“Anterem” è una rivista di ricerca letteraria. Le varie serie attraverso le quali negli anni la rivista ha svolto il suo lavoro segnalano le varie strategie per giungere a pronunciare la parola originaria.
La terza serie della rivista (1983-93), dedicata alle “Ragioni della poesia”, ha ospitato più volte Adriano Spatola (1941-1988), un autore che non ha esitato a “sprofondare lo sguardo nell’anima del vasto mondo” come indicava Novalis, in un confronto serrato con le parole e con la loro “malattia”, come imponeva Giacomo Bergamini (1945-2004) (cfr. La malattia delle parole, Anterem Edizioni, 1997).
I testi di Spatola che proponiamo sono tratti dai numeri 25, 31 e 38 di “Anterem”.
A questo autore la casa editore Diabasis ha dedicato un volume curato da Eugenio Gazzola: Al miglior mugnaio (2008).
In seguito alla lettura di tale opera, Marco Furia e Mara Cini, poeti e redattori di “Anterem”, ma anche stretti collaboratori di Spatola negli anni Ottanta, dedicano le loro testimonianze, proponendo anche immagini inedite di rilievo.
Un’ulteriore testimonianza è quella di Luigi Fontanella. È di grande rilievo per gli emozionanti e inediti particolari biografici che porta alla luce.
Sempre di Marco Furia proponiamo un omaggio a Spatola.
Una galleria di immagini degli anni Settanta e Ottanta fornite da Luigi Fontanella e da Mara Cini danno un’idea dell’epoca in cui è maturata l’esperienza di “Tamtam”. Epoca in cui “Anterem” ha mosso i primi passi.
ANDREA ZANZOTTO (Pieve di Soligo, Treviso, 1921), poeta tra i più significati del nostro tempo. Laureato in lettere, ha sempre insegnato nelle scuole medie della sua terra, pur frequentando gli ambienti culturali veneti, milanesi e romani.
Collabora con la rivista “Anterem” e fa parte del Comitato d’onore del Premio di poesia Lorenzo Montano.
Tra le sue opere di poesia: Dietro il paesaggio (1951), Vocativo (1957), IX Ecloghe (1962), La Beltà (1968), Il Galateo in Bosco (1978), Fosfeni (1983), Idioma (1986), Meteo (1996), Sovrimpressioni (2002). Nel 1999 ha raccolto le sue poesie in un volume dei “Meridiani” Mondadori.
Le poesie che qui presentiamo sono tratte dai numeri: 38 (giugno 1989) -pdf 518 KB- , 48 (giugno 1994) -pdf 323 KB- , 51 (dicembre 1995) -pdf 584 KB- , 60 (giugno 2000) -pdf 58 KB- , 67 (giugno 2004) -pdf 62 KB- di “Anterem”.
Martedì 18 maggio 2010 si è spento Edoardo Sanguineti, uno tra i più grandi poeti europei contemporanei. Era nato a Genova il 9 dicembre 1930. Legato ad "Anterem" per tanti versi, ha sostenuto la seconda e la quarta serie della nostra rivista con un'intensa collaborazione poetica. Ha pubblicato nel 1993, nella collezione "Itinera" di Anterem Edizioni, l'autoantologia Opere e introduzione critica (a cura di Giorgio Guglielmino e con interventi teorici di Fausto Curi, Guido Guglielmi, Umberto Artioli, Franco Buffoni). Qui, Sanguineti accompagnava le proprie poesie con queste riflessioni: "... se oggi dovessi dire, in breve, quale sia la pulsione profonda da cui è nata tutta la moderna poesia, direi che tale pulsione è quella dell'anarchia. E' questo impulso che mi ha fatto scrivere, una volta, a conclusione di una poesia del 1976, come proposta di autoepitaffio: 'Non ho creduto in niente'. E il problema di un poeta, oggi, rimane sempre per me, come per i suoi lettori del resto, quello di trasformare l'impulso alla rivolta in una proposta di rivoluzione, e fare della propria miscredenza un progetto praticabile".
Pensiamo che farà piacere ai nostri lettori rileggere con noi alcuni testi con i quali questo grande poeta ha collaborato ad "Anterem". Sono tratti dai numeri 17 [pdf 988KB], 48 [pdf 209KB], 54 [pdf 1.124 KB], 57 [pdf 524KB], 62 [pdf 72KB], 63 [pdf 43KB] della rivista.
L'originale sequenza fotografica che proponiamo è di Giulia Adami, nostra collaboratrice da molti anni. E' tratta dal volume: Giulia Adami & Cosimo Lerose, Ritratto della voce, Cierre Grafica, Collezione Via Herakleia (a cura di Flavio Ermini e Ida Travi), Verona 1998.
Giuseppe Ungaretti tradotto da Paul Celan
Sul numero 87 di “Anterem” (dicembre 2013) abbiamo pubblicato alcuni frammenti poetici di Giuseppe Ungaretti con la traduzione a fronte in lingua tedesca di Paul Celan.
Li riproponiamo ai lettori del nostro sito, certi di far loro piacere.
I frammenti poetici di Giuseppe Ungaretti sono tratti da Cori descrittivi di stati d’animo di Didone (in La Terra Promessa, 1950) e da Ultimi cori per la Terra Promessa (in Il taccuino del vecchio, 1960). La traduzione di Paul Celan è tratta da P. Celan, Gesammelte Wercke in fünf Bänden, a cura di Beda Allemann, in collaborazione con Klaus Reichert e Rolf Bücher, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1983. L’originale della firma autografa di Ungaretti è conservato presso il Fondo manoscritti dell’Università degli Studi di Pavia.