"Piccola Biblioteca Anterem" nasce nel 2021 poiché, come per Nuova Limina, leghiamo le sorti della nuova editrice Anterem al Premio Lorenzo Montano. Questa collana è destinata a nuovi e precedenti vincitori per la sezione Prosa inedita del premio Lorenzo Montano ed è nata sull’onda dell’entusiasmo della edizione 2021: nella neonata collana Piccola Biblioteca Anterem sarà possibile sperimentare anche ogni contaminazione della prosa con la poesia e altre forme d’arte.
PICCOLA BIBLIOTECA ANTEREM
Collezione di Prose
Allì Caracciolo, Anacronia/Blood (2022)
Cristiana Panella, Dalle segrete, canto (2023)
Marco Ercolani, L’altro dentro di noi (2024)
Letizia Grandolfo, Fuoriuscite (2024)
Di prossima pubblicazione
Angela Passarello, La casa di Ana e altri racconti (2024)
Rilke inizia la terza elegia duinese contrapponendo “cantare l’amata” e “il colpevole, nascosto, Dio-flutto del sangue”. A questa contrapposizione penso mentre leggo “Anacronia / Blood” di Allì Caracciolo, primo numero della Piccola Biblioteca Anterem Edizioni: «collezione di prose» che almeno in questo cominciamento di collana hanno molto di poetico, nella misura in cui – oltre alle non infrequenti barre verticali, e a qualche a capo – è evidente il lavoro figurale sulla parola (allitterazioni, enumerazioni, paronomasie), la spezzatura del rapporto ovvio e familiare col linguaggio (cit. Andrea Inglese); e campeggiano omoteleuti che prendono qualche volta addirittura uno schema rimario codificato (cfr. Blood, 12.). Dopo le tre brevissime riflessioni di Anacronia, vincitrici del 35esimo Montano, sono proprio i novantanove numeri di Blood a dominare il libro. La scrittura, dalla naturale valenza performativa (Caracciolo è poeta e scrittrice ma anche regista, drammaturga, ricercatrice in ambito teatrale) copre tutte le declinazioni e i portati fisici, biologici, esistenziali, relazionali, etici, letterari dell’elemento-sangue, anche nelle sue negazioni (acqua e morte) che si rivelano, sul finire del libro, grandezze dialettiche o meglio funzionali a una visione ciclica. Bersaglio della scrittura sembrerebbe quello di «negare il conforto della narrazione», come l’A. annota in quarta: polisenso che allude certo al lavoro stilistico, ma soprattutto alla precisa volontà di fare uscire il lettore dalla comfort zone (nell’esempio, uno dei tanti possibili, la comfort zone della propria legittimazione espressiva, della validità delle proprie conclusioni, dell’empatia e del decoro preconfezionati). In tutto quanto sopra, sia o non sia narrazione, il libro è certamente, per unum o per fragmenta, sapienziale.