania, Inghilterra, Canada, a cura di Sirio Tommasoli
Realizzata in collaborazione con il San Giò Festival.
La rassegna di videoart di questo pomeriggio apre con “A storm and some snow” di Simon Ellis: un’opera essenziale, quasi priva di movimenti di macchina, se non per brevissimi e repentini aggiustamenti del quadro, che sono i consueti, bruschi e velocissimi movimenti della pupilla tesa a seguire il divenire dell’azione fino al suo epilogo. Un video al naturale, che appare privo di montaggio, dove la tecnica sembra appunto annullarsi per sovrapporsi il più possibile allo sguardo rivolto al fenomeno naturale, che risulta in tal modo“specchiato” negli occhi dell’autore. Il ritmo del video, scandito dalla musica di Max Richter, isola le immagini che appaiono improvise nel limbo della notte, toglie corpo alla materia illuminata dai lampi di luce che riducono la profondità prospettica della scena ad appiattirsi su un unico piano. Il graduale manifestarsi della luce diffusa del giorno, muta la realtà della visione in un freddo e silenzioso paesaggio innevato che sospende definitivamente il senso di questa effimera, dolcissima poesia delle cose.
In “A Very Small Trilogy of Loneliness”, un appuntamento amaro segna la fine del progetto di vita di un uomo e di una donna. Il luogo dell’incontro è un ponte che, più che unire due sponde, sembra attraversare il paesaggio di un altrove di cui si odono suoni lontani. Unica voce, il latrare insistente di un cane. Lo sguardo dell’autore costringe i nostri occhi a seguire successivamente i movimenti dei due che si posizionano con le rispettive automobili nelle due parti dell’area sottostante, divise dall’arco del viadotto, ciascuno rivolto in direzione opposta all’altro.
Le solitudini nevrotiche e irrisolte dell’uomo e della donna lasciano il campo all’inquadratura del figlio. Il bimbo subisce l’abbandono con la compostezza di chi segue un rituale che gli assegna un percorso preciso, raccoglie con sicurezza le sue cose e s’incammina nel tragitto che separa le due auto. Attraversa la linea di confine segnata dall’arco del ponte, rivolge lo sguardo in direzione della madre e si dirige verso il padre. Non parla, non saluta, segue con dignità il copione imposto. Il cane sopraggiunge, annusa la traccia di questo passaggio e riprende a latrare mentre il video dissolve in chiusura.
“(Post) Modern Times” di Brian Johnson dichiara fin dal titolo di essere la rivisitazione di “Tempi Moderni” di Charles Chaplin. Là Charlot, operaio alla catena di produzione, è vittima delle macchine che lo mandano in tilt. Perde il posto, trova lavori saltuari, se ne va con una monella. È una satira sociale in difesa della dignità dell’uomo, contro il dominio della produttività. Qui, invece, la satira è rivolta agli intellettuali, al Post modernism che, secondo l’autore, è l’irrazionale risposta di certi intellettuali d’oggi al fallimento del socialismo. Non è la fede anarchica nella coppia di “Tempi Moderni” a trionfare sul potere alienante della società dei consumi, ma la figura di Barbara Kruger, famosa e strapagata artista nordamericana che utilizza i canali pubblicitari per allestire nei centri urbani le sue costose mostre “contro”, a rivelarsi schiava del sistema cui vuole opporsi.
Questa è la successione dei 3 videoart:
A STORM AND SOME SNOW di Simon Ellis (Inghilterra 2006), con musica di Max Richter.
Durata: 2’15”.
Premiato come miglior autore al London Short Film Festival di quest’anno
A VERY SMALL TRILOGY OF LONELINESS di Bogdan George Apetri (Romania 2006), interpretato da Anca David, Marids David e Laur Marin, con musica di Max Richter.
Durata: 7’.
Nomination per lo Student Oscars, Academy Awards National Finalist, nel 2006.
Selezionato ai festival internazionali di Clermon-Ferrant, Rotterdam e Verona San Giò.
