Tentare la parola affinché essa si riveli, renderla spazio in cui agire. Sarà la parola, allora a convocare il mare, a generare visioni, a provocare azioni. L’io si proietta con slancio in un simile teatro, guarda le proprie visioni accadere. Il vento attraversa i secoli, persino i miti intervengono sulla pagina, il viaggio è il viaggio inconcludibile, lo stesso viaggio di tutti coloro che scrivono: “ove la rotta è un miraggio”. Tentare la parola ha qualcosa di dionisiaco. È arte dell’incanto, si vede realmente ciò che si pone sulla carta. Viene dal cielo la parola e ad esso Marco Ercolani sembra rinviarla nel suo libro di poesia “Nel fermo centro di polvere”. La scrittura è ciò che accade nel centro fermo del nulla, quando la mente è eclissata. Non obbedisce all’ordine convenzionale. È un cortocircuito di cui il poeta è il tramite: attraverso le parole il mondo intero risale, attraversa e si spande. Poesia è il centro del mondo-nulla. È sulla pagina/specchio che si può vedere il suo passaggio.
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È la rotta dello specchio a impedirti il sonno?
Oltre il vetro dorme uno straniero.
Aspro, in piena luce, è tornato
il freddo. Abbandonato,
il corpo riscrive il suo abbandono.
Dietro le palpebre rovesci gli occhi:
ascolti, cieco, musica nuova,
bisbigliata ai prigionieri di un cielo incomprensibile.
Partiamo, il buio
non incantesimo ma guida.
Per viaggiare senza possedere.
Scrivere senza parlare.
Respirare senza promesse.
Possiamo. E il buio dell’andamento è l’unico bagliore.
Marco Ercolani (Genova, 1954), è psichiatra e scrittore. Tra le sue ossessioni l’apocrifo, il nodo arte/follia e la poesia contemporanea. Tra i suoi libri di narrativa: Col favore delle tenebre, Il ritardo della caduta, Vite dettate, Lezioni di eresia, Il mese dopo l’ultimo, Carte false, Il demone accanto, Taala, Il tempo di Perseo, Discorso contro la morte, A schermo nero, Sentinella, Turno di guardia, Camera fissa e Preferisco sparire. Per la saggistica: Fuoricanto, Vertigine e misura e L’opera non perfetta. Per la poesia: Il diritto di essere opachi e Si minore. I suoi taccuini sono raccolti in Nottario. In coppia con Lucetta Frisa cura “I libri dell’Arca” e scrive L’atelier e altri racconti, Nodi del cuore, Anime strane, Sento le voci e Il muro dove volano gli uccelli.