Un mediterraneo frammento di racconto situato in un tempo mitico dove regna il principio del naturale, dove, ancor prima che fosse impressa la parola alle pietre e la tradizione orale si potesse srotolare nel tempo della memoria gli elementi vegetali, terresti, marini dominano, in una specie di perfezione primordiale.
Qui la presenza umana, storia e dolore, sapere e carne viva, destinati a diventare opaca polvere, riverberano come pulviscolo luminoso , traccia pulsante che cerca di tenersi alle concatenazioni ancestrali, alle vite vissute come ricordi tatuati.
Allusioni a magici culti femminili, forse analoghi al culto della scrittura, sorella delle sagome, svelano o nascondono il liquido delle parole annegate nel proprio riflesso.
Nome: Sofia Demetrula Cognome: Rosati
Professione: ricercatrice, poeta dimitra@fastwebnet.it
web: http://trattiessenziali.com
tratti essenziali: https://twitter.com/sofiademetrula
https://www.facebook.com/sofiademetrula
Pubblicazioni/attività:
In programma: reading “Bologna in lettere” sabato 28 maggio 2016 https://boinlettere.wordpress.com/2016/04/14/bologna-in-lettere-2016-il-... sabato-28-maggio/
Pubblicazione: tre inediti per il blog Trasversale con nota critica di Rosa Pierno (2016) http://rosapierno.blogspot.it/2016/03/sofia-demetrula-rosati-tre-inediti-per.html
Pubblicazione: in Words social forum “Senza distrazione – testo poetico di Sofia Demetrula Rosati su book fotografico di Cristina Rizzi Guelfi” (2016) https://wordsocialforum.com/tag/cristina-rizzi-guelfi/
Pubblicazione: in Carte nel vento ‘La solitudine della sapienza’ (nota critica di Marco Furia) https://www.anteremedizioni.it/montano_newsletter_anno12_numero26_sofia_demetrula_ros ati
Pubblicazione: in Poesia 2.0 ‘La solitudine della Sapienza’ (nota critica di Marco Furia) http://www.poesia2punto0.com/2015/03/15/la-solitudine-della-sapienza-dialogo-con- qohelet-di-sofia-demetrula-rosati/
Finalista: XXVIII edizione del Premio Lorenzo Montano (2014) per la Sezione una poesia inedita, con il testo‘la solitudine della sapienza’.
Pubblicazione: poesie di Antonis Fostieris (introduzione critica + testi tradotti), in Anterem n.88, Anterem Edizioni, (giugno 2014).
Pubblicazione: in Poesia 2.0 ‘XX premio Donna e Poesia’ http://www.poesia2punto0.com/2012/12/08/il-paese-delle-donne-xx-premio-donna-e-poesia/
Premio: 1° premio – ex equo (sezione opera edita) volume ‘l’azione è un’estroversione del corpo’, Cierre Grafica, Verona, 2011 – assegnato da Il paese delle donne – XX PREMIO DONNA E POESIA (ottobre 2012) - Dedicato all’artista cilena Maitè (Maria Teresa Guerriero).
Pubblicazione: poema ‘il demolito è l’unica dimora del ritorno’ nel periodico on line Carte nel vento di gennaio 2012, anno IX, numero 16, accompagnata da una nota critica di Marco Furia. https://www.anteremedizioni.it/montano_newsletter_anno9_numero16_rosati
Reading: Convegno internazionale di poesia “Parola per parola” (novembre 2011) - Rivista Anterem – Biblioteca Civica Di Verona.
Finalista: XXV edizione del Premio Lorenzo Montano (2011) per la Sezione una poesia inedita, con il testo ‘il demolito è l’unica dimora del ritorno’.
Presentazione: Manuela Fraire e Tiziano Salari hanno presentato il volume ‘l’azione è un’estroversione del corpo’, edito nella collana di poesia Opera Prima, diretta da Flavio Ermini. A Roma, ottobre 2011, presso la libreria Empiria.