(POST) MODERN TIMES di Brian Johnson (Canada 2006), interpretato da Tigh Runyan e Katie Harris-Mc.Leod, con musica di John Korsrud.
Durata: 5’.
Sabato 13 ottobre 2007 ore 18:00 - Lezione magistrale di Aldo Giorgio Gargani


Aldo Giorgio Gargani, Professore di Estetica all’Università di Pisa,
Aldo Giorgio Gargani è autore di un ampio numero di pubblicazioni, tra volumi e saggi, molti dei quali tradotti in vari paesi del mondo.
Con Gargani è nato un nuovo tipo di filosofo: un pensatore che va ricomponendo l’alleanza tra filosofia e poesia.
Gargani è un filosofo che più di ogni altro in Italia sa affidarsi, nel suo cammino di conoscenza, al gesto poetico e narrativo.
Non dimentica che nell’antica poesia epica greca la parola “via” (oîmos) e la parola “racconto” (oíme) hanno la medesima radice. Questa è la strada dove tutti camminano. La meta è il luogo originario dove ciascuno nel tumulto si congiunge al proprio contrario.
Occorre narrare per percorrere quel cammino che è ricerca di verità.
Contro la presunzione di chi ritiene che non sia più necessario raccontare storie e s’illude di aver lasciato le favole ai bambini e ai popoli primitivi, Gargani sa che i pensatori sono chiamati a una narrazione ulteriore, che non è una tattica di accomodamento con l’impossibilità di vivere, ma un’ulteriore esperienza della verità.
Il testo del tempo (Laterza, 1992) è un libro di Gargani esemplare a questo proposito. Così come aprono squarci di conoscenza il suo intenso saggio “Il linguaggio davanti alla poesia” – pubblicato sul n. 74 (giugno 2007) della rivista “Anterem” – e la sua riflessione critica che accompagna il libro di Cecilia Rofena: Agogiche.
La lezione magistrale di Gargani avrà per oggetto proprio tali questioni.
Biografia di Aldo Giorgio Gargani


Aldo Giorgio Gargani, nato a Genova, si è laureato in Filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ha studiato all’Università di Oxford, al “Queen’s College”. È professore ordinario di Storia della Filosofia Moderna e Contemporanea all’Università di Pisa. È stato Gast Professor all’Università di Vienna. È membro del Wissenschaftskolleg di Berlino, della Österreichische Ludwig Wittgenstein Gesellschaft (Austria), del Collège International de Philosophie di Parigi e del Wolfson College dell’Università di Oxford.
È autore di un ampio numero di pubblicazioni, tra volumi e saggi, molti dei quali tradotti in Inghilterra, Stati Uniti, Francia, Austria, Germania, Spagna, Portogallo, Argentina. Ha conseguito premi per la saggistica con il volume Sguardo e destino, Laterza, Roma-Bari 1988, e con L’altra Storia, Il Saggiatore, Milano 1990.
Aldo Gargani si è occupato principalmente di linguaggio, filosofia della scienza e di estetica. Tra le sue pubblicazioni si segnalano: Hobbes e la scienza, Einaudi, Torino 1971; Introduzione a Wittgenstein, Laterza, Roma-Bari 1973; Il sapere senza fondamenti, Einaudi, Torino 1975; Crisi della ragione, Einaudi, Torino 1979; Lo stupore e il caso, Laterza, Roma-Bari 1985; Stili di analisi, Feltrinelli, Milano 1993; Il coraggio di essere. Saggio sulla cultura mitteleuropea, Laterza, Roma-Bari 1992; La frase infinita. T. Bernhard e la cultura austriaca, Laterza, Roma-Bari 1990; Il pensiero raccontato. Saggio su Ingeborg Bachmann, Laterza, Roma-Bari 1995; Il filtro creativo, Laterza, Roma-Bari 1999; Wittgenstein. Dalla verità al senso della verità, Edizioni PLUS, Università di Pisa 2003.
Suoi recenti saggi possono essere letti in:
AA.VV., Il racconto ulteriore, Bergamo, Moretti&Vitali, 2006;
“Anterem” n. 74, giugno 2007.