Tra afasie e nuovi mondi
Rovesciato il classico interrogarsi sulla possibilità o meno di “esprimere l’inesprimibile”, di cui si sono occupati vari autori, Mara Mattoscio con “Inesprimere l’esprimibile” mette in luce il senso di disorientamento per la perdita delle parole che, come evidenzia, da “essenza del possibile” sono diventate “sfasate fuori centro, fuori respiro”, all’interno di un più generale smarrirsi come condizione individuale e intellettuale a partire da un persistente senso di vuoto e dalla perdita di sé.
Tuttavia quello che l’autrice definisce, nella sua biografia, come “un irrimediabile amore per le parole” rovescia l’assunto dichiarato dal titolo in una possibile fiducia nel pensiero e nel dire, in quello che ci indica come “salto in lungo dell’anima / di parola / in parola”, lungo cartografie insieme visibili e ignote, immaginate e segrete.
E, con il recupero delle potenzialità della parola, il muoversi di Mara Mattoscio, in un incedere tremante come “corda / di violino solitaria” tra l’inesprimere e la meraviglia, trova un suo dire anche corale, a partire dal richiamo a “Howl” di A.Ginsberg e dalle dispersioni delle “migliori menti”, nell’afasia di una generazione in cerca di sé, lungo le mappe di un’esplorazione sofferta e inappagata in cui però, come ci indica l’autrice, “la scoscesa incompletezza // che sempre avanza, / pensa nuovi mondi”:
Durare
Sono difficile
come un passo di montagna.
Sola nel nulla
da cui si vedono altipiani
densi di luci brulicanti.
Scoscesa
Scomoda
Scivolosa a me stessa
In perenne arginare
la tensione
che chiama vita nelle viscere,
il movimento incompreso
che mi sale dalla terra,
troppo in fondo.
Il profilo mi trema
mi suda
ma non cambia,
se non per qualche cespuglio
distante
e qualche piccolo fiore
di montagna
che nessuno vedrà.
O per qualche dura
roccia
che mi si spezza addosso
e scivola di vita
e chiama piano l’attenzione.
Buona speranza.
Cartografia per un viaggio
Capo dello spirito
Capo
del magnete
del mio disegno
Capo della
vista
degli ultimi orizzonti
Capo delle mani
Capo dell’energia
di chi vive
da parte
In rosso
dalla mia mappa a scomparsa
occhieggia
-a tratti-
il capo segreto.
Mara Mattoscio è nata a Pescara nel 1983. Vittima di un irrimediabile amore per le parole, si è laureata in Lingue e Letterature Straniere e specializzata in Lingue, Letterature e Culture Moderne, sempre privilegiando l’intreccio tra letteratura, teoria filosofica e arti visive, in particolar modo il cinema. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Anglistica con una tesi sulla rappresentazione del corpo di genere in autori sudafricani di lingua inglese (Nadine Gordimer e J. M. Coeztee) e nei relativi adattamenti cinematografici. Da questa tesi e da altro materiale ha tratto alcune pubblicazioni accademiche e un'ininterrotta passione per la teoria e la scrittura postcoloniali. La sua scrittura creativa, invece, è rimasta fino a questo momento una questione privata – ad eccezione del racconto La sintesi, incluso nel 2007 nell’antologia a cura di Massimo Avenali Entrata d’emergenza. Dodici nuovi accessi all’Abruzzo (Giulio Perroni Editore). Inesprimere l’esprimibile è la sua prima raccolta di poesie.