Pubblicazione: in Poesia 2.0 ‘Tutti gli autori di Opera prima’ http://www.poesia2punto0.com/2011/10/08/tutti-gli-autori-di-%E2%80%9Copera- prima%E2%80%9D-sofia-demetrula-rosati/
Pubblicazione: silloge ‘l’azione è un’estroversione del corpo’, Collana Opera Prima – Cierre Grafica, Verona, 2011. Riflessione critica di Tiziano Salari.
Reading: VeronaPoesiaFestival 2010- Letture dei poeti segnalati e finalisti.
Segnalazione: Premio Lorenzo Montano XXIV Edizione (2010) – sezione raccolta inedita – silloge ‘l’azione è un’estroversione del corpo’.
Collaborazione: con la rivista Poesia, Crocetti Editore, per articoli, recensioni e altro.
Finalista: nel premio letterario Fili di Parole, con silloge inedita: ‘per farti dimenticare Penelope’, Giulio Perrone Editore, Roma, 2008.
Reading: di poesia nell’ambito della manifestazione ‘Parole, Parole, Parole’, Alphaville Cineclub, Roma, 2007.
Pubblicazione: in raccolta antologica DI QUEL FUOCO, Giulio Perrone Editore, Roma, 2007.
Pubblicazione: in raccolta antologica IOSCRIVO, Giulio Perrone Editore, Roma, 2007.
Corso di video-poesia presso la casa editrice Giulio Perrone (2006-2007).
Pubblicazione: ‘La poesia è il fiore più antico della terra’, Katerina Anghelaki Rooke (introduzione critica + testi tradotti), in Poesia n.201, Crocetti Editore, Milano, 2006, pp. 16- 28
Pubblicazione: ‘Katerina Anghelaki Rooke’, in “Passages – Rivista di Arti Culture Riflessioni”n.8, Passigli Editore, Firenze, 2004, pp. 7-63. Tradotta per la prima volta in italiano. http://www.passages.it/Passages8/Poesia_Rooke.pdf
Pubbblicazione: silloge ‘Maggio inquieto di desideri’ sul sito della rivista Passages, 2004. http://www.passages.it/Passages7/maggio_solitario.pdf
a Trotula che dispensò bellezza e cura - frammenti di un culto misterico
Si occupava del corpo delle donne Trotula de’ Ruggiero che fu filosofa e medico nei pressi del 1050 a Salerno, terra di tante lingue erossi frutti, di chiaroveggenti pietre lucide e di un astuto mare che domina e istruisce. Curava Trotula, attingendo a quello stesso uterosempre gravido che fin dall’incanto del primo sguardo, pose nelle mani delle donne il dominio degli elementi. Ancora prima che fosseimpressa la parola alle pietre e la tradizione orale si potesse srotolare nel tempo della memoria. Il principio di cura prevedeva un corpobello a vedersi tanto da poterlo confondere con l’incidere maestoso delle divinità che con lui si intrattenevano. Bello di una bellezzaarborea, capace di competere con la perfezione di animali e piante e di carpirne i segreti. E alla tradizione orale attinge Trotula,iniziata all’arte medica da una donna di cui lei tenne sempre segreta l’identità. Sappiamo di un boschetto di limoni e olivi doveTrotula, ancora bambina, trascorse una lunga notte di luna nera al solstizio d’inverno. Ne uscì al mattino, ormai fattasi donna. Dellasconosciuta sappiamo solo le parole recitate durante i riti misterici che si svolgono nei boschetti di limoni e olivi, dalle donne chedisegnano le costellazioni.
