L’ultimo lavoro saggistico di Flavio Ermini – Il giardino conteso, Moretti&Vitali, 2016 – ci porta a un passo dall’esperienza originaria dell’esistenza e ci indica che testimoniare e custodire il senso di tale esperienza è un compito al quale non possiamo sottrarci.
Bisogna prendersi cura della sofferenza che ci assilla, ci dice Ermini; esserne coscienti, al fine di perfezionare la conoscenza del bene congiunto di bellezza e verità. Ecco perché nelle ultime pagine de Il giardino conteso, la parola diventa propriamente esperienza poetica. Prende la parola per far sì che l’essere si dispieghi e contenda il giardino all’ingannevole apparire.
Anticipiamo per i lettori di Anterem la premessa, l’orientamento e un’avvertenza.
Ne parlano: Alberto Folin su "Poesia" e su "tellusfolio"; Roberto Caracci su YouTube; Giampiero Moretti su "L'Immaginazione"; Giorgio Linguaglossa su "L'ombra delle parole"; Lucio Saviani su "Nazione Indiana"; Francesco Roat su "QuiLibri"; Danilo Di Matteo su "L'Unità", Giulio Galetto su "L'Arena" e su "Bresciaoggi"; Mario Bonanno su "SoloLibri.net"; Marco Furia su "poesia2punto0"; Giuseppina Rando su "tellusfolio"; Giorgio Mancinelli su "La Recherche"; Beniamino Vizzini su "Tracce Cahiers d'Art"; Patrizia Garofalo su "tellusfolio" e, per la sesta parte del libro, su "tellusfolio"; Rosa Salvia su "La poesia e lo spirito"; Andrea Rompianesi su "Scrittura nomade", Danilo Di Matteo su "Riforma.it"; Danilo Di Matteo su "Riforma".
Il volume è disponibile in tutte le librerie