Da “Zerbino - utopie del corpo”
Allegorie del corpo in movimento
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lasciato il sentiero, le altimetriche
previsioni, nelle discese sfatte di
pietraie, in stagni dove saltano grilli
ginocchia, mento, nocche
in attesa che il monte riveli
il masso destinazione.
Prima che faccia buio,
e in ogni caso disporsi
ad altro ritrovamento.
***
storia è un pezzo di strada
dai miei piedi ai tuoi.
Porta che si apre
sulle fondamenta svelate,
aria mossa da un fiato.
Il resto è stiparsi del quotidiano
provviste di fatica
il sosia e i suoi pari.
Annarita Zacchi vive e lavora a Firenze. È insegnante di Lingua italiana all’Università Europea (EUI) di San Domenico e alla New York University (NYU).
Tiene inoltre laboratori di scrittura e camminate letterarie. Cura e collabora ad eventi culturali, tra cui il Festival of Arts EUI e il festival di Poesia Internazionale Voci lontane voci sorelle.
In passato, ha lavorato come giornalista e redattrice presso quotidiani e case editrici. Laureata in Filosofia, alla didattica a stranieri affianca lo studio e la divulgazione della poesia, pubblicando su riviste e volumi collettivi.
Rotte Terresti, Teseo Editore Roma 2014, e Voi e lo sparso, Chipiuneart, 2015 Roma, sono le sue prime due raccolte di poesia. Altre sue opere poetiche sono state pubblicate su riviste di poesia quali Semicerchio, Clandestino e nel volume collettivo Varianti urbane, mappa poetica di Firenze e dintorni, Damocle Edizioni, Venezia. Ha realizzato alcune letture sceniche da raccolte proprie, tra cui Lavoro e antilavoro. Sogno dell’insegnante errante, con suoni, video e registrazioni di Leonardo Gandi. Collabora da anni con associazioni culturali e gruppi di ricerca sulla poesia contemporanea.