senza volontà esco dal bosco c’è il minimo indispensabile odore di polvere di terra smossa poca umidità echi di suoni lunghi e acuti cigolìo di materia dolorante spira un leggero vento secco che screpola quel che resta della notte mi distendo sull’altare di tufo e pietra tra i ramoscelli di alloro davanti alla luna nera e chiedo comprensione sorgo e tramonto senza posa Trotula lo sai che gli uccelli si addormentano con il timore che il sole torni? e il chiarore della luna non li conforta ma li fa tremare ancora di più con la sua mutevolezza e in queste notti di luna nera di buio denso pregano che non si provochi lo stupore
l’inverno uniforma gli odori li rende meno attraenti avvicinati stenditi su questo giaciglio lascia che riconosca il calore di un corpo sono nata e già questo era sbagliato Trotula c’è un rimedio all’esser figlia non voluta dall’utero che l’ha partorita? ho desiderato carne umana volevo divorare una vittima sacrificale un mio trofeo e mi ritrovo carcassa putrescente scansata anche dalle iene trasformami in leggera umidità notturna in scarna rugiada mattutina e senza riflettere lascia che mi immerga nella prima sagoma incontrata mi faccia refrigerio per una mucosa di larva che cresce in velocità nevrotica scavando cunicoli
di giorno sosto in un luogo scuro con le ginocchia immerse in una fanghiglia impalpabile tra le mani i miei capelli sono diventati radi e grigi senza il nutrimento della luce non so se sto invecchiando o se lo scorrere non consuma tempo in questi cunicoli in fondo potrei essere ancora bambina odorami Trotula so di buono? sono con me gli antenati intenti a scavare e seppellire vite vissute le donne si fanno scheletro piùlentamente e hanno il tempo di destreggiarsi con i resti dei loro uomini ne nascondono le ossa sotto un terriccio umido e profumato per non doverle più ricomporre Trotula gli antenati urlano e reclamano vendetta e mi chiedono di aiutarli a scavare perché ho dimestichezza con il sottobosco ma le mie mani sono stanche e necessitano di cure
ascolta sono gravida ecco affonda le mani nel mio utero e ascolta ho il ventre colmo di una vita sconosciuta ascolta Trotula non senti questo rumore di foglie e arbusti? non era forse un tempo solo eros? e tutte lecreature si univano in amplessi prolungando il balenìo della venuta della storia e gli amplessi generavano costellazioni il senso apparteneva agli alberi fino a quando decisero di disporre fioriture e frutti dicondividere discernimento e inquietudine e gli esseri umani sono rimasti intrappolati nel dolore di un Narciso scomposto che lascia annegare il proprio riflesso e volge lo sguardo al cielo che ascende e discendementre la polvere resta l’unica semenza
Trotula mi curi con aloe miele e zenzero pensi che io abbia ricordi tatuati che sia figlia di una terra contesa dalla luce caparbia dagli aromi esuberanti i colori riccamente disposti ma io sono figlia delladimenticanza della dismissione di ciò che non svolge per essere visto ma ascoltato io sono sorella delle sagome non mi inseguire
hai compiti importanti Trotula prendi tutto il mio sapere e fanne luce e calore permetti le nascite rinvigorisci gli uteri lenisci cospargi di unguenti e ammorbidisci le carni delle donne permetti il fluire del mestruo distribuisci bellezza rendi loro ciò che a me tolgono poni le vergini a tua difesa e di questo nostro amplesso ai margini giorno taci non porgere mai le spalle a levante di notte volgi lo sguardo alle costellazioni danza e canta dimentica il buio nel momento stesso in cui lo vedi ché non sia per te d’inganno
Si narrava delle migliaia di donne uccise perché detenevano conoscenze di cura. Ma alla Scuola Medica Salernitana arrivavano dalmare uomini e donne dalle mille lingue. E le parole nuove si sa, generano alchimie e la conoscenza che ne discende si muove in libertàper molto tempo. Dall’alto di un dirupo Trotula una sera volle trasgredire, volse le spalle al mare e posò lo sguardo sulla vasta pianuraoltre le colline che accoglievano la cittadina proteggendola. Vide sparsi bagliori di roghi e lunghi fumi neri che coprivano lecostellazioni. È vero, pensò, le donne si fanno scheletro lentamente. I suoni di flauti e danze la riportarono con lo sguardo verso il maree la sua Salerno dove trascorse una vita lunga e feconda. Dispensò cure e bellezza fino all’ultimo dei suoi giorni. Mai più volse le spallea levante.