L’ortica barocca
In un flusso magmatico che pare esondare dalla pagina, proprio di un’oralità senza fine, Carmine Lubrano dissemina le sue nuove Letanie salentine e un Poema Manifesto. Un flusso che accoglie tutto e che va contro tutto, assetato di vita e di esperienze e insieme antagonista e trasgressivo. Nella forma della litania, non nel significato religioso di invocazione liturgica, piuttosto in quello linguistico della parlata per antifrasi e contro-espressioni, dal tono percussivo e irriverente. In una partitura labirintica e pulsante, erotica e alchemica, sonora e vitale. Con passaggi continui dalla caoticità della materia e dall’eccitazione dei sensi alla riflessione sulla lingua e sulla poesia.
Dalla musica di strada, nel ritmo frenetico della pizzica o della taranta, al canto denso e rude «dove ogni parola prima dell’amore / è nuvole è ustioni». Dalla lingua popolare alle citazioni colte dei poeti dell’avanguardia e della poetessa salentina Claudia Ruggeri. Dalla percussività ossessiva del mondo, «Averno pro fondo» colmo di contraddizioni e di disperazioni, alla «melodia che s’esilia e si noda». Da «una rima accidiosa che osa tra sangue ed / orine il rosso heros politico subsulto il jazz lapillum di / un volcano mai spento» alla ricerca di «acqua dolce / per arginare la sete la posia sorgiva / la poesia sotterranea che percorre sentieri profondi».
Nell’amalgama di parlata popolare salentina e ricerca linguistica, di dialetto e neologismi, con frequenti allitterazioni, il verso ha il tocco che infiamma e la musicalità che trascina. E se l’autore ritiene che, considerato il contesto culturale odierno, sia il momento di dire «basta con la poesia», nel contempo evidenzia come, per contro e per necessità, sia anche l’ora di una «nuova poesia antagonista», una «novissima sillaba clandestina». Attuando la sperimentazione di un nuovo modo di dire, insieme barocco e innovativo, melodico e urticante. Poiché così si presenta l’autore: «il puteolano Carmine Lubrano: ricerca sempre quella rima antica / punge a suo modo più dell’ortica».
Da: nuove Letanie salentine
sarà a pagina cinque che riprenderò
il viaggio talentino da oriente a occidente
verso l’inferno e dopo il frontespizio
il giuoco dell’oca con rebus annesso
laborinthus interruptus tra litania trimalchionis
e novissima sillaba clandestina
[…]
e sono qui a Roca
i giovani ancora mi chiedono
e mi chiedo
tra lente lente deliranti et urgenti
nude ‘nchiavate letanie
mi chiedo dov’è l’acqua dolce
per arginare la sete la posia sorgiva
la poesia sotterranea che percorre sentieri profondi
canali navigabili per parole che hanno voglia di andare
lontano saltare i fossi esplorare anfratti e caverne nascoste
sarà questo segnino insieme di inchiostri
e cadaveri squisitamente composto
con l’ultimo verso a ritroso
dalla novantaquattro alla settantasette
in un coito con tamburello e chitarra battente
e per allegri lestofanti per amici e parenti
per oracoli ciechi per bizzoche e cornuti
per razziati e fottuti
il seme ed il canto nel tempo andato
tra pietre incustodite dove ogni parola prima dell’amore
è nuvole è ustioni
sarà un diario di bordo scritto sui bordi di carte lacerate
un flusso sapiente i linfa tra orto e genitali
distratto da un giuoco impervio indecente
che inseguo spassiunatamente
e col desiderio di una sola parola sola
nella ragnatela indolente fatta di stagioni
e lunghi capelli lacrime antiche dimentiche
sarà l’incanto caduto nel fango a divenire ingrediente
per un sonetto impassibilmente imposibile
per raccogliere tutto il sangue del mondo
e tra squilli di rosso fuggente
struggente bestemmia jattura con l’inganno
per la nuda e cruda crocifissione di tutti i santi molesti
che oscenamente avevano già dato la voce a briciole esplose
nel sudiciume
ora questa malcelata canzone
attratta dal calvario s’impiglia nell’esodo d’urne
nel coro dell’alterco dei vicoli al porto
strascina malumore di sera e matina
arina la giografia delle ombre l’immerso
odoroso ridisceso alla piazza
dopo la tempesta tradotta sol fetore di pisciazza
col catrame tra fette d’anguria e le ricette tutte
sedotte e abbandonate e fino a pagina quarantasette
poi ci saranno venture cesure e cesoie per finire in bellezza
le congerie della scrittura e per sporcare carezze
con mucose melodie tirate fuori dal pozzo
[…]
Da: per un Poema Manifesto
***
vedrai vedrai la melodia che s’esilia e si noda
s’allenta s’ammorza alla randagia dimora
vedrai il rantolo all’emporio eloquente
la vendemmia che non arrugginisce la carezza
vedrai la maraviglia depilata sul bordo della pietra
e sarà mai sazia opulenta parolA fabula dal ritmo ossessivo
a dirti la fine nell’esilio dal canto
vedrai il pallore imbalsamato da efelidi
e l’euforia di una ruga nei salotti dei cavadenti
vedrai l’eczema vedrai la lusinga e lo scempio del morbo
vedrai l’affanno l’indolenza il pa bagnato e la zavorra
e vedrai la demenza il demerito la de mo cra zia
***
[…]
e che dunque in questo senso almeno
la smorfia dell’arte ed il ritorno del pazzerello in piazza
tra pozzi di zolfo e latrine tra pupazzi e poetastri
puzzolenti di lirico piscio e che dunque
in questo senso almeno bel venga la macchia sul foglio
che uccide a ritroso l’imbroglio
l’inchiostro nei guizzi che insegue il verso
che danza avanza cerca lo spazio vuoto
il peccato bianco sulla pagina stanca
non si sazia nel segno non si perde nella carezza
con l’accento che graffia di lusso
vocale ch’allecca la nota stonata
col salto nel fosso nel rebus obeso d’oblio
ora ovulo ombroso d’una scorza cachera
e col fiato vileno fetori d’altre stagioni
fioritura d’una ferita col prurito d’ortica
tra orrido e schifo s’imbriglia nel collo
s’agghiaccia al taglio lento tremante
si posa sossopra al carnoso silenzio
dove riposa e che muta nel morbo trusco
nel fango guasto del giorno festo
in questa puzza grotta col pane tosto
nel sanguinato brodo e tra fetude lenzola
ora che la lingua deve inventarsi roghi di ostie in eccesso
[…]
Carmine Lubrano, nato a Pozzuoli in via Dante Alighieri vive e lavora al Parco Virgilio a Cuma tra l'Antro della Sibilla e l'Averno.
