Leggendo queste pagine si comprende la capacità della’autore di essere poeta dal sentire totale. Tutto ciò che è il nostro essere – come natura umana, ma proiettata in una dimensione che unisce e fonde stati di materia diversi,”volti mani sensi/si fanno luoghi” – si presenta al mondo dando con un sentimento del senso distillato in parole che hanno il segno di una necessità unica: che non è quella di dire per insegnare (“siamo senza formule”, precisa Lamberti), ma dire per avvolgere ed espandere il canto.. I brevi, ma concentrati testi, con precisa metrica, invitano a una lettura lenta, per poterne vedere e udire il riverbero nella voce di una sapienza discreta, quasi nascosta: in verità lucida e centrale. I concetti sono conseguenze intime che si aprono al desiderio, sfiorando l’oscurità dove tutto è immaginabile: un transito, verso ciò che ha vocazione di silenzio, di pura meraviglia. “Note mute” ma riconoscibili, se solo ci si dispone ad accogliere il loro pulsare. Un percorso di pensiero, allora, dove solo la poesia riesce a cogliere, per subito donare, l’indeterminata contemplazione nella saggezza di quell’atto etico che diciamo scrittura: che ci accoglie e ci cambia con leggerezza assoluta.
BASTA QUASI UN NIENTE
Basta quasi un niente
per incrinarti l’universo
cammello e cruna
diaframma e apnea
dare mezzo manto
Martino agisce prontamente
respiro empatico
performativo
siamo senza formule
desiderando l’assoluto
restiamo in bilico
concetti sfumano
INIZIAMO UN DISCORSO
CI TROVIAMO A UN BIVIO
Ci troviamo a un bivio
disorientati e il vento spira
fumoso e asfittico
deprime e affloscia
sorvoliamo il mondo
con piccoli atti vuoti e frusti
restiamo inerti
demotivati
Rut ha avuto fegato
non è lasciata sola in terra
a lei straniera
si è affidata
DALLA TERRA DI MOAB
VIENE INESPLORATA
Viene inesplorata
la svolta e porta gli occhi vigili
a contemplare
frontiere insolite
anche tu sei altrove
in quel momento preziosissimo
magari instabile
degravitato
brami un nuovo centro
ma è sempre stato lì vicino
un fluido rosso
respiro-sangue
PANORAMA SPIAZZANTE
Alessandro Ramberti (Santarcangelo di Romagna, 1960) è laureato in Lingue orientali a Venezia, ha vinto una borsa (1984-85) per l’Università Fudan di Shanghai. Nel 1988
consegue a Los Angeles il Master in Linguistica presso l’UCLA e nel 1993 il dottorato
in Linguistica presso l’Università Roma Tre. Ha pubblicato qualche saggio, Racconti
su un chicco di riso (Pisa, Tacchi 1991), La simmetria imperfetta con lo pseudonimo
di Johan Thor Johansson (1996) e alcune sillogi: In cerca (2004, Premio Alfonso Gatto
opera prima), Pietrisco (2006, premi Poesi@&Rete e Cluvium), Sotto il sole (sopra il cielo)
(2012, Premio speciale Firenze Capitale d’Europa) e Orme intangibili (2015, Premio
Speciale Casentino, II class. Tra Secchia e Panaro) Con l’Arca Felice di Salerno
ha pubblicato la plaquette Inoltramenti e tradotto 4 poesie di Du Fu.