Sembrerebbe non esserci alcuna categoria utile a incasellare conoscenza: “spalanco le porte / e le immagini si annullano / fermo gli occhi / e le immagini si schiudono”, tant’è che si è costretti a verificare anche le più elementari percezioni, per fabbricarsi, caso per caso, l’ambito di riferimento. Difficile tenersi a qualcosa che sia saldo, anche ciò che si crede di conoscere è non fondato e forse, per Italo Testa, nemmeno nel gioco di famiglia wittgensteniano c’è qualcosa che possa fondare una credenza. Persino il sé è totalmente azionato dagli altri. Nessun limite da nessuna parte. Nessuna cosa uguale a un’altra. Eppure una costante inversione fra ciò che accade in un interno e ciò che accade in un esterno: “cammino nella casa / e raccolgo i rami caduti”, oppure tra immobilità e movimento, ci avvisa che è possibile ancorarsi a qualcosa, non fosse che per il principio di opposizione. Quel che si esperisce con il corpo non è stabile allo stesso modo poiché la mente è scettica rispetto al corpo o almeno sembra potersi astrarre anche da esso o volerlo disperatamente fare senza riuscirci. In ogni caso è un io bloccato, alienato che non ha un codice condiviso di comunicazione, vive nell’arbitrarietà più totale. O forse nell’adesione a sé più completa.
Dalla sezione La casa perfetta
TUTTO ACCADE SIMULTANEAMENTE
sono seduta
e mi muovo verso una porta
sono seduta
e scivolo nel corridoio
TUTTO ACCADE SIMULTANEAMENTE
la foglia dell’albero nel giardino
cade sul mio tappeto
la foglia dell’albero nel giardino
trema sulle mie mani
anche oggi ho visto qualcosa
che spero di comprendere tra due giorni
anche oggi ho visto qualcosa
che spero di arrivare a comprendere
TUTTO ACCADE SIMULTANEAMENTE
le pareti bianche
si curvano sulla stanza
le pareti bianche del cielo
si curvano dentro la mente
TUTTO ACCADE SIMULTANEAMENTE
spalanco le porte
e le immagini si annullano
fermo gli occhi
e le immagini si chiudono
Dalla sezione I camminatori
camminano
rasenti ai muri
sugli autobus
si siedono tra i primi
non parlano
tenendosi le mani
si voltano
di scatto a un tratto
ti guardano
gli occhi grigi
campeggiano
poi scartano di lato
si alzano
serrando i pugni
e scendono
Italo Testa (Castell’Arquato, 1972) vive a Milano. È cresciuto nella provincia emiliana, ha passato molti anni a Venezia e fatto studi nomadi tra Francoforte, Berlino, Parigi e Marsiglia. Tra i suoi libri di poesia: L’indifferenza naturale (Marcos y Marcos, 2018); Tutto accade ovunque (Aragno, 2016); i camminatori (premio Ciampi – Valigie Rosse, 2013; La divisione della gioia (Transeuropa, 2010), Luce d’ailanto Poesia contemporanea. Decimo quaderno italiano, Marcos y Marcos, 2010), canti ostili (LietoColle, 2007), Biometrie (Manni, 2005); Gli aspri inganni (LietoColle, 2004). Dirige la rivista «L’Ulisse», è resident dj su «Le parole e le cose» e collabora con altri lit-blog. Pubblica la rivista/poster «2×2» in collaborazione con l’Otis College di Los Angeles e l’ArtCenter College of Design di Pasadena, e cura per l’Accademia di Brera la collana di multipli non_identità e il laboratorio da>verso: transizioni arte-poesia. Saggista e traduttore, insegna filosofia teoretica all’Università di Parma.