La vibrazione dell’esistere
In tutta “La nudità della luce” che Chiara De Luca dispiega nel suo spartito colmo “di mondo e silenzio” risuona un continuo intreccio tra il corpo e gli elementi del reale, tra presenza e assenza, bellezza e spesamento, nell’inebriarsi, come scrive, “di sole di vento forte o d’opaco di luce / di canto d’inverno di pianto di freddo / d’eterno d’inferno di sogno e risveglio”.
Nelle immagini che i versi sfiorano a volte come un tocco di luce leggera, a volte con una dolorosa messa a nudo, pare di scorgere l’Ophelia shakespeariana dipinta da J. E. Millais, a partire dalla figura iniziale, che l’autrice presenta come il salice-donna “che piange / la fine delle storie” riflessa nell’acqua e i cui “capelli le si schiudono a raggiera, / sparsi vibrano del brivido dell’onda”.
La vibrazione caratterizza quest’immersione totale nella vita, dove gli elementi corporei e naturali si dissolvono gli uni negli altri, tra il buio della perdita e la luce della bellezza, come fa risuonare Chiara De Luca, da un lato “su spariti senza voce // leggendone le note per vibrarne”, dall’altro “nel canto che ha l’unisono del sangue”, tra il dolore causato dall’assenza e l’affermarsi forte della pienezza vitale, riuscendo, nel suo ampio respiro a tenere insieme gli opposti, a, come ci conferma l’autrice, dire “di quest’aspra fame di silenzio” e insieme dire “dell’esistere semplicemente”.
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Elegante si china come un giunco,
nebbia la sfiora di una veste da sposa,
i capelli le si schiudono a raggiera,
sparsi vibrano del brivido dell’onda
si giungono e ancora la corrente li separa:
si specchia capovolta finché non la spaventa
un colpo di vento che di colpo la disperde
sulla superficie come una malerba.
Ë una donna il salice che piange
la fine delle storie, stanca del giorno
implora la notte ebbra d'autunno
di baciarle via la luce dal volto.
Testamento
Mentre aprile nasce io vi lascio
le spoglie di quel che fu soltanto
frammento dei chi che avrei potuto
si deve qui colmare tutto il tempo
fino all’orlo più alto e traboccarlo;
perché non tornano gli anni rubati
da quella che per me li ha vissuti.
Vi lascio le sue mani di cartapesta
fruscianti a ogni stretta concessa
vi lascio la sua pelle di trine sottile
fremente al minimo tocco gentile
il suo silenzioso scusarsi per tutti
gli assolti delitti commessi da altri.
la stoffa dei suoi miti giorni perduti
da pagliaccio docilmente indossati
per stracciarli al circo delle stagioni
ma non prima di lasciarvi in rima
il mare di quei disossati perdoni
delle dolci e scarnite assoluzioni
degli arresi e atterriti abbandoni
il breve cenno nel voltarsi di una mano
riportando in poesia le ali di un gabbiano.
Chiara De Luca, laureata in Lingue e Letterature straniere a Pisa, ha frequentato la Scuola europea di traduzione letteraria di Magda Olivetti a Firenze e il master in traduzione letteraria per l’editoria dell’Università di Bologna, dove ha conseguito un dottorato in Letterature europee. Scrive poesia, narrativa e critica, traduce da inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese. Ha pubblicato con Perdisa la pièce teatrale Duetti, con Fara i romanzi La Collezionista (2005) e La mina (stra)vagante (2006), i poemetti La notte salva (2008) e Il soffio del silenzio (2009) e la silloge Il mondo capovolto (2012), con Kolibris la raccolta poetica La corolla del ricordo (Kolibris 2009, 2010), edita anche in versione bilingue con traduzione in inglese di Eileen Sullivan (The Corolla of Memory, 2010) e l’antologia Animali prima del diluvio. Poesie 2006-2010 e ha in preparazione l’antologia bilingue di testi scelti The Sum of Each Return / La somma di ogni ritorno, con traduzione inglese di Gray Sutherland. Ha pubblicato testi poetici in varie riviste e antologie in Italia e all’estero. Ha curato l’antologia di giovane poesia italiana contemporanea Nella borsa del viandante (Fara, 2009), ha pubblicato la raccolta di saggi, articoli e scritti critici A margine dei versi. Appunti sulla poesia contemporanea (Kolibris, 2015) e traduzioni di oltre cinquanta raccolte poetiche di autori stranieri contemporanei. Sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, tedesco e spagnolo e rumeno.
Nel 2008 ha creato Edizioni Kolibris, casa editrice indipendente consacrata alla traduzione e diffusione della poesia straniera contemporanea (http://edizionikolibris.net). Cura il blog “A margine dei versi”, dedicato alla critica del testo poetico, il progetto europeo “Safe Souls” per la traduzione e pubblicazione di dieci grandi voci della poesia contemporanea (http://safesouls.net) e il sito internazionale Iris di Kolibris, dedicato alla traduzione poetica, al bilinguismo e alla letteratura della migrazione, cui collaborano numerosi poeti, traduttori ed editori di diverse nazionalità (http://irisdikolibris.net). Collabora con il mensile internazionale di cultura poetica “Poesia” (Crocetti Editore), con la rubrica online “Officina Poesia” della rivista “Nuovi Argomenti” e con “Poesia” di Rai News. Per il sito del festival Parco Poesia cura una rubrica dedicata alla giovane poesia internazionale e per la rivista peruviana “Vallejo & Co” una rubrica dedicata alla poesia italiana contemporanea in traduzione spagnola. Con il poeta e traduttore canadese Gray Sutherland si occupa della rubrica “Gray Ink”, dedicata alla traduzione in inglese della poesia italiana contemporanea. Per Samuele Editore è in uscita la sua raccolta poesica Alfabeto dell’invisibile. Il suo sito personale è: http://chiaradeluca.net