Clemente Napolitano ci porta con questo libro nel flusso della vita quotidiana, nel suo farsi e disfarsi nello spazio di un libero agire proprio di un’anima che ha compreso il destino cui è assegnata.
Un destino che coinvolge il linguaggio e la coscienza, in un rinnovamento lungo e incerto, in un rituale che ha bisogno di essere continuamente ripetuto.
Qualcosa è già successo. Ma c’è ancora posto per l’emozione di un rapporto che svela tentazioni non dette, segrete, incalcolabili.
Il messaggio è questo: si cerchi di rinascere continuamente, ci si impegni incessantemente in imprese nuove, risorgendo come ogni volta fa il sole al mattino.
***
Perché quest’involucro
non è mai stato
corazza imbattibile
fragile e scosso
da un colpo di vento
lasso ti accoglie
scherno dolente
alla tempesta
solletichi il verso
garrisce la presa
le maglie allargando
rivolta lo sguardo
come una scolta
le spine di Cristo
hanno foglie brunite
***
Hai visto la mano era distesa
il palmo aperto
a mezz’aria sospeso brancolava
il corpo stava dietro
l’angolo teso oscillava perplesso
tra dare e avere
mostrarsi per donare o nel frattempo
tirare il busto
indietro nascondendo l’appetito
ripugnante
***
E della vita godo
la vita stessa
irrefrenabile flusso privato
di separati pezzi
Clemente Napolitano nasce a Caserta, il 2 giugno 1965. A Bologna si laurea col massimo dei voti al D.A.M.S.
Allievo di eminenti maestri della scena teatrale italiana (Leo De Berardinis, Claudio Meldolesi, Carlo Merlo) frequenta, durante e dopo gli anni universitari, numerosi corsi di specializzazione in arti sceniche con particolare riguardo al settore dell’interpretazione e della regia.
Dai primi anni ’90, generalizza l’attività teatrale a stimolo di rinnovati impulsi creativi e culturali: assume supplenze di Storia dell’Arte nei Licei di Napoli e provincia; promuove seminari, dibattiti, progetti interartistici per la costruzione di nuovi spazi orientati ad arginare indifferenza e degrado; è interprete delle sue messinscene e di progetti musicali; realizza reading di poesia; collabora con riviste locali e nazionali; conduce seminari, dirige spettacoli nelle scuole di ogni ordine e grado della Regione Campania e nelle Università di Bologna e Salerno; svolge attività di Teatro e carcere.
Come attore ha collaborato con Leo de Berardinis: Macbeth di William Shakespeare; Carlo Merlo: Cristoforo Colombo di Michel de Ghelderode, Filosoficamente di Eduardo De Filippo; Renato Carpentieri: La serra e Party time di Harold Pinter.
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