Col titolo riassuntivo di Antiterra (Joker 2006), Flavio Ermini ha raccolto gli editoriali pubblicati su "Anterem" dal n. 51 del 1995 al n. 71 del 2005. Sulla soglia è posta un'epigrafe tratta da un saggio di Hölderlin e che dà la tonalità fondamentale a tutta la ricerca. …dal momento che il segno, in se stesso privo di significato, viene posto = 0, anche l'originario, ovvero il fondo nascosto di ogni cosa, può allora farsi presente. Farsi presente, venire alla presenza Da una parte è il lavoro di scavo della poesia, alacre e silenzioso, sulla parola, dall'altra è l'evento, nel senso heideggeriano, che rifugge da ogni prevedibilità e che si mostra , quasi provenisse dal nulla, attraverso il linguaggio. Dice bene Marco Ercolani (nella Premessa), a parlare degli editoriali di Ermini come della successione dei capitoli di un romanzo di iniziazione filosofica. Ma l'approdo è antitetico a ogni rassicurante certezza. L'approdo è il naufragio - e lo spaesamento - in una terra sconosciuta o di nessuno. Nell'Antiterra. I passaggi di questa iniziazione si dipanano secondo i termini di una successione che disorienti il lettore rispetto alla Terra. Confluiscono nella ricerca tutte le suggestioni della lirica moderna, da Hölderlin a Mallarmé, da Leopardi a Celan, e della filosofia contemporanea, da Heidegger e Wittgenstein a Foucault e Derrida. Ma uno degli anelli fondamentali è la nozione di "perturbante", in una accezione che sembra includere in sé sia il rapporto tra heimlich e unheimlich , di derivazione freudiana, sia un più complesso gioco di luce e ombra che si manifesta nella parola poetica. (Tiziano Salari)
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