La nostra condizione terrena ci porta a convivere con un forte senso di vuoto.
Molti provano a colmare questo vuoto in vari modi: con la religione, con la psicanalisi, con la tecnologia e tutti i suoi derivati.
Alcuni, come Lia Cucconi, tentano l’avventura di confrontarsi con esso poeticamente, attraverso un ragionamento in versi sull’Essere.
Ne nasce una discesa nell’interiorità: “una voce d’altro alfabeto mi guida all’ascolto: è l’incompreso inconosciuto altro”, scrive Cucconi che possiamo immaginare in un mare in tempesta battersi come il remo nel suo gorgo. Oppure su una tortuosa strada ricca di sviamenti come può essere l’inconscio, dove l’autrice ambienta e raduna spezzoni di vita, con il senso demandato alla parola dell’”altro”.
Ne nasce una salita nel pensiero: “dove “io sono” siamo la stessa cosa”.
L’altezza raggiunta ci conduce verso la nostra notte oscura. In un laico confondersi del fine della poesia con la fine della nostra vita.
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Un filo si trascina la mia essenza
nel grembo interno ai segni luminosi
al suono ora inteso ora incerto a cose
che hanno la voce dell’universo.
Nel fragile nucleo di coscienza
passano e si stendono le parole
oltre le ombre del pensiero, vedo
e sento che è l’immenso d’ignoto
battersi come il remo nel suo gorgo
al vento dell’incontro dentro al tempo.
Come un soffuso richiamo su me
passa una traccia di suoni, una voce
d’altro alfabeto mi guida all’ascolto:
è l’incompreso inconosciuto “altro”:
lui m’interagisce al mistero umano
e come tessuti andiamo nel labile
confine posto in nostra carne e c’è
conoscenza d’essere ciò che siamo
come l’alloro, il vento, il fiore, il ramo
e la rondine che si posa, l’ombra
d’ogni richiamo, l’inconscio numero
dei sogni che ci fanno in noi natura
dove “io sono” siamo la stessa cosa
generati dall’imprevedibile
genitrice gelosa di sua impronta.
Lia Cucconi ha pubblicato tredici libri di cui cinque in italiano e otto in dialetto di Carpi. Con i volumi dialettali è sempre stata finalista al Premio Pascoli. Tra gli ultimi editi in italiano ricordiamo “Intrusiva” (2000) e “L’imposta” (2010). È presente in riviste e antologie.
Si sono occupati, tra gli altri, della sua poesia Giorgio Luzzi, Sandro Montalto, Giorgio Barberi Squarotti, Stefano Verdino, Manuel Cohen.
Vive a Torino.