Poeta, operatore culturale, ha fondato l'Archivio della poiesis contemporanea "Poetry Market", ha fondato e dirige il Lab-Oratorio Poietico per le Arti, la rivista e le edizioni "TERRA del FUOCO", ha tenuto e tiene workshop e laboratori di decodificazione dei linguaggi contemporanei in numerose scuole,centri culturali,musei; è curatore di mostre, direttore artistico di eventi, manifestazioni e festival, in particolare nei Siti archeologici; ha pubblicato diversi libri di poesia con prestigiose sigle editoriali(Tam Tam,Altri Termini,Scheiwiller,Rai Trade...); dedicata al suo lavoro la Tesi di Laurea dal titolo: "poeti antagonisti e funzione-dialetto nel conflitto culturale del '900 a Napoli”, alla Sapienza di Roma; altre tesi attraversano il suo lavoro nell'ambito della poesia antagonista e della "Terza Ondata" delle Avanguardie, presso: Federico II di Napoli, la Sapienza di Roma, Accademia delle Arti di Napoli, DAMS di Bologna, Istituto Superiore del Design di Milano…; ha curato antologie didattiche,tra le altre: "POeSIA (giocare con le parole,poesia visiva,scrittura visuale…),"PHOTOgrafia (fotografia creativa e off camera), "il di-SEGNO Poietico" (contaminazioni e mode…), "la Città dell'Immagine" (parola e segno); ha partecipato come artista con reading e concerti di POESIA e MUSICA a Festival e manifestazioni da "Poliphonix" al Centro Pompidou e alla Maicon des Ecrivains di Parigi, a Poiesis Sinphone di Milano, dal Salone del libro di Francoforte alla "Scuola di Lettura in Biblioteca2000-Ministero per i Beni Culturali", al Festival dei Popoli Mediterranei, al Festival Ferre'; è presente nell'Archivio della Canzone Napoletana della RAI di Napoli e nell'Archivio "la memoire et la mer" di Parigi, per aver "tradotto" ed interpretato in Lingua Napoletana alcuni testi di Leo Ferre'; ha curato l'antologia "POETI contro BERLUSCONI",1994.
Nel gennaio 2019 : premio Trivio 2018 (alla carriera per la poesia)
Tra le sue opere ultime:
- "Scovera Jorda Pilosa",Scheiwiller,Milano,1997
- "Sulphitarie"(con Edoardo Sanguineti),Napoli,1999
- "PoemAverno"(libro+CD con le musiche di Rino Zurzolo),Napoli,2000
- "Lengua Amor Osa",D'Ambrosio ed. Milano,2003(premio di poesia Feronia 2004)
- "Stroppole d'Ammore" ( libro + CD ),RAI Trade-Suoni del Sud,2006
- "Serenata Napulitana al cabaret Voltaire", ed. la Ricotta,Canneto Pavese(PV)
-“Era de maggio - in viaggio tra ‘68 e dintorni” , JazzPoetry, 2008-2018
-“Letania salentina e altre Letanie”, Lab-Oratorio Poietico, Napoli,2018
-“riscritture antagoniste”, Eureka edizioni, 2018
-“nuove Letanie salentine e un PoemaManifesto “, Napoli, 2019
Finito di stampare nell’aprile 2020: “Le ragioni dell’avanguardia: la poesia di Carmine Lubrano” (scritti di: Allegrezza, Cudazzo, Bettini, Muzzioli, Aprile, Moscarelli, Pieri, Gennari, Sanguineti… con ipertesti di Carmine Lubrano da “vado via dalla poesia” )
Maggio 2020: in uscita “sono le undici e quaranta di questo santo venerdì santo - poesia in quarantena”.